Cornelia I. Toelgyes
29 giugno 2023
La commissione elettorale ha dichiarato lunedì scorso Julius Maada Bio vincitore già al primo turno con il 54,17 per cento delle preferenze, delle presidenziali, che si sono svolte sabato in Sierra Leone. E, senza perdere tempo, Bio, leader del raggruppamento politico, Sierra Leone People’s Party (SLPP), ha prestato giuramento martedì per il suo secondo e ultimo mandato presidenziale.
I candidati alle presidenziali devono raggiungere il 55 per cento dei voti al primo turno per evitare il ballottaggio.
Il candidato del maggiore partito all’opposizione, All People’s Congress (APC), Samura Kamara – già sconfitto alle presidenziali del 2018 – è arrivato secondo con il 41,16 delle preferenze. Kamara, ex ministro e economista, ha fortemente contestato il risultato elettorale. Anzi, ha detto di rifiutare “categoricamente” i risultati della commissione elettorale, e di considerarli “non credibili”. “Mi ergerò al di sopra di questa farsa e mi impegno a continuare a lottare per una Sierra Leone migliore”, ha aggiunto infine.
Sì, il 59enne presidente uscente, un ex militare, è stato subito investito del prestigioso incarico, malgrado gli osservatori europei in Sierra Leone avessero dichiarato di aver rilevato “incongruenze statistiche” nei risultati della tornata elettorale, pubblicati dalla commissione.
La missione degli osservatori dell’Unione Europea ha invitato mercoledì la Commissione a pubblicare quanto prima i dati per ogni seggio elettorale, per consentire l’esame pubblico dei risultati.
I risultati hanno anche mostrato un numero sorprendentemente basso di schede non valide in tutto il Paese e un’affluenza molto alta, superiore al 95 per cento in almeno tre distretti, la media in tutto il Paese si è attestata dell’83 per cento.
Mohamed Kenewui Konneh, capo della commissione elettorale sierraleonese, ha fatto sapere che tutti risultati saranno caricati sul sito web appena possibile. “Ma ci vorrà del tempo”, ha aggiunto.
In una dichiarazione congiunta di mercoledì, Stati Uniti, Gran Bretagna, Irlanda, Germania, Francia e Unione Europea hanno sottolineato di essere preoccupati per la mancanza di trasparenza nel processo di tabulazione, inoltre hanno fatto notare che problemi logistici hanno ostacolato il voto in alcune aree. Infine hanno aggiunto: “Esortiamo tutti a dare prova di moderazione, a rispettare lo Stato di diritto e a impegnarsi in un dialogo pacifico per risolvere le controversie”.
Il processo elettorale in Sierra Leone, martoriato da una terribile guerra civile dal 1991 al 2002, è stato piuttosto turbolento e gli osservatori temevano violenze. Ma i risultati sono arrivati alla vigilia della festa musulmana di Eid Al-Adha, una delle più importanti di tutta l’Africa occidentale, che tradizionalmente rallenta le attività.
Gli aventi diritto al voto sono stati circa 3,4 milioni, chiamati alle urne per scegliere tra 13 candidati in lizza per la poltrona più ambita. Sabato si è votato anche per eleggere il parlamento e i consigli locali. I relativi risultati non sono ancora stati pubblicati.
Nonostante alcuni incidenti, la giornata elettorale è stata piuttosto calma. Domenica sera, però, una donna è stata uccisa nel quartier generale dell’opposizione mentre le forze di sicurezza cercavano di disperdere la folla.
Malgrado le sue ricchezze del sottosuolo, la Sierra Leone è ancora oggi uno tra i Paesi più poveri al mondo e la piaga della corruzione, presente su tutti livelli, impedisce investimenti e sviluppo, inoltre, la già debole economia soffre ancora oggi della terribile guerra civile (1991-2002), costata la vita a oltre 120 mila persone.
Bio aveva partecipato come giovane ufficiale ad un colpo di Stato il 29 aprile 1992 per rovesciare Saidu Momoh. Dopo il golpe, gli ufficiali avevano dato in mano il potere a un giovanissimo capitano, Valentine Strasser, di soli ventisei anni.
Nel gennaio 1996 Maada Bio, allora vicepresidente, aveva cacciato il suo compagno d’armi con un colpo di Stato “democratico”. Era restato al potere per pochi mesi, perché dopo le elezioni presidenziali di marzo, aveva consegnato lo scettro a Ahmad Tejan Kabbah, un anziano funzionario delle Nazioni Unite.
Ironia della sorte, quando Bio era a capo della giunta militare per due mesi, aveva nominato Samura Kamara, il suo avversario di oggi, a capo del ministero delle Finanze.
Negli anni a seguire Bio era emigrato negli Stati Uniti e si era laureato in relazioni internazionali. Nel 2005 tornato nel suo Paese e si era buttato nella politica. Si era iscritto al Sierra Leone People’s Party e diventato il loro candidato alle elezioni presidenziali del 2012. Come oppositore di Ernest Baï Koroma, il presidente uscente, si era aggiudicato solamente il trentasette per cento delle preferenze.
Mentre nel 2018 Bio aveva vinto le presidenziali al secondo turno contro Kamara, il suo avversario di sempre.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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