Africa ExPress
Addis Abeba, 7 giugno 2023
A causa della sospensione degli aiuti umanitari in Tigray, la malnutrizione acuta dei bambini è in forte aumento, si parla del 28 percento, ha affermato Mengsh Bahreslassie, coordinatore dell’Alimentazione e della Nutrizione dell’Ufficio sanitario regionale del Tigray.
L’esperto ha aggiunto che specialmente i piccoli sotto i cinque anni necessitano di alimenti nutrienti come frutta e latticini. “I bimbi stanno morendo proprio per la mancanza di questi cibi”, ha spiegato Mengsh.
Addis Standard (quotidiano online etiopico) ha riportato che dall’inizio della guerra, nel novembre 2020, sono morti almeno 2.850 bambini per malnutrizione acuta, tra questi, 230 dopo l’accordi di pace siglato nel novembre 2022. I dati non comprendono la parte occidentale e alcune zone del Tigray meridionale.
Già lo scorso novembre, le Nazioni Unite hanno fatto presente che, secondo alcune stime, nel Tigray il 30 per cento dei bambini soffre di malnutrizione acuta, mentre più di cinque milioni di persone necessitano di assistenza alimentare. Nel fascicolo è stato sottolineato che gli aiuti umanitari arrivati nella regione sono insufficienti per soddisfare i bisogni della gente.
Ora è tutto chiaro, o quasi. I vertici del Programma Alimentare Mondiale (PAM) in Etiopia, Claude Jibidar e la sua vice, Jennifer Bitonde, si sono dimessi in seguito a un’indagine sulla deviazione degli aiuti.
Il PAM però ha rilasciato un comunicato sul suo account Twitter, affermando che i vertici dell’Ufficio in Etiopia non hanno rassegnato le dimissioni. Il direttore, Claude Jibidar, è attualmente in congedo, ma resta un dipendente dell’agenzia ONU. Entrambi i vicedirettori nazionali, tra cui Jennifer Bitonde, rimangono al loro posto.
A maggio è stata aperta un’inchiesta interna, come riporta The New Humanitrian (agenzia di stampa indipendente e senza scopo di lucro, che si concentra su storie umanitarie in regioni che sono spesso dimenticate, ndr), e da allora è stata sospesa la distribuzione degli aiuti nella regione. I risultati dell’indagine dovrebbero essere resi noti fra qualche giorno.
Lo scandalo è scoppiato quando sono giunte segnalazioni, secondo le quali grandi quantità di cibo, destinato alle popolazioni del Tigray settentrionale, è stato trovato nei mercati per essere venduto.
Non solo PAM, anche USAID (Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale) ha sospeso l’attività in Tigray, dove milioni di persone dipendono dall’assistenza umanitaria, finchè non sarà fatta chiarezza su questi fatti gravissimi.
La direttrice esecutiva di PAM, Cindy McCain, che ha assunto la guida dell’agenzia ONU in aprile, ha dichiarato che i responsabili dovranno rispondere dei loro atti.
Un operatore umanitario in Etiopia, che ha scelto l’anonimato per questioni di sicurezza, ha spiegato: “Ci sono sempre stati ritardi e distrazioni nella consegna di cibo. E’ evidente che qualcosa non funziona nel sistema “.
Secondo quanto riporta Martin Plaut, ricercatore del Corno d’Africa e ex giornalista della BBC, USAID ha scoperto che gli aiuti umanitari venivano venduti sui mercati locali, dapprima in Tigray (Alamata) e successivamente anche in altre zone dell’Etiopia, tra queste anche Gambella e la regione Somala. La maggior parte della deviazione degli aiuti sarebbe avvenuta dopo il cessate il fuoco di gennaio in Tigray.
In un primo tempo PAM ha cercato di incolpare i beneficiari o le ONG che hanno collaborato con l’agenzia dell’ONU. Altri hanno ipotizzato che una parte fosse stata saccheggiata dagli eritrei o da agenzie che lavorano con i governi locali. Argomentazioni ritenute però senza fondamenta, poiché è stato dimostrato che gli aiuti sono stati prelevati direttamente dai magazzini governativi o venduti dai mulini.
“È una distrazione di aiuti di dimensioni mai viste prima. Coinvolge i governi a livello regionale e federale. I militari dell’esercito etiopico (ENDF) e del TPLF (Tigray People’s Liberation Front) sono stati ripresi dalle telecamere mentre prelevavano il grano dai mulini. Peggio ancora, avevano in mano contratti firmati dai mugnai. Anche se questo fenomeno è stato scoperto inTigray, coinvolge almeno 8 regioni del Paese”, ha fatto sapere un’altra fonte a Martin Plaut.
E’ risputo che talvolta gli aiuti umanitari vengono venduti dalla povera gente nei mercati. Anche noi di Africa ExPress abbiamo trovato sacchi di riso con l’insegna “Donated by the people of USA”, esposti sulle bancarelle a Lagos, Nigeria anni fa. Ma ciò che si è verificato in Etiopia, nel Tigray, va ben oltre. Corruzione a 360 gradi a discapito della popolazione in ginocchio, lasciata ora anche senza aiuti, reduce di una guerra terribile, in un territorio colpito anche da gravi cambiamenti climatici.
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