Khartoum, 19 aprile, 2023
“Siamo disperati – racconta Ali Babà, lo stringer di Africa ExPress a Khartoum – Sono scappato da casa, non ho preso nulla con me. Continuano a sparare, piovono bombe. Il tanto promesso cessate il fuoco per motivi umanitari, richiesto dal rappresentante dell’ONU, Volker Pethers, non è stato rispettato”.
E’ cominciata la caccia all’uomo da parte degli uomini di RSF che hanno ricevuto l’ordine di ammazzare sul posto e a sangue freddo qualunque siriano ed egiziano incontrino sulla loro strada. In Sudan ci sono parecchi siriani ed egiziani. Lavorano in società di costruzioni, hanno ristoranti o altre attività commerciali.
Gli appelli lanciati ieri e gli accordi raggiunti per un cessate il fuoco non hanno funzionato e oggi la battaglia è continuata imperterrita tutto il giorno. I morti sono oltre 270 e si parla di oltre 2.600 feriti tra i civili. Molti ospedali sono chiusi. La gente è costretta a rimanere in casa e si deve accontentare dei pochi viveri rimasti in dispensa.
Dunque nessuna tregua tra le forze armate sudanesi, leali al presidente del Consiglio sovrano, Abdel Fattah al-Burhan da un lato, e Rapid Suport Forces (RSF), comandate dal vice-presidente, Mohamed Hamdan Dagalo più conosciuto con il soprannome di Hemetti.
La villetta di fronte alla residenza dell’ambasciatore italiano è stata saccheggiata come si vede nel video qui sotto postato dall’emittente Sky News.
Secondo quanto rivela un altro stringer di Africa ExPress, i paramilitari janjaweed del Rapid Support Forces sono entrati anche nel compound delle Nazioni Unite a Khartoum e hanno devastato i locali e stuprato una funzionaria giapponese.
Tre paramilitari intorno alla 5 del mattino sono entrati nella sede di OCHA. Nel cortile hanno cercato di rubare le auto porcheggiate ma nn sono riusciti a metterle in moto. Sono tornati un paio d’ore dopo in 7 e si è verificata la stessa scena. Sono fuggiti dopo aver danneggiando le auto ma senza portarle via.
Infatti, poche ore dopo, il governo di Tokyo ha annunciato che sta tentando di evacuare tutti connazionali (una sessantina) dal Paese. Il segretario di gabinetto del ministero degli Esteri giapponese, Hirokazu Matsuno, ha chiesto al ministro della Difesa di utilizzare l’aereo delle Forze di autodifesa.
Anche la Germania ha già fatto partire mercoledì tre aerei militari da trasporto A400M per portare in patria 150 tedeschi. I velivoli sono poi atterrati per fare rifornimento in Grecia mercoledì, secondo quanto riporta Der Spiegel. Il ministero degli Esteri di Berlino e tantomeno quella della Difesa hanno voluto rilasciare commenti.
E persino il Kenya sta pensando di rimpatriare 3.000 connazionali che attualmente si trovano nel Paese. Lo ha comunicato Roseline Njogu, segretario principale del ministero degli Esteri di Nairobi. Il ministero ha istituito un team tecnico che sta monitorando la situazione e si sta preparando a sostenere i kenioti in Sudan attraverso assistenza umanitaria e una eventuale evacuazione di emergenza, se fosse necessario.
Nella quartiere Ozone un commendo armato senza uniformi, probabilmente del Rapid Support Forces, ha fatto irruzione nelle abitazione degli stranieri ha separato gli uomini dalle donne e li ha portati via.
In Sudan la guerra civile imperversa ormai non solo nella capitale ma si è diffusa in molti Stati. Gli avvenimenti delle ultime ore mostrano che l’obbiettivo delle Rapid Support Forces è di prendere il controllo e occupare case ed obbiettivi privati degli stranieri e trasformali in loro centri operativi.
Secondo un funzionario dell’UNDP “siamo preoccupati per i rischi e i danni collaterali che possono colpire il personale delle Nazioni Unite e delle organizzazioni di aiuto”.
Diversi edifici e residenze del personale delle Nazioni Unite sono già stati colpiti da proiettili vaganti a Khartoum. Al momento non si registrano feriti tra il personale.
Ovviamente in queste condizioni di caos furibondo, la criminalità nei confronti dei diplomatici, del personale ONU e umanitario è aumentata non solo nella capitale ma anche in altre regioni del Paese, in particolare nel Darfur.
Gli episodi segnalati di intrusione e saccheggio dei locali delle Nazioni Unite e delle NGO da parte di uomini armati in uniforme (principalmente i janjaweed di RSF), il rapimento di due stranieri maschi, per altro successivamente rilasciati, e lo stupro della giapponese e il tentativo di una seconda violenza sessuale nei confronti di una donna espatriata a Khartoum sono indicativi dell’aumento esponenziale del livello di rischio contro il personale espatriano nel Paese.
Naturalmente in questa confusione totale si spargono anche voci incontrollabili. Le registriamo per dovere di cronaca ma Africa Express non ha potuto verificare le loro veridicità. Ieri pomeriggio si è diffusa la voce di un attentato a Hametti. Qualcuno ha sostenuto che fosse ferito o addirittura morto.
Senza conferma anche la liberazione da parte dell’esercito del ministero degli Interni che era caduto nelle mani dai paramilitari dell’RSF.
Africa ExPress
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