Sandro Pintus
6 aprile 2023
Uebert Angel, ambasciatore plenipotenziario del presidente è stato licenziato. Gli sono stati tolti il passaporto e il titolo diplomatico. Eddie Cross, biografo del presidente dello Zimbabwe, Emmerson Mnangagwa, lo ha detto durante un’intervista alla TV Al Jazeera.
Il licenziamento del predicatore-ambasciatore, autodefinitosi profeta, è stato il primo risultato tangibile – e scontato – dell’indagine Gold Mafia trasmesso dalla rete televisiva qatarina.
Il compito di Angel, al secolo Uebert Madzanire, doveva essere la promozione del Brand Zimbabwe. Attraverso le sue capacità oratorie e di marketing doveva trovare finanziatori e investimenti per far uscire dal baratro economico, e promuovere, l’ex colonia britannica.
Angel lo stava facendo ma soprattutto in modo illecito attraverso il contrabbando di oro e il riciclaggio di denaro sporco via Dubai. Pare il personaggio principale a capo di un’organizzazione a delinquere molto ben organizzata ed efficiente.
L’indagine di due giornalisti sotto copertura dell’Unità investigativa di Al Jazeera ha scoperchiato un calderone. Sotto falso nome volevano riciclare 1,3mld di USD. Lo scoop conferma alto livello di corruzione in Zimbabwe, anche ai vertici, e mette in difficoltà persino il capo dello Stato.
Il 4 marzo in una conferenza stampa, che escludeva le domande dei giornalisti, è intervenuta Monica Mutsvangwa, ministra dell’Informazione dello Zimbabwe.
“Il governo prende atto del documentario intitolato Gold Mafia…e prende sul serio le accuse sollevate – ha affermato la ministra -. E ha dato ordine agli organi competenti di avviare indagini sulle questioni aperte dal reportage. “Chiunque venga trovato coinvolto in atti di corruzione, frode o qualsiasi altra forma di crimine, dovrà affrontare la piena collera della legge”.
Durante la sua caduta, Uebert Madzanire-Angel, nonostante le registrazioni nascoste confermino le sue parole, ha attaccato i giornalisti accusandoli di aver raccontato menzogne. Ha anche aizzato i suoi seguaci ad attaccare coloro che lo accusano di contrabbando d’oro e riciclaggio di denaro.
Intanto, mentre il profeta indagato affila le armi, dal Regno Unito è partita una petizione per congelare i suoi beni. L’iniziativa è organizzata da Cathy Fikile Tshezi, cittadina zimbabeiana residente nel Regno Unito, che ne chiede anche l’arresto. Nel momento in cui scriviamo la petizione ha superato le 17.500 firme.
Lo scandalo tocca anche le istituzioni dello Zimbabwe. Queste alzano le barricate e smentiscono il coinvolgimento nei traffici del predicatore-profeta-ex ambasciatore. Tra queste: Reserve Bank of Zimbabwe; Mugabe Airport di Harare; Fidelity Printers and Refinery, raffineria d’oro dello Zimbabwe e altre.
Davanti allo scalpore creato dall’indagine giornalistica, George Charamba, portavoce di Mnangagwa ha intimato ai media di non parlare di Gold Mafia.
In risposta, Gift Siziba del partito di opposizione Citizens Coalition for Change (CCC) ha affermato che la corruzione è il principale ostacolo all’economia del Paese.
“Invece di perseguitare i giornalisti, le istituzioni devono essere in grado di rispondere ai cittadini di questo Paese – ha dichiarato Siziba -. Devono spiegare cosa è stato fatto finora per affrontare e risolvere il problema della corruzione”.
Fino ad oggi sono state trasmesse due delle quattro puntate esplosive di Gold Mafia. Sicuramente ci saranno altre sorprese non solo in Zimbabwe, ma anche in Sudafrica implicato anch’esso nel riciclaggio di denaro sporco contrabbando di oro e tabacco.
Sandro Pintus
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