Missionario italiano “salta” su una mina in Centrafrica: ferito gravemente rischia di perdere una gamba

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Africa ExPress
11 febbraio 2023

Un missionario italiano, padre Noberto Pozzi, è stato gravemente ferito ieri nelle vicinanze della città Bozoum, nel nord-est del Centrafrica. La macchina sulla quale viaggiava insieme a altre persone, che hanno riportato traumi meno gravi, ha urtato una mina ed è esplosa.

Padre Norberto Pozzi, Centrafrica

Padre Pozzi ha riportato importanti lesioni a entrambe le gambe e questa mattina è stato trasportato in un ospedale della capitale Bangui con un elicottero della missione di pace delle Nazioni Unite nel Paese (MINUSCA).

Secondo quanto hanno riferito telefonicamente ad Africa Express alcuni confratelli di padre Pozzi in Centrafrica, il missionario è uscito dalla sala operatoria mentre scriviamo. Ha subito un intervento per ricomporre  diverse fratture alla gamba destra. L’operazione si è protratta per oltre due ore.

La gamba sinistra ha subito lesioni più importanti. Domani mattina MINUSCA cercherà di evacuare il paziente in un ospedale a Entebbe, Uganda, per salvargli il piede. Rischia l’amputazione dell’arto.

Attualmente molti nosocomi della capitale centrafricana funzionano a ritmo rallentato. Gran parte degli operatori sanitari sono in sciopero da alcuni giorni. Medici e infermieri rivendicano migliori condizioni di lavoro e il pagamento dei premi promessi dal governo durante l’epidemia Covid-19.

Il religioso italiano ha 71 anni, originario di Lecco e geometra di formazione, nel 1980 è arrivato nel martoriato Paese dove ha lavorato per 8 anni come muratore. Una vocazione tardiva, perché solo al suo rientro in Italia si è dedicato agli studi di teologia ed è entrato nell’ordine dei Carmelitani scalzi. Missionario dal 1995, si trova a Bozoum dal 2011.

Non è chiaro chi abbia teso l’imboscata al padre Pozzi a una trentina di chilometri da Bozoum, dove ha sede la missione di cui fa parte. Un giornalista di Corbeau News Centrafrique, quotidiano ben informato sulle questioni nel Paese, raggiunto telefonicamente dalla nostra redazione, ha riferito che il gruppo armato 3R (acronimo per “Retour, Réclamation et Réhabilitation”) avrebbe negato categoricamente qualsiasi responsabilità nell’imboscata.

Proprio ieri mattina si sono sentiti diversi spari a Bozoum. In un primo mento è circolata voce che si trattasse appunto di miliziani del gruppo armato 3R, di passaggio non lontano dalla città. Secondo alcuni, i ribelli avrebbero tirato alcuni colpi in aria a un check point delle forze armate centrafricane (FACA).

Pare invece, secondo una fonte della sicurezza locale, che si trattasse, invece, di pastori fulani, di passaggio con il loro bestiame. E, secondo un articolo di Corbeau news, sarebbero stati i soldati di Bangui ad aver aperto il fuoco per primi, per paura della presenza di ribelli tra i pastori.

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