Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
1° febbraio 2023
Centoventi ghepardi sudafricani, nei prossimi 8-10 anni, saranno trasferiti dal Sudafrica all’India. Un tragitto aereo lungo 9.000 km che, entro febbraio, darà seguito alla sua reintroduzione sul suolo indiano. Serviranno a ripristinare la popolazione dello stupendo felino dichiarato estinto dal 1952.
L’invio dei primi 12 ghepardi sudafricani segue gli otto che sono partiti dalla Namibia per l’India centro-settentrionale lo scorso settembre. Sono stati liberati nel Kuno National Park, nello stato di Madhya Pradesh, 435 km a sud di Nuova Delhi. Per capire l’importanza di questo ripopolamento in India, i ghepardi della Namibia sono stati messi in libertà alla presenza del premier indiano Narendra Modi.
Il progetto
Il progetto di ripopolamento del felino maculato è coordinato dal dipartimento sudafricano per l’Ambiente (DFFE) in collaborazione con l’Istituto nazionale sudafricano per la biodiversità (SANBI). C’è anche la partecipazione di Parchi nazionali sudafricani (SANParks), Cheetah Range Expansion Project, Autorità nazionale per la conservazione delle tigri (NTCA) e Wildlife Institute of India (WII).
In programma c’è l’introduzione di 100-120 felini. I primi 12 ghepardi donati provengono quattro strutture private. Tre di queste sono aziende turistiche di lusso con riserve private (&Beyond Phinda Private Game Reserve, Tswalu Kalahari Reserve e Mapesu Game Reserve). La quarta è Waterberg Biosphere, ong che si occupa di conservazione e biodiversità.
Le consegne annuali dei felini servono a reintrodurre questo animale in vari parchi nazionali e creare turismo locale e posti di lavoro per le comunità dell’area.
Il ghepardo africano
Il ghepardo, come molti animali delle savane africane, è una specie in via di estinzione. Secondo il WWF, negli ultimi cento anni il 90 per cento dei ghepardi è andata perduta: ne sono rimasti 6.600 esemplari. Questo felino caccia nelle savane aperte che gli permettono di individuare meglio le prede e di avvicinarsi mimetizzandosi fino a 70 metri da queste. Recentissimi studi fatti con strumentazioni più precise, dicono che raggiunge i 93 km/h (invece dei 110 dichiarati in precedenza).
Una grande velocità ma una breve resistenza: se non riesce a cacciare in 300 metri deve rinunciare. Inoltre in questo brevissimo percorso di caccia deve riuscire a uccidere la preda e portarne via una parte prima che arrivino iene, leoni e avvoltoi a rubarla. La sua preda preferita è la gazzella di Thomson che corre a 64 km/h ma caccia anche antilopi e ungulati più piccoli.
I ghepardi della Namibia e quelli che invierà il Sudafrica sono della famiglia Acinonyx jubatus, presenti in Africa australe. Storicamente, questi felini vivevano in tutto il Medio Oriente, nell’India centrale e nella maggior parte dell’Africa sub-sahariana. Oggi in Iran ce ne sono una settantina, numero insufficiente per cederne alcuni all’India. I peggiori pericoli per la loro sopravvivenza sono il bracconaggio e la perdita del loro habitat utilizzato sempre più per l’agricoltura umana.
Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com
Twitter: @sand_pin
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Buongiorno
Plauso per la volontà di conservazione della specie come del resto delle altre in estinzione ( la lista si allunga ogni giorno ) . Ne approfitto per una semplice deduzione : nei parchi nazionali indiani ( piuttosto stressati da ingerenze umane ) esistono prede tipiche del ghepardo per la sua efficace reintroduzione ? negli ultimi anni mi dicono che la fauna cacciabile di base sia molto diminuita e gli ungulati di media grandezza prede tipiche dei ghepardi molto scarse. probabilmente oltre ai ghepardi converrebbe aumentare anche la sua base trofica. Mi rifaccio alla situazione del leopardo indiano ( panthera pardus fusca ) che per mancanza di prede è costretto a vivere nelle città indiane ed arrangiarsi predando cani scimmiette varie e altri animali domestici proprio per carenza di prede nei parchi nazionali. E’ vero che la nicchia e le abitudini sono diverse ma a volte per convergenza alimentare si hanno le stesse formule .
Cordialità
Grazie Luigi Andena per il suo commento.
Bisognerebbe chiedere al premier indiano, Narendra Modi, se i 120 ghepardi avranno cibo a sufficienza. Modi intende portare posti di lavoro nel settore turistico dei Parchi nazionali. Immagino che oltre ai 120 ghepardi sudafricani (e gli 8 della Namibia) ci sia in programma anche l’aumento di ungulati di media taglia. Altrimenti è solo propaganda. A meno che il Sudafrica non spedisca all’India anche qualche mandria di gazzelle di Thomson…
Lo vedremo strada facendo.