Antonio Mazzeo
23 Maggio 2023
Si rafforza la cooperazione militare-industriale tra Rabat e Gerusalemme. Il sito web dell’esercito del Regno del Marocco ha pubblicato un video in cui si vede operare in un’esercitazione a fuoco di un reparto di artiglieria, il sofisticato sistema missilistico PULS (Precise & Universal Launching Systems) prodotto dall’azienda israeliana Elbit System.
Le forze armate marocchine avrebbero acquistato i lanciatori PULS insieme al sistema modulare integrato C4I (ovvero Comando, Controllo, Comunicazione, Computer e Intelligence) “Combat NG”, anch’esso prodotto da Elbit Systems.
“Il sistema PULS risponde ai bisogni delle forze di artiglieria nei diversi scenari dei campi di battaglia moderni e assicura la continua disponibilità di un supporto di fuoco massiccio ed efficace”, spiegano i manager dell’industria bellica israeliana.
Ogni batteria può lanciare 36 missili “Accular” da 122 mm con una gittata di 35 km, 20 missili “Accular” da 160 mm (fino a 40 km di distanza), 8 missili “EXTRA” (fino a 150 km) o 4 missili balistici tattici “Predator Hawk” in grado di colpire bersagli fino a 300 km di distanza. Il Regno del Marocco avrebbe scelto i camion “Tatra” di produzione ceca per il trasporto dei lanciatori. “Il sistema di artiglieria PULS conferisce alle forze armate marocchine una superiorità tattica assoluta in Africa settentrionale”, commentano gli analisti militari.
L’acquisto del potente sistema bellico è stato effettuato nell’ambito dell’accordo di cooperazione sottoscritto nel novembre 2021 dall’allora ministro della Difesa di Israele, Benny Gantz, e l’omologo del Regno del Marocco, Abdellatif Loudiyi. “Il memorandum assicura una solida cornice giuridica che formalizza le relazioni nel settore militare tra i due Paesi e stabilisce il fondamento che supporterà ogni futura cooperazione”, aveva dichiarato in proposito l portavoce del ministero della difesa israeliano. “I nuovi legami bilaterali accresceranno la collaborazione nei settori dell’intelligence, della collaborazione industriale, dell’addestramento militare, ecc.”.
All’accordo tra i ministri della Difesa è seguito nel marzo 2022 un protocollo di cooperazione tra il ministero dell’Industria e il commercio del Marocco e la maggiore delle aziende del comparto industriale-militare israeliano, IAI – Israel Aerospace Industries, per l’avvio della produzione di parti interne di cabine, motori e aerostrutture. Il protocollo ha previsto pure la realizzazione nel Paese nordafricano di un centro di ricerca e sviluppo ingegneristico per la fornitura di componenti aeree all’industria nazionale marocchina, grazie all’assistenza e alla consulenza tecnica di IAI.
“Dalla sottoscrizione dell’accordo di normalizzazione, mediato dall’amministrazione Trump nel 2020, i due Paesi hanno firmato oltre una trentina di intese e memorandum che riguardano i settori della difesa, del commercio e dell’agricoltura”, annota il comandante dell’Esercito italiano Antonino Lombardi in Difesaonline. “Le profonde interazioni che scaturiscono dall’accordo di cooperazione militare producono reciproci vantaggi: il Marocco ha un accesso diretto alle tecnologie della difesa mediorientale ed Israele confida in una crescente accettazione e presenza nell’Africa del nord”.
Il altre parole il Marocco ha ottenuto un grande aiuto per combattere il Fronte Polisario e Israele ha sottratto un importante alleato alla popolazione palestinese da sempre in lotta contro l’espansionismo dello Stato ebraico.
Sempre secondo Lombardi, l’esercito marocchino sarebbe desideroso di rafforzare le proprie capacità specie nel settore degli aeromobili a pilotaggio remoto. “Il Marocco considera sempre più la cooperazione militare con Israele come un potenziale deterrente all’aggressione del Fronte Polisario e, in misura minore, dell’Algeria”, aggiunge l’ufficiale. “Tuttavia, questa posizione e la sua recente corsa all’acquisto di armi stanno aggravando le tensioni diplomatiche con Algeri”.
Il Fronte Polisario lotta da 50 anni per l’indipendenza dell’ex Sahara Spagnolo dove vive la popolazione saharawi.
I primi due anni di cooperazione militare sono stati segnati dall’acquisto del Marocco di alcuni sistemi di difesa d’area “Barak MX ADS” di produzione delle industrie aerospaziali israeliane, per il valore di 500 milioni di dollari. Il “Barak MX ADS” è un sistema missilistico “in grado di difendere contro minacce aeree multiple e simultanee, come ad esempio missili da crociera, droni, elicotteri, provenienti da fonti e distanze differenti”. Del sistema esistono modelli differenti: il “Barak MRAD” che ha un raggio operativo di 35 km; il “Barak LRAD” di 70 Km; il “Barak ER” di 150 km.
