Cornelia I. Toelgyes
16 febbraio 2023
Politico, servizio di informazioni statunitense fondato nel 2007 (oltre a dare notizie sulle attività della Casa Bianca, è specializzato in politica, finanza e poteri), in un recente articolo sostiene che il gruppo paramilitare russo Wagner sta espandendo i suoi progetti minerari in Africa.
La notizia è stata rivelata da un funzionario occidentale ed è contenuta in un cablogramma diplomatico, del quale il giornale ha potuto prendere visione.
Nell’ultimo anno Wagner avrebbe ampliato in modo significativo la sua attività nella Repubblica Centrafricana. E, secondo il funzionario e il cablogramma, i profitti delle miniere potrebbero arrivare presto a un miliardo di dollari. Introiti che quasi certamente serviranno per l’acquisto di nuove armi e l’arruolamento di altri mercenari.
I mercenari sono molto attivi in vari Pesi africani, ma combattono anche fianco dei militari russi in Ucraina. E è risaputo che il fondatore del gruppo, Evgueni Prigojine è molto vicino al presidente russo, Vladimir Putin.
D’altronde la Russia non nasconde nemmeno più le sue alleanze economiche e militari con vari Paesi africani, come lo dimostra in particolare l’ultimo tour nel continente del ministro degli Esteri, Sergej Lavrov che la scorsa settimana si è recato a Bamako, Nouakchott e Khartoum. Anche in Sudan, Mosca ha molti interessi nel settore minerario.
Washington teme ora che i profitti ottenuti nella Repubblica Centrafricana finiscano direttamente nelle casse che finanziano l’invasione russa in Ucraina. Il nuovo flusso di denaro potrebbe compensare in qualche modo la perdita di entrate dovute alle sanzioni economiche occidentali.
Tuttavia non è ancora ben chiaro quale sia il reale legame tra il Gruppo Wagner e il Cremlino, se il denaro guadagnato dalla società paramilitare russa sarà reinvestito nelle sue truppe e risorse in Ucraina. Oppure se il denaro sarà depositato nelle casse del governo di Mosca.
Sta di fatto che Wagner sta racimolando somme ingenti nella travagliata ex colonia francese, dove i mercenari sono arrivati nel 2018, subito dopo il primo carico di armi russi, giunte nel Paese grazie a una parziale abolizione dell’embargo ottenuta da Mosca.
Ufficialmente i paramilitari sono approdati a Bangui per proteggere il presidente, Faustin Touadéra e il suo regime. Giacché le casse dello Stato sono vuote a causa del lungo e sanguinoso conflitto interno iniziato nel 2013, il governo di Bangui ha dato in concessione diversi giacimenti auriferi al gruppo Wagner.
Società e manager russi vicini a Wagner hanno poi saputo trasformare, grazie a notevoli investimenti, anche piccole miniere artigianali in grandi siti di estrazione. Il tutto lascia pensare a una presenza dei contractor progettata a lungo termine.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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