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16 luglio 2023
Alla fine dell’anno scorso è apparso su Twitter il cadavere di un uomo bianco, in tuta mimetica, ma senza i distintivi dei contractor di Mosca sull’uniforme. In seguito alla pubblicazione dell’immagine, TAZ (Tagesanzeiger, quotidiano tedesco edito a Berlino) ha pubblicato un lungo reportage sulla situazione nell’est del Congo-K, flagellata da oltre 30 anni da continui attacchi di oltre 100 gruppi armati.
I reporter di TAZ hanno approfondito la questione e hanno contattato persino i miliziani del M23, che avevano messo in rete la foto del militare morto.
Secondo i capi dell’M23, l’uomo sarebbe stato ucciso durante i combattimenti nel villaggio di Karenga, a nord di Goma, capoluogo del Nord-Kivu. I ribelli sostengono che durante gli scontri sono morti altri quattro mercenari bianchi ma non hanno potuto fornire alcuna prova a TAZ.
Dal 2022 nel teatro di guerra del Congo-K orientale sono tornati attivi anche i miliziani M23 (Movimento 23 marzo), a predominanza tutsi. Gli esperti dell’ONU, che indagano sulla situazione nella regione, dopo oltre un anno di investigazioni e rapporti, il 19 giugno hanno presentato al Consiglio di sicurezza il risultato finale del loro lavoro. Nel documento rivelano di aver raccolto ulteriori prove del coinvolgimento dell’esercito ruandese nella guerra nel Nord Kivu. Kigali continua a respingere le accuse.
Da tempo si vocifera della presenza di mercenari russi del gruppo Wagner nell’est della Repubblica Democratica del Congo. Le voci sono arrivate anche alla nostra redazione, ma dopo accurate ricerche non abbiamo trovato alcuna traccia di loro.
E quindi l’uomo che giace per terra nella foto chi è? Un mercenario, ma da dove viene? Solo pochi mesi fa il presidente del Congo-K, Felix Tshisekedi, aveva dichiarato in una intervista al Financial Times che il suo Paese non aveva bisogno di soldati di ventura, anche se ora vanno di moda. E aveva aggiunto: “Non saprei nemmeno dove trovarli, il mio Paese utilizza le proprie forze armate per sconfiggere i ribelli”.
Intanto però, pochi giorni prima di Natale, il 22 dicembre 2022, sempre secondo le ricerche di TAZ, all’aeroporto di Goma è sbarcato un folto gruppo di uomini bianchi, forse un centinaio. Sono stati sistemati subito al Hôtel Mbiza, situato al centro del capoluogo e non lontano dall’aeroporto. L’albergo è pieno di bianchi in divisa mimetica. Lo ha riferito un giornalista del luogo a TAZ, precisando che le uniformi non hanno nessun distintivo di appartenenza o di nazionalità. I più parlano perfettamente il francese.
Un impiegato dell’immigrazione dell’aeroporto ha confermato ai reporter del quotidiano tedesco l’arrivo dell’aereo noleggiato dalla compagnia rumena Hello Jets, e di aver messo i timbri di ingresso sui passaporti rumeni.
L’albergo, che quindi è il quartier generale dei bianchi, è sorvegliato da vicino dai soldati della Guardia Repubblicana Congolese; unità speciali delle FARDC (forze armate congolesi) entrano ed escono dall’edificio.
Tra i nuovi arrivati spicca anche un nome ben conosciuto negli ambienti paramilitari: Horatiu Potra. Una foto lo mostra il 2 gennaio con due militari congolesi a Goma. Potra è un mercenario rumeno che ha fatto parte della Legione straniera francese negli anni Novanta. E’ stato anche la guardia del corpo principale dell’emiro del Qatar alla fine degli anni ’90 e ha prestato servizio nella Repubblica Centrafricana sotto l’ex presidente Ange-Félix Patassé.
Il capo mercenario, il cui nome di battaglia è Tenente Henry, ha già avuto rapporti con l’ex leader ribelle Jean-Pierre Bemba nel 2002, prima di tornare nel 2016 nella Repubblica Centrafricana, per addestrare le guardie del corpo dell’attuale presidente Touadéra. Pare che Tenente Henry fosse anche nella lista paga di Wagner in passato, ma non è stato possibile trovare conferme in tal senso.
Potra è l’amministratore delegato della società mercenaria rumena Associata RALF, con sede a Sibiu in Transilvania. Nel suo sito web l’azienda dichiara di addestrare guardie del corpo per i VIP, di proteggere “aree sensibili” come le miniere in Africa e di addestrare forze speciali.
