Massimo A. Alberizzi
28 luglio 2023
Incertezza ancora sul colpo di Stato in Niger. I golpisti della guardia presidenziale, che mercoledì hanno bloccato la residenza del Capo dello Stato, Mohamed Bazoum, e si sono ammutinati, hanno diffuso ieri un comunicato firmato dal Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate, generale di divisione Abdou Sidikou Issa, e dai tre capi di stato maggiore dei tre corpi di aviazione, esercito e marina (il Niger non ha il mare ma imbarcazioni militari sul suo grande fiume che dà il nome al Paese).
Tra l’altro tra i firmatari manca il nome del comandante della guardia presidenziale, il generale Abdourahmane Tchiani, che non appare neppure nel filmato mandato in onda dalla televisione nazionale con cui un gruppo di alti ufficiali, che si sono autodefiniti Consiglio Nazionale per la Salvaguardia del Paese, annuncia appunto di aver preso il potere. E la guarda presidenziale – secondo i primi dispacci – è quella che ha dato il via al golpe.
Comunque nel comunicato Abdou Sidikou Issa spiega che ha sostenuto i leader del colpo di Stato “per evitare uno scontro mortale tra le diverse forze con conseguente bagno di sangue che avrebbe compromesso la sicurezza della popolazione”. E per questo ha “deciso di aderire alla dichiarazione delle Forze di Difesa e Sicurezza”.
In una breve dichiarazione video un altro militare, il colonnello Amadou Abdramane, affiancato da altri nove ufficiali, ha spiegato che il colpo di stato è stato organizzato per rovesciare Bazoum a causa del “deterioramento della situazione della sicurezza” nella nazione e del “cattivo governo”.
Ha poi aggiunto che sono state sospese le istituzioni del Paese, chiuse le frontiere e imposto il coprifuoco. Ha inoltre messo in guardia da qualsiasi intervento straniero e assicurato che a Bazoum non sarebbe stato torto un capello.
Il ministro degli Esteri, Hassoumi Massoudou, oggi ha pubblicato un appello su twitter in cui ha definto Bazoum il ”leader legittimo” e ha esortato “tutti i democratici e i patrioti” a sconfiggere “una pericolosa avventura”, che secondo lui mette in pericolo la nazione. “Viva la democrazia, viva il Niger”, ha concluso, definendosi il capo del governo ad interim durante la detenzione del presidente e sostenendo ad una televisione francese che i militari non sono uniti nel tentativo di colpo di Stato.
Il gruppo che ha annunciato la caduta di Bazoum è infatti assai eterogeneo e la sua composizione non chiarisce se il golpe sia andato a buon fine. E’ comunque un duro colpo agli appelli di Bazoum a resistere. Il presidente ieri, dopo essere stato arrestato nel suo palazzo dai soldati ribelli, attraverso i social media ha sostenuto che le “conquiste faticosamente ottenute” nel Paese sotto il suo governo saranno “protette” dai patrioti amanti della democrazia.
All’annuncio della defenestrazione di Bazoum la gente di Niamey è scesa in piazza protestando eD erigendo barricate.
Il Niger è uno dei pochi Paesi dell’area sahariana, definita ormai come la “cintura dei colpi di Stato”, in cui il gruppo mercenario russo Wagner non è riuscito a entrare in modo prorompente, anche se l’influenza russa sta crescendo. Tra l’altro il colpo di Stato è avvenuto mentre il presidente russo Vladimir Putin ospita i leader africani a San Pietroburgo.
Unanimi i governi del pianeta (Stati Uniti, Russia, Europa) e l’ONU hanno tutti condannato il golpe anche se con toni diversi (duri USA, UE e UN, più tiepida la Russia).
In Niger sono presenti per l’addestramento dell’esercito locale un migliaio di soldati americani e un contingente di italiani nell’ambito della missione MISIN (Missione bilaterale di supporto nella Repubblica del Niger). Il loro compito è formare a Camp Aguelal ad Arlit, a nord di Agadez, forze speciali nigerine nella lotta contro organizzazioni terroristiche.
Bazoum è considerato uno dei partner più affidabili per molti Paesi occidentali in una regione instabile, con presidenti anziani aggrappati alla poltrona o giovani ufficiali militari che hanno preso il potere con la forza (Mali, Burkina Faso e Guinea).
Qualcuno addossa la regia del golpe all’ex presidente Mahamadou Issoufou che nel 2021 ha lasciato pacificamente il potere a Bazoum. Molto meno corrotto dei suoi precursori Bazoum ha defenestrato parecchi dei funzionari nominati dal suo predecessore ed è un modernista che ha dato fastidio ai conservatori (anche islamici) con alcune proposte dirompenti per la società nigerina. Una volta alla “Festa della donna” difendendo la monogamia contro la poligamia ha consigliato a chi occupa un posto pubblico: “Volete una seconda moglie? Non c’è problema; vi dimettete e vi potete sposare ancora”.
Anche la sua proposta per introdurre l’obbligo scolastico con diritto di college gratuito per le ragazze fino a 18 anni, ha trovato forte opposizione perfino dalla Francia che in un primo tempo si era rifiutata di finanziare il progetto, accettandolo solo dopo e a malincuore. “Insomma – spiega un attento osservatore di cose nigerine – Bazoum è il primo presidente con idee per il futuro che superano la durata del suo mandato”.
Massimo A. Alberizzi
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