La sera del 6 aprile 1994, mentre stava atterrando
all’aeroporto di Kigali, veniva abbattuto da due missili l’aereo
con a bordo il presidente ruandese, Juvénal Habyarimana,
e quello burundese, Cyprien Ntaryamira, che rimasero uccisi.
All’alba successiva cominciava il genocidio in Ruanda
uno degli avvenimento più micidiali della seconda parte del secolo scorso
Cornelia I. Toelgyes
29 marzo 2023
Paul Rusesabagina, eroe del film “Hotel Rwanda”, condannato nel 2021 a 25 anni di prigione per terrorismo, è nuovamente a piede libero, grazie alla revisione della pena “per ordine presidenziale”. Il suo rilascio giunge a pochi giorni dal 29esimo anniversario del genocidio, iniziato il 6 aprile 1994.
Allora, in cento giorni, da aprile a luglio 1994, il regime che all’epoca governava il Paese, dominato da una dirigenza cattolica di etnia hutu, ha sterminato più o meno un milione di persone. Il Ruanda, tutto il Ruanda, era impazzito in preda a un odio razziale scatenato: famiglie che si spezzavano irrimediabilmente, mariti hutu che ammazzavano le mogli perché di origine tutsi, persone che abitavano nello stesso villaggio, pur avendo convissuto pacificamente per secoli con “gli altri”, incendiavano la capanna del vicino perché della tribù diversa.
Un funzionario della rappresentanza diplomatica statunitense ha accompagnato venerdì scorso l’ex detenuto dalla prigione alla residenza dell’ambasciatore qatariota a Kigali, capitale ruandese, dove ha trascorso un paio di giorni. Lunedì ha poi preso un volo alla volta di Doha, dove si è sottoposto a accertamenti medici prima di ripartire oggi verso gli Stati Uniti, per riabbracciare finalmente i suoi cari a Huston. La notizia è stata confermata da John Kirby, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca.
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, in un breve comunicato ha ringraziato i governi del Ruanda e del Qatar per aver reso possibile il rilascio di Rusesabagina.
Il 68enne Paul Rusesabagina è residente negli Stati Uniti e cittadino belga. L’oppositore del presidente ruandese, Paul Kagame, vive in esilio negli Stati Uniti e in Belgio dal 1996.
L’eroe è stato arrestato a Kigali nell’agosto 2020; è stato portato nel Paese delle mille colline con uno stratagemma escogitato dai servizi di intelligence ruandesi, per stessa ammissione del governo di Kigali. Rusesabagina si era imbarcato a Dubai su un jet privato che avrebbe dovuto portarlo nel Burundi. Invece è atterrato all’aeroporto di Kigali, dove è poi stato bloccato e incarcerato immediatamente.
Dopo oltre 900 giorni di carcere, Rusesabagina è stato rilasciato in base a un accordo tra il governo di Washington e quello di Kigali, con l’aiuto del Qatar.
Paul Rusesabagina ha ammesso di aver partecipato alla fondazione, nel 2017, del Movimento ruandese per il cambiamento democratico (MRCD), del quale FLN (Forces de Libération Nationales) è considerato il braccio armato. Rusesabagina ha però sempre negato qualsiasi coinvolgimento negli attentati commessi nell’ovest del Paese tra il 2018 e il 2019, con l’uccisione di 9 persone.
In una lettera dell’ottobre 2022, pubblicata dal governo ruandese venerdì 24 marzo, ha assicurato che d’ora in poi si sarebbe tenuto lontano dalla politica.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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