Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
25 luglio 2023
Nascosti sulla Ken Wave, una nave cargo battente bandiera liberiana, quattro migranti nigeriani sono stati soccorsi nella Baia di Vitoria, Espírito Santo, nel Brasile sud-orientale, dopo giorni e giorni di navigazione, nascosti in un compartimento del timone.
I giovani, seduti in cima al timone, sono stati avvistati dall’equipaggio di una altro natante mentre navigava nelle vicinanze della Ken Wave, nella Baia di Vitoria.
Dalle prime indagini risulta che i quattro si sono imbarcati a Lagos, la capitale commerciale della Nigeria, il 27 giugno scorso e, secondo un funzionario della compagnia marittima, i poveracci si sarebbero nascosti sulla nave senza nemmeno conoscere la destinazione finale.
In base a quanto riferito da Ramon Almeida, capo dell’ufficio immigrazione presso la sovrintendenza della Polizia Federale (PF) di Espiritu Santo ai reporter dell BBC, i giovani clandestini, pur non avendo gravi problemi di salute di base, al momento del loro ritrovamento erano disidratati e affamati, dopo aver terminato le provviste di cibo e acqua da giorni.
I viaggiatori clandestini hanno dichiarato di essere nigeriani, ma non avendo documenti con sé, la loro origine non è stata confermata nell’immediato. Ora, secondo le leggi vigenti in Brasile, la società proprietaria della Ken Wave è legalmente responsabile della loro sistemazione in un hotel in Brasile e del finanziamento del loro ritorno forzato in Nigeria entro 25 giorni, fino all’arrivo dei documenti di viaggio.
Marina Rongo, consulente del programma di rafforzamento dello spazio democratico della ONG Conectas, ha spiegato che, secondo la legge sulla migrazione del 2017, ci sono varie possibilità per impedire il rimpatrio forzato dei quattro giovani.
“Sono stati ritrovati in uno stato precario e di grave vulnerabilità dopo un lungo viaggio a alto rischio. Nel caso ci siano ragioni valide che potrebbero mettere in pericolo la persona, un rimpatrio forzato potrebbe essere evitato, chiedendo asilo nel Paese. La Commissione nazionale per i rifugiati (Conare) dovrà poi analizzare mediante colloqui individuali ogni singolo caso. Procedure lunghe che richiedono mesi, se non anni e finché la Conare non avrà depositato la propria decisione, i richiedenti asilo hanno diritto di restare nel Paese”, ha precisato la Rongo.
Ma c’è anche un’altra opzione: richiedere la residenza permanente in Brasile. Tale domanda viene accordata in caso di impiego, matrimonio o motivo di studio. I richiedenti hanno 120 giorni di tempo per comprovare una di queste condizioni.
Il caso dei quattro nigeriani trovati sulla Kane Wave a Espiritu Santo è un esempio della grave crisi umanitaria e sociale che la Nigeria sta attraversando da anni.
Il Paese è ricchissimo, grazie ai proventi ricavati dal petrolio, ma la ricchezza è in mano a pochissime famiglie. Gli incessanti conflitti che flagellano da anni la ex colonia britannica, i cambiamenti climatici, l’inflazione galoppante e l’aumento dei prezzi dei generi alimentari hanno creato una situazione allarmante: la povertà avanza in misura esponenziale.
Inoltre, l’accesso al cibo diventa sempre più difficile a causa delle persistenti violenze, perpetrati dai terroristi Boko Haram e dei loro cugini di ISWAP (acronimo per Provincia dell’Africa occidentale dello Stato islamico, ndr) nel Borno, Adamawa e Yobe State. Per non parlare del banditismo armato e dei rapimenti a fini di riscatto che si consumano in altri Stati della Federazione nigeriana, come Katsina, Dokoto, Kaduna, Benue e Niger.
Se aggiungiamo anche i cambiamenti climatici estremi che hanno provocato diffuse inondazioni, distruggendo centinaia di migliaia di ettari di terreno coltivabile, il quadro della situazione è davvero drammatico. Con la crescente diminuzione dei raccolti, aumenta il rischio insicurezza alimentare per le famiglie in tutto il Paese.
Nel 2022, il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 37,7 per cento, ma secondo KPMG, società multinazionale di consulenza, entro la fine di quest’anno potrebbe superare il 40 per cento.
Cornelia I. Toelgyes
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