Antonio Mazzeo
13 aprile 2023
I Paesi africani si confermano ottimi clienti per il complesso militare-industriale turco. Nelle scorse settimane le forze armate dell’Angola hanno ordinato un imprecisato numero di droni da combattimento Aksungur prodotti dalle Turkish Aerospace Industries (TAI).
L’interesse delle autorità militari di Luanda per i velivoli killer era stato espresso dal presidente Joao Lourenço durante la sua visita in Turchia nell’agosto 2021. Due mesi più tardi il leader turco Recep Tayyip Erdoğan aveva annunciato la possibilità di un accordo di cooperazione militare-industriale con l’Angola. Nell’ottobre 2022 l’ok da parte del governo dello stato africano allo stanziamento di 93 milioni di dollari per l’acquisto di velivoli senza pilota da parte della società a capitale pubblico Simportex.
Il manager generale del comparto droni di TAI – Turkish Aerospace Industries (TAI), Omer Yildiz, ha confermato l’avvio della produzione degli “Aksungur”; otto velivoli sarebbero stati completati mentre altri sei dovrebbero essere pronti nelle prossime settimane. Oltre all’Angola, i droni sono destinati alle forze armate del Kyrgyzstan.
Con un’apertura alare di 24,2 metri, una lunghezza di 12,5 metri e un’altezza da terra di 3,1 metri, gli “Aksungur” sono velivoli senza pilota bimotore del tipo “MALE” (media altitudine e lungo raggio): possono raggiungere una tangenza operativa di 40.000 piedi con un raggio di collegamento di oltre 250 km. Hanno un’autonomia di volo fino a 50 ore e una velocità di 180 km/h.
L’Aksungur è stato sviluppato dal drone-killer “Anka” acquistato dalla Marina militare della Turchia nell’ottobre 2021. La società produttrice ha configurato i nuovi velivoli per lo svolgimento di missioni diurne e notturne ISR (Intelligence, Sorveglianza e Ricognizione) e per l’attacco al suolo, con l’impiego di sofisticati sistemi radar ed elettro-ottici e un’ampia gamma di armi aria-terra (carichi fino a 750 kg di bombe a guida laser Teber 81 e 82, Mk 81 e Mk 82, MAM-L e MAM-C, missili anticarro L-UMTAS e razzi Cirit).
TAI ha predisposto pure una versione Aksungur per il pattugliamento marittimo con radar, sistemi di identificazione automatica, sonoboa e rilevatore di campi magnetici anomali.
“L’Aksungur è la soluzione economica migliore per i Paesi che hanno budget limitati per la difesa; inoltre l’Angola potrà beneficiarsi anche dell’esperienza e delle capacità tecnologiche delle forze armate turche”, commentano gli analisti del sito specializzato Military Africa. “Il drone assicurerà un assetto inestimabile ai militari angolani. Le sue caratteristiche lo rendono ideale per un ampio spettro di missioni, da quelle di intelligence e individuazione di potenziali minacce, a quelle di attacco contro obiettivi terrestri. Inoltre, l’Aksungur è particolarmente manovrabile e ciò lo rende adatto per le operazioni aeree”.
L’Angola non sarebbe il primo Paese africano a cui TAI – Turkish Aerospace Industries – potrebbe trasferire i velivoli d’attacco. Nell’ottobre dello scorso anno la stampa internazionale ha riportato la notizia di una commessa di sei droni Aksungur da parte delle forze armate dell’Algeria. Pare tuttavia che Algeri potrebbe optare per l’acquisto del modello Anka-S+, anch’esso prodotto dal gruppo industriale turco. Quest’ultimo è un velivolo capace di operare a media altitudine e lunga durata per soddisfare i requisiti di ricognizione, trasmissione satellitari dati, acquisizione obiettivi, tracciamento e attacco.
Secondo Military Africa anche il Ciad si starebbe dotando di droni-killer “Anka-S+”.
Antonio Mazzeo
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