Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
18 maggio 2023
Almeno quattro nigeriani, due poliziotti e due dipendenti dell’ambasciata americana ad Abuja, sono stati uccisi martedì scorso nell’Anambra State, nel sud-est del Paese, durante un attacco a un convoglio di due veicoli del governo statunitense. Il commando degli aggressori ha inoltre sequestrato altre tre persone.
I due poliziotti e i due impiegati locali del consolato americano in Nigeria sono stati brutalmente ammazzati mentre erano in viaggio con altri colleghi e agenti della polizia per organizzare la visita di una missione nella regione per un progetto, finanziato da Washington, volto a migliorare la difesa e la risposta alle inondazioni.
Il segretario del Dipartimento di Stato, Antony Blinken, ha condannato l’attacco, precisando che nessun cittadino americano è stato coinvolto. Ha poi precisato: “Non sembra che si tratti di una aggressione diretta alla nostra missione”.
Ora le autorità nigeriane, in collaborazione con l’ambasciata americana nel Paese, stanno conducendo indagini a tutto campo per ritrovare le persone sequestrate dai criminali.
Nella zona sono attive diverse organizzazioni separatiste, che recentemente hanno intensificato gli attacchi. Generalmente gli obiettivi sono edifici governativi e della polizia. Le autorità nigeriane accusano l’IPOB (acronimo per Movimento Popolare Indigeno del Biafra, indipendentisti che mirano a ripristinare la Repubblica del Biafra e il loro braccio armato, l’Eastern Security Network.
L’IPOB ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento nelle violenze. Tuttavia, le tensioni sono aumentate dopo l’arresto del leader e fondatore del gruppo, Nnamdi Kanu, attualmente sotto processo, dopo essere stato estradato dal Kenya nel giugno 2021. Era stato arrestato su ordine di cattura dell’Interpol. Imprigionato già nel 2015 era stato rilasciato dopo due anni ma era fuggito all’estero, dove ha ugualmente coordinato le azioni del suo raggruppamento.
Non solo nel sud-est, anche al centro del Paese gli attacchi si susseguono. Nel Plateau State sono in corso da anni violenti scontri tra agricoltori (per lo più cristiani) e pastori semi-nomadi (fulani, di religione musulmana) per i terreni e le risorse d’acqua, tensioni causate soprattutto dai cambiamenti climatici.
Un politico locale ha fatto sapere che durante l’ultimo incidente del 16 maggio 2023 sono morte almeno 30 persone. Nonostante le autorità abbiano dispiegato un numero ingente di agenti di polizia e soldati, i colpevoli non sono stati individuati. Intanto il presidente del distretto di Mango ha indetto un coprifuoco di 24 ore per evitare che i disordini si possano diffondere in altre zone.
La violenza è una delle tante sfide che il presidente eletto Bola Tinubu dovrà affrontare quando, a fine maggio, assumerà la guida del Paese più popoloso dell’Africa.
L’esercito nigeriano sta combattendo i jihadisti nel nord-est e contemporaneamente deve placare le tensioni separatiste nel sud-est, per non parlare dei continui rapimenti per estorsione che si stanno allargando a macchia d’olio in molte parti della ex colonia britannica.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
Twitter: @cotoelgyes
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Vuoi contattare Africa ExPress? Manda un messaggio WhatsApp con il tuo nome e la tua regione (o Paese) di residenza al numero +39 345 211 73 43 e ti richiameremo. Specifica se vuoi essere iscritto alla Mailing List di Africa Express per ricevere gratuitamente via whatsapp le news del nostro quotidiano online.
DAL NOSTRO ARCHIVIO:
Altro focolaio di guerra in Nigeria: i pastori fulani attaccano i contadini
Nigeria: testa mozzata di un politico in un parcheggio, accusati secessionisti del Biafra
Great reporting but the scope should spread across countries engulfed in political and military conflicts . The case of the ongoing genocidal war in the former Trust territory of the British Southern Cameroons aka Ambazonia is pointing to the consciences of goodwill and peace ambassadors. If you need more on the situation, am ready to assist.