CENTRAFRICA

Cardinale rapito in Centrafrica: insorge la gente e dopo poche ore viene liberato

Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
18 marzo 2023

Ieri, durante la riunione ordinaria dei capi di Stato di CEMAC (Comunità Economica degli Stati dell’Africa Centrale) a Yaoundé, capitale del Camerun, Paul Bitya ha passato lo scettro dell’organizzazione – in base alla successione alfabetica – al presidente della Repubblica Centrafricana, Assange Touadéra.

Il cardinale centrafricano,Dieudonné Nzapalainga

Poche ore dopo, durante la notte tra il 17 e il 18 marzo si è poi sparsa la voce del rapimento del cardinale centrafricano, Dieudonné Nzapalainga, in occasione di una visita pastorale nella prefettura Haute Kotto, nella parte centro-orientale del Paese. Secondo quanto riferito, l’alto prelato è stato sequestrato da un gruppo di uomini armati, presumibilmente appartenenti a Coalition des patriotes pour le changement (CPC).

Pare che il cardinale e i membri della sua delegazione – tra questi il vescovo di Bambari e il parroco di Bria (capoluogo della prefettura Haute Kotto) – avessero rifiutato la scorta dei caschi blu di MINUSCA, la missione dell’ONU presente nella ex colonia francese dal 2014.

Il convoglio è stato fermato dai criminali all’una di notte all’uscita della città di Ouatta, per dirigersi verso  Ouanda Djallé, che dista un centinaio di chilometri. Secondo alcune fonti, gli uomini armati avrebbero chiesto un riscatto di 5 milioni di CFA ( poco più di 7.500 euro).

La popolazione, appena ha appreso la terribile notizia, si è mobilitata per la liberazione del cardinale, mentre i vertici di MINUSCA avrebbero intavolato subito trattative con il gruppo armato.

Dieudonné Nzapalainga, anno 1967, è stato nominato arcivescovo di Bangui da Benedetto XVI nel 2012, mentre è stato chiamato alla carica di cardinale da Papa Francesco nel novembre 2016.

Intanto Nzapalainga non si ferma e continua la sua lotta per la pace nel suo travagliato Paese, dove dal 2013 si consuma un sanguinario conflitto interno.

Il primo ministro di Bangui, Félix Moloua, ha detto che sta seguendo il caso e ha precisato: “Il cardinale proseguirà la sua missione pastorale”.

Uomini di Wagner controllano casa per casa in un villaggio in Centrafrica

Malgrado la massiccia presenza dei mercenari russi del gruppo Wagner, le aggressioni alla popolazione civile sono all’ordine del giorno. I mercenari mostrano gran interesse verso le risorse minerarie del Paese e non hanno a cuore la sorte della gente e la tutela dei diritti umani.

Human Rights Watch in un rapporto dello scorso maggio, accusa i mercenari di crimini di guerra perpetrati nella Repubblica Centrafricana.

Bangui è sempre più vicino a Mosca. L’insegnamento della lingua russa è diventato obbligatorio nelle università con l’anno accademico in corso e non si esclude che con la revisione della  Costituzione, tanto voluta da Touadéra, la lingua di Putin possa diventare una delle tre lingue ufficiali, accanto al francese e il sango.

Ma non solo il Centrafrica, anche altri Paesi del continente, per lo più ex colonie francesi, subiscono il fascino di Mosca e dei Wagner.

Corbeau News Centrafrique, quotidiano ben informato sui fatti del Paese, ha annunciato che il presidente di transizione del Ciad, Mahamat Idriss Deby, si recherà nei prossimi giorni a Bangui. Durante il suo soggiorno avrà colloqui con il suo omonimo centrafricano, ma sarà anche l’occasione per incontrare il capo militare del gruppo Wagner in Centrafrica.

Aggiornamento:

Una volta giunti a Ouanda Djallé, dove il porporato e i membri della sua delegazione sono stati accolti da una folla immensa, il gruppo ribelle CPC ha categoricamente smentito il sequestro di persona e il suo portavoce, Aboubacar Sidik ha spiegato: “La zona è molto pericolosa e siamo sempre in stato di allerta. Non siamo stati informati dell’ arrivo di una delegazione di religiosi, pertanto abbiamo dovuto metterli in sicurezza in attesa di controlli e dell’autorizzazione dei capi”.

Dopo lunghe trattative che si sono svolte durante la notte, il cardinale e i suoi accompagnatori hanno potuto proseguire il viaggio. E Richard Appora, vescovo di Bambari, uno dei membri della missione, ha confermato: “Sono sorpreso che si parli di sequestro. Non c’è stato nessun rapimento, nessuna richiesta di riscatto. Abbiamo inviato una delegazione di parroci con uno o due leader della comunità alla base di CPC per perorare la nostra causa e chiedere di lasciarci passare”.

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
Twitter: @cotoelgyes
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Cornelia Toelgyes

Giornalista, vicedirettore di Africa Express, ha vissuti in diversi Paesi africani tra cui Nigeria, Angola, Etiopia, Kenya. Cresciuta in Svizzera, parla correntemente oltre all'italiano, inglese, francese e tedesco.

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