Fa esplicito riferimento al suo codice, che è tratto da quello della Legione straniera francese. La Associata RALF e il suo amministratore delegato Potra non hanno risposto alle questioni poste da TAZ.
Lo scorso anno il governo di Kinshasa ha rafforzato i legami con Mosca, che, al Consiglio di sicurezza dell’ONU (la Russia è uno dei cinque membri permanenti insieme a Cina, USA, Francia e Gran Bretagna), ha appoggiato l’allentamento sull’embargo delle armi al Congo-K.
La risoluzione 2667 del 20 dicembre 2022, esenta il governo congolese dal chiedere all’ONU l’autorizzazione per acquistare armi o ricevere assistenza, consulenza e addestramento relativi ad attività militari nel Paese. E, guarda caso, solo due giorni dopo, il 22 dicembre 2022, sono arrivati i rumeni a Goma.
Mentre nell’agosto scorso, a margine della decima conferenza sulla Sicurezza Internazionale che si è tenuta a Mosca, il ministro della Difesa di Kinshasa, Gilbert Kabanda, si è intrattenuto con il suo omologo russo, Alexander Fomin. In tale occasione Fomin ha parlato della possibilità della fornitura di equipaggiamento militare moderno.
Ma da tempo nel Paese è presente un gruppo di bulgari: sembra siano una quarantina. Questa volta si tratta di tecnici, per lo più ingegneri e operai specializzati della società Agemira, con sede a Sofia, che ha aperto una filiale a Kinshasa. Agemira è incaricata della manutenzione di elicotteri e jet da combattimento in dotazione all’esercito del Congo.
Dislocati all’aeroporto di Goma, hanno il compito di effettuare interventi di riparazione e manutenzione sui velivoli (per lo più di fabbricazione sovietica) dell’aeronautica militare. Non sono soltanto bulgari, ma anche georgiani e bielorussi. Tutti conoscono bene gli aerei di fabbricati nell’Europa Orientale. Parecchi piloti dell’aeronautica militare congolese sono inoltre georgiani.
Un intreccio complesso di interessi. Africa ExPress ha accertato che gli uomini provenienti da Paesi dell’Europa dell’Est, sono ora apparentemente alloggiati con i rumeni negli alberghi Mbiza, Eau Bénite, Joie Folle che sono stati di fatto requisiti. Ma non solo hotel: anche alcuni palazzi costruiti di recente sono stati occupati dai paramilitari.
Sbarramenti e sacchi di sabbia
Sono protetti da sbarramenti e sacchi di sabbia e nessun estraneo può entrare. I mercenari bianchi viaggiano su mezzi con le targhe governative. Secondo voci raccolte a Goma sarebbero pagati 2000 dollari americani al giorno, ma probabilmente è la compagnia che raccoglie quel denaro. Insomma la compagnia che li impiega si comporta come se fosse una società di lavoro interinale.
Secondo quanto riportato dalla newsletter specializzata Africa Intelligence, e citata da TAZ, il cliente di Potra non sarebbe il Ministero della Difesa del Congo, bensì la società Congo Protection, di proprietà dell’uomo d’affari Bijou Eliya e del deputato Patrick Bologna, fondatore e presidente del piccolo partito ACO (Avenir du Congo).
Il ministro della Comunicazione e dei Media e portavoce del governo, Patrick Muyaya, ha messo a tacere sul nascere le insinuazioni di alcune fonti, che sostengono che i bianchi arrivati recentemente in Congo-K siano contractor del gruppo russo Wagner.
Il ministro sostiene che il Paese ha il sacrosanto diritto di organizzare la propria difesa. E aggiunge: “Abbiamo una flotta di aerei Sukhoi (di fabbricazione russa). Non abbiamo la manodopera congolese per la manutenzione. Così, quando abbiamo bisogno di personale per la formazione dei nostri soldati, ci rivolgiamo alla Legione Straniera dell’esercito francese, per esempio. Ma non vengono qui per fare la guerra.
Reagan Miviri, ricercatore del Groupe d’étude sur le Congo (GEC), sostiene che “Ci sono effettivamente istruttori stranieri, in particolare a Goma, che starebbero addestrando le forze congolesi. Soprattutto per quanto riguarda forze aeree, in particolare i piloti di aerei da guerra. Stiamo parlando della Romania e di molti altri Paesi dell’Europa orientale. Parte dell’equipaggiamento militare congolese proviene da Paesi dell’ex blocco sovietico”.
Africa ExPress è venuto in possesso di alcuni video pubblicati qua su e che parlano da soli.
Africa ExPress
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