Lavrov strappa il via libera alla costruzione di una base navale russa al governo militare sudanese

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Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
14 febbraio 2023

Il nuovo tour africano di Sergej Lavrov è stato un pieno successo. Dopo una tappa in Mali e Mauritania si è recato anche in Sudan, dove è riuscito a strappare il via libera per la costruzione  una base navale per le forze armate russe a Port Sudan. Si tratta di un progetto molto importante per la Russia, che da tempo desidera rafforzare la propria presenza nel Mar Rosso.

Progetto base militare russa a Port Sudan

Il progetto per la costruzione di una base navale russa è stato approvato una prima volta con un accordo bilaterale siglato il 16 novembre 2020 a Khartoum, per poi essere congelato nell’aprile 2021 in attesa di nuovi sviluppi.

Ed ora, in cambio dell’autorizzazione per la costruzione di questa importante infrastruttura militare, Mosca ha promesso di fornire armi e equipaggiamenti alle forze armate sudanesi.

Il 9 febbraio scorso il ministro degli Esteri russo ha incontrato il presidente del Consiglio sovrano sudanese, Abdel Fattah al-Burhan e poco più tardi Mohamed Hamdan Daglo, che, oltre a essere il vicepresidente del Paese è anche a capo del gruppo paramilitare Rapid Support Forces(RSF), il nuovo nome con cui di sono riciclati i janjaweed.

Sergej Lavrov, ministro degli Esteri russo e Abdel Fattah al-Burhan, capo del Consiglio Sovrano

Anche se non sono trapelati particolari, è risaputo che intercorrono forti interessi tra Hemetti, le RSF e Mosca, compresi contratti sull’estrazione mineraria. Infatti Lavrov ha ammesso che le aziende russe presenti in Sudan sono soprattutto impegnate nell’estrazione mineraria.

Lavrov ha promesso ai leader militari di Khrtoum di intercedere presso le Nazioni Unite perché sia revocato l’embargo sulle armi nel Darfur. Ha inoltre assicurato che Mosca è pronta a fornire anche grano e aiuti umanitari.

Al-Burhan ha ovviamente elogiato la Russia per il suo sostegno e ha affermato che le relazioni tra Khartoum e Mosca si basano sulla cooperazione e sullo scambio di interessi comuni.

Il potente ministro degli Esteri russo ha parlato anche della presenza dei soldati di ventura del Gruppo Wagner in Sudan. Ha però ribadito che si tratta di una compagnia militare di sicurezza privata, che sottoscrive contratti con i governi che chiedono il loro intervento per combattere il terrorismo. L’occidente non esclude che i contractor moscoviti abbiano legami con Hemeti.

Lavrov ha poi voluto sottolineare che il suo governo ha approvato la decisione del governo militare di transizione del Sudan di chiudere le frontiere terrestri con la Repubblica Centrafricana (Paese dove Wagner è presente dal 2018, ndr), per impedire movimenti transfrontalieri di terroristi e gruppi armati.

Prima di lasciare la capitale sudanese, Lavrov ha detto ai giornalisti che l’accordo per la costruzione della base navale è in attesa dell’approvazione del parlamento sudanese, senza però fornire ulteriori dettagli.

Intanto l’OK dei militari che guidano il governo di transizione c’è, ed è quello che conta. La base navale russa potrà ospitare 300 soldati e quattro navi militari, comprese quelle a propulsione nucleare. L’infrastruttura militare nel Mar Rosso dovrebbe fungere da hub logistico e centro di supporto e manutenzione per le unità da guerra e commerciali della Federazione Russa.

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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