Sandro Pintus
13 maggio 2023
L’intelligenza artificiale (AI) ha difficoltà nell’identificazione dei volti delle persone con carnagioni scure. Lo Zimbabwe diventa allora il laboratorio cinese per risolvere il problema. Lo fa con il programma NetOne per cui la Cina ha messo a disposizione 240 milioni di dollari per il suo sviluppo.
“Il presidente dello Zimbabwe, Emmerson Mnangagwa, si vanta che il governo può rintracciare dove camminano le persone, con chi parlano, anche dove dormono”. Lo scrive la rivista Africa Defense Forum, testata del U.S Africa Command. NetOne, al momento, con i suoi data center è il maggiore sistema nazionale di telecomunicazioni mobili.
Quindi tutti i cittadini dell’ex colonia britannica saranno spiati e schedati? In realtà chiunque abbia uno smartphone può essere tracciato e spiato nel pianeta in qualsiasi momento (il film di Oliver Stone, “Snowden”, lo spiega bene). Ma l’ammissione del presidente ne dà la cruda conferma ai suoi cittadini.
Opposizione e società civile dello Zimbabwe sono sul piede di guerra. Ricordano ancora la brutta esperienza della dittatura quasi quarantennale dell’ex presidente Robert Mugabe e la consorte spendacciona soprannominata “Gucci” Grace.
Hanno poca fiducia dell’attuale presidente che aveva promesso lavoro e risanamento dell’economia e ha messo in mano ai cinesi le tecnologie di sorveglianza informatica. Anche perché Mnangagwa è dello stesso partito di Mugabe: lo Zanu-PF, al potere dal 1980.
Tra i dissidenti del governo di Mnangagwa c’è l’ecclesiastico Evan Mawarire, fondatore del movimento cittadino #ThisFlag. Ha creato il movimento per sfidare corruzione, ingiustizia e povertà in Zimbabwe.
Mawarire è stato una delle vittime della repressione di Mugabe e di Mnangagwa. Il religioso è stato imprigionato e torturato nel 2016, 2017 e 2019 e accusato di tradimento rischiando 80 anni di carcere.
“Quando Robert Mugabe è stato rovesciato nel 2017, tutti pensavano che fosse il momento del cambiamento. Eppure, incredibilmente, lo Zimbabwe oggi è peggiorato rispetto all’era Mugabe.” Queste le dichiarazioni di Mawarire, nel 2021, al Summit di Ginevra per i diritti umani e la democrazia .
Secondo Nompilo Simanje, del Media Institute of Southern Africa (MISA) Zimbabwe, la dichiarazione del presidente è nitida. “È un chiaro esempio che il governo ha gli strumenti necessari e la capacità di monitorare le persone”.
Tra luglio e agosto prossimi ci saranno le elezioni e Emmerson Mnangagwa non ha nessuna intenzione di lasciare la presidenza. Gli strumenti di controllo forniti dai cinesi gli saranno molto utili per vincere la competizione elettorale per il secondo mandato.
Intanto i sostenitori dei diritti umani e civili danno l’allarme. “La Cina ha aiutato lo Zimbabwe a creare una struttura che consente al governo di colpire i dissidenti e violare la privacy dei cittadini”. Quella privacy che in Zimbabwe è un diritto costituzionale.
Mawarire alla CNN: “Siamo in un Paese in cui le libertà fondamentali previste dalla costituzione per i cittadini vengono palesemente violate”.
E ora verranno violate anche con il programma Smart Cities in Zimbabwe. È portato avanti dalle società cinesi Huawei, Cloudwalk Technologies e Hikvision che potranno installare la tecnologia di riconoscimento facciale negli spazi pubblici.
E la Cina potrà identificare i volti delle persone con carnagioni scure grazie all’intelligenza artificiale.
Sandro Pintus
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