Cornelia I. Toelgyes
3 giugno 2023
Il Senegal è stato investito da una ondata di violenze dopo la condanna a due anni di carcere per “corruzione di giovani” di Ousmane Sonko, il maggiore oppositore del presidente Macky Sall, e leader del raggruppamento politico Pastef-Les Patriotes (Les Patriotes du Sénégal pour le travail, l’éthique et la fraternité).
Secondo quanto affermato dal ministro degli Interni, Antoine Felix Abdoulaye Diome, non appena è stata resa nota la sentenza, sono scoppiati violenti disordini in diverse città del Paese. Nove persone sono state uccise negli scontri tra la polizia antisommossa e i sostenitori dell’oppositore. Ma secondo l’ultimo bilancio ufficiale, i morti sarebbero ben 10.
Dakar e Ziguinchor, città della Casamance della quale Sonko è sindaco, sono state teatro dei maggiori scontri tra le forze dell’ordine e i supporter del leder del raggruppamento politico Pastef-Les Patriotes.
I giudici hanno condannato il principale esponente dell’opposizione senegalese a due anni di carcere con l’accusa di “corruzione dei giovani”, pena che lo renderà ineleggibile alle elezioni presidenziali del febbraio 2024. È stato, invece, assolto dalle accuse di minacce di morte e stupro, per le quali il pubblico ministero aveva chiesto dieci anni di reclusione.
All’epoca Sonko era stato accusato da Adji Sarr, ex dipendente del centro massaggi Sweet Beauty, di stupro ripetuto tra il dicembre 2020 e il febbraio 2021. All’epoca la giovane aveva 21 anni. Ndèye Khady Ndiaye, il proprietario del centro massaggi, è stato invece condannato a due anni di reclusione per “incitamento alla dissolutezza”. Insieme a Sonko, dovrà pagare ad Adji Sarr circa 30.000 euro come risarcimento danni.
Il ministro ha confermato che le autorità hanno limitato l’accesso ai social network, in particolare Facebook, WhatsApp e Twitter, per evitare, secondo Diome, “la diffusione di messaggi sovversivi e di odio”.
“Questo verdetto di condanna è la fase finale di un complotto ordito da Macky Sall e dai suoi scagnozzi”, ha dichiarato l’ufficio nazionale del Pastef in un comunicato stampa pubblicato giovedì pomeriggio, invitando il popolo senegalese a scendere in piazza e chiedendo alle forze dell’ordine e all’esercito di schierarsi dalla loro parte.
A Dakar molti negozianti hanno lasciato abbassate le saracinesche e molte scuole sono rimaste chiuse giovedì, quando decine di sostenitori di Sonko hanno iniziato a protestare contro il verdetto. I giovani, che costituiscono la principale base elettorale dell’oppositore di Sall, si sono radunati intorno all’università della capitale, bloccando la strada d’accesso con pneumatici incendiati, pietre e pali.
Gruppi di manifestanti hanno lanciato pietre contro la polizia, che, ha risposto con gas lacrimogeni. Diversi autobus della facoltà di medicina, del dipartimento di storia e della principale scuola di giornalismo del Paese, sono stati incendiati e alcuni uffici sono stati saccheggiati.
Anche venerdì la situazione è rimasta instabile a Dakar e nel campus universitario molti studenti hanno fatto i bagagli per rientrare a casa dopo le violenze. Le lezioni sono state sospese fino a nuovo ordine.
In altri quartieri di Dakar gli scontri sono proseguiti fino alla tarda notte tra l’1 e il 2 giugno. Venerdì molti negozi non hanno aperto i battenti. Le scuole sono rimaste chiuse.
A Ziguinchor sono morte 3 persone. Molti edifici statali e regionali e scuole sono stati saccheggiati. La situazione è tornata alla calma ieri mattina, ma a mezzogiorno la tensione era nuovamente ben tangibile.
I dieci morti riecheggiano gli scontri del marzo 2021, all’inizio del procedimento giudiziario contro Ousmane Sonko e Adji Sarr.
Dopo la sua condanna, l’oppositore è rimasto in silenzio. Attualmente è bloccato nella sua residenza (a Dakar), blindata dalle forze dell’ordine. Ieri il ministro della Giustizia, Ismaïla Madior Fall, ha ripetuto più volte che Sonko potrebbe essere arrestato da un momento all’altro, e, ha aggiunto: “In uno Stato di diritto una sentenza penale deve essere eseguita”.
Poiché Ousmane Sonko non è stato presente durante il processo, uno dei suoi avvocati, Bamba Cissé, ha detto che non potrà ricorrere in appello contro la condanna. Ma, come ha sottolineato il Ministro della Giustizia, ci sarebbe un’altra opzione: se il leader del partito Pastef si dovesse costituire, potrebbe essere nuovamente processato dallo stesso tribunale. Potrebbe quindi essere aperto un nuovo processo.
Aggiornamento:
Il numero delle vittime è salito a 15 e nella capitale l’esercito è stato dispiegato in diversi quartieri della città. il portavoce del ministero degli Interni, Maham Ka, ha fatto sapere poco fa che venerdì, 2 giugno sono state uccise altre sei persone: quattro nella regione di Dakar e due in quella di Ziguinchor.
Oggi pomeriggio diverse centinaia di senegalesi hanno manifestato anche a Parigi, nel quartiere Trocadéro a sostegno di Ousmane Sonko e in omaggio alle vittime delle dimostrazioni in Senegal.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@homail.it
Twitter: @cotoelgyes
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