Dar es Salaam, 30 marzo 2023
Kamala Harris, vicepresidente degli Stati Uniti, ha cominciato un tour in Africa. Obiettivo è convincere i Paesi del continente a schierarsi con gli Stati Uniti nella guerra in Ucraina e non farsi attrarre dalle lusinghe di Mosca e di Pechino. Oggi la vice di Biden ha incontrato a Dar es Saalam (Tanzania) – seconda tappa del suo tour africano – Samia Suluhu Hassan, capo di Stato del Paese e l’unica presidente donna in tutto il continente. Nei giorni scorsi la Harris si è recata in Ghana e domani volerà in Zambia.
Tra donne ci si intende, e ovviamente non sono mancati i complimenti della Harris alla presidente tanzaniana. La vicepresidente americana ha sottolineato che la Hassan è “un campione” di democrazia. Certamente la Harris non avrà molto apprezzato il non allineamento della Tanzania per quanto riguarda la guerra in Ucraina.
E allora ha cominciato con le promesse e ha blandito la sua controparte: “Il nostro obiettivo comune è aumentare gli investimenti in Tanzania e rafforzare i nostri legami economici”, ha dichiarato Harris, elencando una serie di iniziative.
Tra queste, un nuovo memorandum d’intesa tra la Export-Import Bank of the United States (EXIM) e il governo della Tanzania. La firma del MoU dovrebbe facilitare un finanziamento di circa 500 milioni di dollari per le aziende statunitensi che intendono esportare beni e servizi in diversi settori nel Paese africano.
La Harris ha anche accennato a una nuova partnership nel campo della tecnologia 5G e della cybersicurezza, nonché a un piano sostenuto da Washington da parte di LifeZone Metals. Il progetto dovrebbe favorire l’apertura di un nuovo impianto di lavorazione per i minerali destinati alle batterie dei veicoli elettrici.
La vicepresidente USA ha poi sottolineato che in questo modo i minerali grezzi potranno essere presto lavorati direttamente in Tanzania, dai tanzaniani. Ha poi aggiunto che, a partire dal 2026 l’impianto potrà fornire nichel per batterie destinati agli Stati Uniti e al mercato globale.
La Cina ha investito molto in Africa negli ultimi due decenni, ed è entrata il concorrenza con gli Stati Uniti che stanno reagendo per non perdere le loro fetta di mercato. I cinesi infatti non nascondono di voler intensificare gli scambi commerciali anche con la Tanzania.
In qualità di vicepresidente, la Hassan ha preso in mano le redini del Paese dopo la morte di John Magafulli, scomparso tragicamente (molto probabilmente di Covid 19) nel 2021. Da allora sta cercando di rompere con il passato, con l’impronta autoritaria lasciata in eredità dal suo predecessore; da tempo si vedono segni di apertura.
Con la presidenza di Samia, la Tanzania è tornata a impegnarsi a livello internazionale dopo un periodo di quasi isolamento, imposto dal suo predecessore John Magufuli, che ha sempre scoraggiato i suoi ministri di recarsi all’estero.
Basti ricordare che il defunto presidente ha concesso solo ai politici eletti di condurre comizi nei loro collegi elettorali, ma sono stati vietati altri raduni e proteste politiche. Ha dato anche un giro di vite alla comunità LGBT della Tanzania e ha fatto arrestare decine di sostenitori dell’opposizione. Ha inoltre rifiutato i vaccini anti covid e ha esortato i tanzaniani ad affidarsi alla preghiera. Infatti poi è morto di covid-19, nonostante non ci siamo mai state conferme ufficiali.
Certo, c’è ancor molta strada da fare e le critiche al governo di Samia Suluhu Hassan non mancano. Le organizzazioni per i diritti umani lamentano che le violazioni persistono. Il mese scorso il ministro dell’istruzione ha bandito dalle scuole una serie di libri per bambini, ritenuti non idonei, in quanto incoraggerebbero l’omosessualità. Inoltre ci sarebbe ancora poca tolleranza nei confronti dei media online.
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