Il Marocco ha acquistato da Israel Aerospace Industries anche una partita di droni kamikaze (velivoli senza pilota armati di bombe ed esplosivi che si fanno esplodere al momento dell’impatto con l’obiettivo) del tipo “Harop”. L’“Harop” è un aereo senza pilota di piccole dimensioni (2,5 metri di lunghezza), ma può trasportare un carico di esplosivi di 20 kg e volare per sette ore consecutive sino a 1.000 kilometri di distanza. La commessa dei droni kamikaze è costata intorno ai 22 milioni di dollari; le autorità di Rabat si sarebbero inoltre impegnate a realizzare due fabbriche per la produzione di UAV “Harop” nella regione di Al-Aoula.
A fine ottobre 2022 la testata online marocchina Le Desk ha reso noto l’acquisto da parte dell’esercito di 150 droni tattici “WanderB” e “ThunderB” dall’azienda BlueBird Aero Systems di proprietà al 50% del governo israeliano. I velivoli erano stati testati durante l’esercitazione Maroc Mantlet 2022 che ha simulato interventi militari in caso di calamità naturale.
Sempre secondo Le Desk l’ordine risalirebbe all’anno precedente e molti velivoli “sarebbero già operativi con un contratto del valore di 50 milioni di dollari che ne prevede la produzione parziale in Marocco”. I “ThunderB” e “WanderB” sono utilizzati per operazioni di intelligence, sorveglianza, targeting e ricognizione (ISTAR), per la “sicurezza” delle frontiere, l’ordine pubblico, la protezione dei convogli e delle forze e l’osservazione dell’artiglieria. Il “WanderB” ha un’autonomia di volo di 2 ore e mezza e un raggio di azione di 50 km; il “ThunderB” può volare ininterrottamente per 12 ore fino a 150 km di distanza.
Nelle stesse settimane è stato annunciato pure un accordo israelo-marocchino nel settore della “difesa aerea”: il sito specializzato Israel Defence, riportando fonti ufficiali d’intelligence nazionali, ha rivelato il trasferimento alle forze armate di Rabat di un sistema top secret per la guerra elettronica e la raccolta di segnali radar, prodotto da Elbit Systems.
Israel Defence aggiunge che nel novembre 2021 il Regno del Marocco aveva acquistato anche alcuni sistemi antidroni dall’azienda Skylock Systems Ltd di Kefar Sava (distretto centrale di Israele).
Parallelamente è cresciuta la collaborazione tra i due Paesi nel settore addestrativo. Nel luglio 2022 tre ufficiali delle forze armate israeliane hanno partecipato in qualità di “osservatori” alla maxi-esercitazione militare African Lion, condotta in Marocco sotto il comando dell’U.S. Africa Command e delle forze armate marocchine. “La partecipazione di Israele all’esercitazione rappresenta un passo addizionale nel rafforzamento delle relazioni nel campo della difesa tra i due paesi”, riportò allora Israel Defense. “Inoltre essa costituisce una continuazione alla partecipazione delle unità controterrorismo delle forze armate del Marocco all’esercitazione multinazionale tenutasi in Israele lo scorso anno”.
Sempre nel luglio 2022 il generale Aviv Kohavi si è recato in Marocco per incontrare l’ispettore generale delle forze armate reali Belkhir el-Farouk. Quella del generale Kohavi è stata la prima visita ufficiale di un capo dell’esercito israeliano ed è stata seguita a settembre dal viaggio in Israele del generale Belkhir el-Farouk in occasione dell’Operational Innovation, evento organizzato dalle forze di difesa israeliane.
I due meeting – annota l’agenzia Nanopress – si sono svolti “in un contesto in cui il Marocco è in un conflitto armato a bassa intensità con il Fronte Polisario, organizzazione il cui principale alleato e protettore è l’Algeria”. “La tensione tra i due paesi del Maghreb – aggiunge Nanopress – ha raggiunto il suo punto più delicato nel novembre 2021, quando la presidenza algerina ha rilasciato un comunicato in cui annunciava che tre civili algerini erano stati vigliaccamente assassinati da un barbaro bombardamento mentre viaggiavano con i loro camion dalla capitale mauritana, Nouakchott, alla città algerina di Ouargla”. Le autorità di Algeri avevano puntato il dito contro le armi sofisticate acquistate dal Marocco in Israele.
Il 31 gennaio 2023 si è tenuto a Tel Aviv il Cybertech Global 2023, incontro sulle nuove tecnologie di guerra cibernetica promosso dal governo israeliano e a cui hanno partecipato i responsabili cyber war di Israele, Marocco, Emirati Arabi Uniti, Bahrain e Stati Uniti d’America. “Noi siamo adesso un team e questa partnership è un grande risultato”, ha dichiarato a conclusione del meeting il direttore del Computer Emergency Response Team (maCERT) del ministero della Difesa marocchino, generale El Mostafa Rabii. “A causa dell’esistenza di criminali di vari gruppi, le minacce cyber non hanno confini. Dobbiamo ottenere che i nostri gruppi lavorino insieme su casi concreti per favorire la fiducia tra di noi…”.
Armi e cyber war in nome degli Accordi di Abramo.
Antonio Mazzeo
amazzeo61@gmail.com
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