AFRICA

Braccio di ferro USA-Mozambico: dopo lo scandalo da 1,9 mld l’ex ministro Chang sarà estradato in America

Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
1° luglio 2023

“Probabilmente sarà qui (in USA, ndr) tra metà e fine luglio. Ci vorrà tempo, ma sarà estradato”, lo ha dichiarato Hiral Mehta, assistente del procuratore degli Stati Uniti presso la Corte federale di Brooklyn, all’agenzia Bloomberg.

Sembra quindi terminato il braccio di ferro tra Washington e Maputo per l’estradizione di Manuel Chang, ex ministro delle Finanze mozambicano.

Braccio di ferro Manuel ChangBraccio di ferro Manuel Chang
Manuel Chang nell’aula del tribunale di Johannesburg, Sudafrica

Oltre quattro anni e mezzo in galera

Una sfida legale durata ben quattro anni e mezzo e vinta dagli Stati Uniti anche con l’aiuto della Società civile mozambicana.

Manuel Chang era stato arrestato – su richiesta degli Stati Uniti – all’aeroporto internazionale di Johannesburg durante un transito verso Dubai il 29 dicembre 2018.

Gli USA avevano chiesto l’estradizione perché “ha approfittato del sistema finanziario degli Stati Uniti e ha frodato gli investitori statunitensi”. Qualche giorno dopo è arrivata la richiesta di estradizione dal governo mozambicano.

Quattro tentativi di estradizione falliti

Per ben quattro volte il governo mozambicano si è opposto all’estradizione negli USA perché voleva processare il suo ministro “a casa”.

In Mozambico la Società civile non ha mai creduto che ci sarebbe stato un processo che avrebbe fatto venire a galla la verità. Oltre a Chang, personaggio di primo piano nello scandalo erano coinvolti, Ndambi Guebuza,  figlio dell’ex presidente Armando Guebuza, e alti personaggi dei Servizi.

Perfino l’attuale presidente Filipe Nyusi, ministro della Difesa durante la presidenza Guebuza, doveva sapere. Si capisce perché a Maputo faceva più comodo il processo a Manuel Chang “in casa”

L’ultima sentenza che nel 2021 dava l’estradizione a Maputo è stata bloccata. Il Forum per il monitoraggio del bilancio (FMO), un ombrello che raccoglie varie ong mozambicane si è opposto. Opposizione accolta dal giudice.

Lo scandalo finanziario “debiti occulti”

Chang è uno dei personaggi chiave, tra i responsabili dello scandalo finanziario da 1,9 miliardi di euro chiamato “debiti occulti”.

È lui che ha firmato per avere i prestiti concessi dal Credit Suisse e dalla banca russa VTB. Questo denaro, ufficialmente, doveva servire per l’ammodernamento della flotta di pesca al tonno e 700 mila euro sono spariti nel nulla.

A causa di questo scandalo, che coinvolge le più alte cariche dello Stato, è crollata l’economia mozambicana impoverendo circa due milioni di cittadini.

Mappa dell’area delle manovre militari di Sudafrica, Russia e Cina (Courtesy GoogleMaps)

L’ultima carta di Chang

I legali dell’ex ministro mozambicano si appellano al sesto emendamento della Costituzione americana. Recita: “In tutti i processi criminali l’accusato avrà diritto a un processo rapido e imparziale da un giurì dello Stato”. Puntano sui quattro anni e mezzo già scontati in prigione. Troppo lunghi, e chiedono l’annullamento dell’accusa negli USA.

Secondo la difesa, Chang “…è stato imprigionato in un labirinto kafkiano di interminabili procedimenti amministrativi e giudiziari che durano fino ad oggi”.

La sfida si riapre ma gli osservatori affermano che il Sudafrica, dopo le manovre militari navali con Cina e Russia che non sono piaciute all’Occidente, deve compiacere agli Stati Uniti. Forse, per il presidente sudafricano, Cyril Ramaphosa, è arrivato il momento di consegnare Manuel Chang ai giudici americani.

Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com

Twitter:
@sand_pin
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Sandro Pintus

Giornalista dal 1979, ha iniziato l'attività con Paese Sera. Negli anni '80/'90 in Africa Australe con base in Mozambico e in seguito in Australia e in missioni in Medio Oriente e Balcani. Ha lavorato per varie ong, collaborato con La Repubblica, La Nazione, L'Universo, L'Unione Sarda e altre testate, agenzie e vari uffici stampa. Ha collaborato anche con UNHCR, FAO, WFP e OMS-Hedip.

Recent Posts

Infermiera tedesca rapita in Somalia 7 anni fa e da allora scomparsa, ricompare in un video: “Aiutatemi!”

Africa ExPress 29 marzo 2025 Sonja Nientiet, cittadina tedesca, infermiera del Comitato della Croce Rossa…

2 giorni ago

Operazione Red Card: sette Paesi africani con Interpol contro la cybercriminalità: oltre 300 arresti

Speciale per Africa ExPress Sandro Pintus 28 marzo 2025 Benin, Costa d'Avorio, Nigeria, Ruanda, Sudafrica,…

3 giorni ago

Israele: armi e tecnologie. A chi conviene il genocidio

NEWS ANALYSIS Alberto Negri 26 marzo 2025 Perché Israele non può fermare le guerre e…

4 giorni ago

“Sotto la sabbia. La Libia, il petrolio, l’Italia”: da Gheddafi all’inferno. Lo spiega in un libro Giampaolo Cadalanu

Speciale per Africa ExPress Claudia Svampa Roma, 25 marzo 2025 Sarà presentato domani 27 marzo…

5 giorni ago

La prima presidente donna (e africana) alla testa del Comitato Olimpico Internazionale con tanti dubbi

Dal Nostro Corrispondente Sportivo Costantino Muscau 25 marzo 2025 Non basta saper nuotare, bisogna saper…

6 giorni ago

In Niger gli islamisti attaccano base militare con mortai made in Ucraina

Speciale per Africa ExPress Cornelia I. Toelgyes 24 marzo 2025 I gruppi armati attivi nel…

6 giorni ago