Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
24 aprile 2022
La presenza dei mercenari del gruppo Wagner in Sudan è un segreto di Pulcinella alla portata di tutti.
I soldati di ventura sono già arrivati nel Paese ai tempi dell’ex dittatore Omar al Bashir e sono stati fotografati durante le proteste contro il vecchio despota.
Il governo di Khartoum ha sempre negato la loro presenza, eppure gli uomini di Wagner hanno stretti rapporti con i paramilitari sudanesi del Rapid Support Forces (RSF), cioè quelli che una volta si chiamavano janjaweed, i diavoli a cavallo che terrorizzavano le popolazioni del Darfur.
Oggi il loro leader, Mohamed Hamdan Dagalo, meglio noto come Hemetti, vicepresidente del Paese, sta tentando di conquistare il potere del Sudan con feroci e sanguinarie lotte contro l’esercito sudanese, comandato da Abdel Fattah Abdelrahmanal-Burhan, presidente del Sudan. Dal 15 aprile, inizio del conflitto, sono già morte oltre 400 persone e più di 3.500 sono state ferite.
I paramilitari di Hemetti godono dell’appoggio dei contractor russi di Evgenij Prigožin, uomo d’affari con stretti legami con il presidente russo Vladimir Putin, e, come documentato da Africa ExPress, sono addestrati dagli italiani.
Secondo quanto riporta la CNN, le RSF hanno ricevuto dal gruppo Wagner, missili necessari alla lotta spietata di Dagalo contro l’esercito sudanese. Il network televisivo e il suo sito web con base a Atlanta, negli Stati Uniti, hanno precisato che tale informazione è stata confermata da fonti sudanesi e diplomatici della regione.
Le affermazioni sono supportate da immagini satellitari dalle basi di Wagner nella vicina Libia. Lì i contractor russi sono schierati a sostegno di Khaifa Haftar, il generale che comanda l’Esercito nazionale libico. Ma in quelle basi sono dislocati anche i paramilitari dell’RSF che da anni stanno combattendo a fianco delle truppe di Haftar.
Per capire le radici dei legami tra Libia e Sudan bisogna ritornare indietro di anni, ai tempi di Gheddafi. Il leader libico aveva un progetto ambizioso nella regione, che prevedeva la creazione di quella che lui chiamava una “cintura araba” attraverso l’Africa saheliana. Il suo obiettivo era quello di garantire l’egemonia della Libia nella regione.
Il regime di Tripoli aveva fornito supporto logistico al Movimento per la giustizia e l’uguaglianza (JEM) e ad altri movimenti ribelli del Darfur.
Haftar ha negato categoricamente di aver inviato materiale bellico in sostegno di Dagalo e i suoi uomini, come è stato annunciato in un articolo del 19 aprile scorso dal Wall Street Journal. In base a quanto scritto dal quotidiano statunitense, Haftar avrebbe inviato rifornimenti militari con un aereo, atterrato in un aeroporto sudanese controllato dai paramilitari sudanesi.
Difficile capire nell’attuale caos quali siano le notizie reali o fake news, in quanto impossibile verificare.
Ma le immagini satellitari, analizzate dalla CNN e dal gruppo open-source All Eyes on Wagner non possono negare l’evidenza: mostrano un aereo da trasporto russo che fa la spola tra due basi aeree libiche chiave controllate da Haftar e utilizzate dai contractor.
Pochi giorni prima dello scoppio del conflitto, Haftar ha ordinato l’arresto di un vice di Musa Hilal un comandante delle milizie sudanesi che è un acerrimo nemico di Hemetti.
Le forze di Hilal sono state responsabili di aver inflitto pesanti perdite ai mercenari russi del gruppo Wagner – altro alleato di Haftar – nella vicina Repubblica Centrafricana in un’imboscata vicino al confine sudanese all’inizio dell’anno.
The Guardian in un articolo di ieri, ha riportato che pochi giorni prima dell’inizio del conflitto, uno dei figli di Haftar, Sadeeq, è volato a Khartoum per donare 2 milioni di dollari all’Al-Merrikh Club (una delle grandi squadre di calcio del Paese), che si trova in difficoltà finanziarie. Il club è associato a Hemetti, che ha contribuito a riparare lo stadio.
Sadeeq Haftar è stato ospite del leader delle RFS durante il suo soggiorno a Khartoum e due giorni dopo la partenza del illustre libico sono state portate alcune truppe dei paramilitari sudanesi all’aeroporto di Merowe, come riporta anche The Libyan Observer.
Anche se Haftar nega di essersi schierato con le RSF, la crescente attività dei Wagner nelle basi di Haftar, e le testimonianze raccolte, non escludono che sia la Russia, sia il generale libico potrebbero essersi preparati a sostenere il comune amico Hemetti ben prima dello scoppio dei feroci combattimenti in Sudan.
Ma per il momento sia Haftar e altri attori internazionali come Emirati Arabi Uniti e Russia, non vogliono impegnarsi completamente a favore di una parte coinvolta nel conflitto, il cui esito è tutt’ora incerto e poco chiaro. Il generale libico deve anche fare attenzione a non inimicarsi l’Egitto che appoggia al-Burhan.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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