Sognavano l’America, migranti camerunensi approdati su un’isola dei Caraibi

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Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
8 marzo 2023

Oltre 600 camerunensi si sono ritrovati a Antigua, un’isola dei Caraibi, mai sentita nominare in precedenza.

Stato insulare Antigua e Barbut nei Caraibi

I giovani approdati a loro insaputa nello Stato insulare di Antigua e Barbuda, provengono tutti dalle due regioni anglofone del Camerun (Nord-Ovest e Sud-Ovest), dove si sta consumando un sanguinario conflitto dalla fine del 2016, dopo la decisione del presidente-dittatore Paul Biya di voler spostare gli insegnanti francofoni nelle scuole anglofone.

Da allora gli scontri sono stati continui tra i ribelli indipendentisti e l’esercito regolare. I separatisti, che vorrebbero trasformare le due regioni in uno Stato autonomo chiamato “Ambazonia”, denunciano da anni la loro marginalizzazione da parte del governo centrale e della maggioranza francofona.

Dal 2016 ad oggi, secondo International Crisis Group (ICG), sono morte oltre 6.000 persone, e un milione e più hanno dovuto lasciare le proprie case. Non solo l’esercito e la polizia sono accusati di gravi crimini, anche i ribelli sono parte in causa nelle atrocità commesse nelle zone anglofone.

Per fuggire a questa situazione disastrosa, gli oltre seicento sfortunati migranti hanno investito tutti i loro risparmi, pensando di trovare un futuro negli Stati Uniti. Il gruppo si era illuso di arrivare clandestinamente nel Paese, dopo l’annuncio risalente allo scorso luglio del governo di Washington di essere disposto a elargire una protezione temporanea ai camerunesi già presenti nel Paese.

Migranti del Camerun a Antigua

I camerunensi si sono affidati a falsi tour operator, che con svariati annunci su internet hanno promesso di organizzare, oltre al viaggio, anche la logistica dell’immigrazione come parte del pacchetto. I trafficanti di esseri umani travestiti da agenzie di viaggio, hanno chiesto ai disperati oltre 6.000 dollari a testa.

La maggior parte di coloro che sono finiti inconsapevolmente ad Antigua – un’isola che alcuni dicono di non aver neppure mai sentito nominare prima,  hanno confessato alla BBC – si aspettavano di rimanere lì solo per pochi giorni prima di essere portati in Sud America, da dove è stato pianificato il tragitto verso nord, fino agli Stati Uniti.

Una rotta molto pericolosa. Per arrivare dal Sud America in Messico, i migranti devono affidarsi a trafficanti senza scrupoli che spesso li costringono al contrabbando di droga e altro. Prima di giungere in Messico, devono attraversare il Darien Gap, una foresta pluviale montagnosa tra la Colombia e il Panama. Molti muoiono durante questa lunga marcia che dura almeno sei giorni.

Purtroppo il sogno americano dei 600 camerunensi si è fermato a Antigua, le tappe successive non si sono concretizzate. Sono rimasti bloccati su un isolotto di 94mila abitanti, senza soldi per finanziare il resto del viaggio.

Tutto questo caos è scoppiato perché il governo di Antigua e Barbuda, Stato insulare nei Caraibi, ha voluto stabilire un collegamento diretto con l’Africa centrale.

Tre secoli dopo che gli antenati degli Antigua sono stati costretti a imbarcarsi sulle navi negriere dall’Africa per lavorare come schiavi nelle piantagioni di zucchero di proprietà britannica sull’isola, molti hanno accolto con gioia e grande entusiasmo i collegamenti con la madrepatria. Il primo volo charter è atterrato – in modo regolare – nel giorno dell’Indipendenza, il 1° novembre, accolto con raffiche di cannoni ad acqua come saluto.

Ma nel giro di poche settimane sono arrivati altri voli charter, gestiti da un altro vettore, con a bordo centinaia di camerunensi in fuga dalle persecuzioni.

Secondo i dati ufficiali, 637 camerunensi si trovano a tutt’oggi sull’isola, dove sono approdati a loro insaputa, arrivati con voli charter tra dicembre e gennaio, senza più un soldo in tasca. Ora sono costretti a vivere in case fatiscenti o in pensioni economiche, nell’attesa di racimolare i soldi da parenti o amici per poter continuare il viaggio.

Gli imprenditori locali ora temono che se il medio Atlantico dovesse diventare una rotta migratoria, potrebbe rovinare il turismo nei Caraibi.

Lo Stato insulare ha però rinunciato al rimpatrio dei migranti, come stabilito in un primo momento. Poi, dopo aver sentito che i giovani camerunensi potrebbero finire in galera o addirittura essere uccisi una volta ritornati in patria, il governo ha abbandonato questo piano per motivi umanitari.

Ovviamente i voli charter con l’Africa centrale sono stati sospesi, ma il governatore generale, Sir Rodney Williams, ha ribadito la promessa del governo di aiutare i “fratelli e le sorelle” africani.

Williams ha aggiunto che nessuno, tranne i criminali, deve temere l’espulsione; “Proteggeremo tutti da abusi e sfruttamento”, ha sottolineato Williams. E il ministro dell’Informazione Melford Nicholas, ha aggiunto: “Con la crescita dell’economia, avremo bisogno di più competenze. Forniremo un alloggio e troveremo un modo per dare loro uno status legale qui”.

Nicholas ha infine fatto un appello ai cittadini: “Spero che la popolazione accolga gli africani con tutto il cuore”.

Del resto molti residenti li considerano fratelli e sorelle ancestrali, e stanno aiutando gli sfortunati migranti come possono, con cibo, ospitalità e persino denaro.

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
©RIPRODUZIONE RISERVATA

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2 COMMENTS

  1. Siete sicuri di ció dichiarate in questo articolo? Piu di 600 cittadini di un Stato indipendente si ritrovano in una isola, sono identificati provenendo dal Camerun. Domanda: avete contattato le autoritá dello Ststo camerunense?

    • Besta leggere l’articolo in cui citiamo la BBC come fonte primaria della notizia, confermata per altro dalle autorità d Antigua. Se lei ha qualche informazione da parte delle autorità del Camerun ce le invii pure. Le leggeremo con piacere.

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