Kampala, 4 febbraio 2023
“Sono in troppi, siamo in troppi, non ce la faccio più”, ha esclamato l’ugandese Musa Hasahya Kasera. Il 68enne vive con la sua, a dir poco numerosa famiglia, composta da 12 mogli, 102 figli e ben 578 nipotini, nella provincia di Butaleja, a Bugisa, un villaggio sperduto in mezzo al nulla nel nord dell’Uganda.
L’anziano signore ora ha problemi di salute e due delle sue mogli lo hanno lasciato, perché Musa non è più in grado di provvedere alle necessità essenziali della grande famiglia.
Il cibo scarseggia, mancano i soldi per l’istruzione dei figli, per non parlare del vestiario per tutti componenti. Attualmente è pure disoccupato, inoltre il terreno da coltivare – poco meno di un ettaro – non produce a sufficienza per nutrire tutti.
Musa ha confidato ai reporter di al-Jazeera che inizialmente fare figli era diventato quasi un divertimento e il suo modo di vivere e di procreare ha persino attratto non pochi turisti in quella zona isolata. Ma ora ha deciso di dare un taglio e le sue mogli, in accordo con il patriarca, prendono anticoncezionali per evitare che la famiglia si allarghi ulteriormente.
“Non ricordo nemmeno il nome di tutti miei figli. Solo ora ho capito che sono stato un irresponsabile nel generare così tanti bambini, non sono nemmeno in grado di prendermi cura di tutti loro”, ha spiegato l’anziano papà.
Quasi tutti i discendenti vivono insieme in una casa fatiscente, con il tetto di ferro ondulato arrugginito, altri, sempre nelle vicinanze, in una ventina di capanne di fango ricoperte di erba.
Musa ha un solo fratello, dunque, quando si è sposato per la prima volta nel lontano 1972 e dopo l’arrivo della prima figlia, nata un anno dopo, tutti parenti e amici gli hanno consigliato di contrarre più matrimoni e di generare molti figli, per ampliare il patrimonio familiare.
Il patriarca è sempre stato molto stimato dai suoi compaesani, fino a poco tempo fa è stato un commerciante di bestiame e un macellaio molto in vista in tutta la zona. E, all’epoca, molte famiglie sono state ben felici di offrigli in sposa le proprie figlie, spesso ancora minorenni.
Con il tempo però le cose sono cambiate. Nel 1995 l’Uganda ha vietato i matrimoni con minorenni e la poligamia è consentita solamente in alcune tradizioni religiose.
I suoi 102 figli hanno un’età compresa tra 10 e 50 anni, mentre la moglie più giovane ha circa 35 anni. “Sembra disumano, non riesco a ricordare i nomi della mia numerosa prole. So solamente il nome del primo e dell’ultimo nato. Sono le loro mamme che mi aiutano a identificarli tutti”, ha confessato.
Musa non riesce nemmeno tenere a mente il nome di tutte le sue mogli. Ma qui gli viene in aiuto uno dei suoi figli, Shaban Magino, un insegnante di 30 anni che aiuta il padre a gestire gli affari di famiglia ed è uno dei pochi ad aver ricevuto un’istruzione. E ogni mese tutti membri si ritrovano per risolvere eventuali problemi o disaccordi.
Un funzionario locale e responsabile del villaggio di 4.000 anime, ha però elogiato l’anziano padre. Ha detto che nonostante i mille problemi, il patriarca “ha educato i suoi figli molto bene e non ci sono stati scontri tra loro o con gli altri abitanti”.
Africa ExPress
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