Costantino Muscau
Nairobi, 29 gennaio 2023
Una brillante ripartenza e una vergognosa espulsione. Il Gabon ha festeggiato la ripresa della sua celebre gara ciclistica, il Kenya è umiliato dall’ennesima cacciata di una maratoneta dopata.
Lo sport africano va avanti così, fra resurrezioni e tracolli. A Libreville si è conclusa domenica pomeriggio (29 gennaio) la 16esima edizione della corsa a tappe più importante del continente nero, la ennesima cacciata di una maratoneta dopata., rinata dopo 2 anni di sospensione causa Covid-19.
A Nairobi, durante lo svolgimento di questo giro ciclistico, sull’atletica si è abbattuta un’altra ignominiosa mazzata: Betty Wilson Lempus è stata squalificata per 5 anni dall’Athletics Integrity Unit per manomissione, o tentata manomissione del controllo antidoping, e per la presenza nelle sue analisi di Triamcinoloneacetonide, sostanza proibita.
Betty, 31 anni, nel 2021 era stata quinta alla Maratona di Praga e, a settembre, aveva dominato la mezza maratona di Parigi col tempo record di 65’46”, il ventesimo più veloce della storia. Nel 2019 era stata più lenta di ben 5 minuti! Nello stesso anno aveva vinto anche a Cracovia ed era giunta seconda a Napoli.
Betty è in buona compagnia: nel 2022 sono 25 gli atleti del suo Paesi sospesi dall’attività agonistica a causa dell’uso di sostanze dopanti. Un grande evento “positivo” (ma non per doping!) invece è stato il ritorno nel calendario ciclistico internazionale quale prova africana numero1 la TropicaleAmissa Bongo.
Era il 2006 quando l’allora presidente della Repubblica Gabonese, Omar Bongo, promise che il Paese avrebbe avuto ogni anno la sua competizione internazionale sulle 2 ruote.
E così fu: nacque il giro a tappe del Gabon in onore di sua figlia. E così è stato per 15 anni consecutivi, nonostante il padre-padrone della nazione sia venuto a mancare, nel 2009, dopo quasi 42 anni di potere assoluto.
A interrompere la serie c’è voluta la pandemia da Covid-19, che ha costretto ad annullare la Tropicale nel 2021 e nel 2022. Quest’anno, però, il giro, edizione numero 16, ha ritrovato il suo posto: 7 tappe, 933 km, 5 delle 9 province attraversate,10 nazioni rappresentate (Algeria, Burkina Faso, Cameroon, Costa d’Avorio, Eritrea, Gabon, Morocco, Ruanda, Mauritius, Benin) e 5 squadre professionali non africane (Francia, Spagna, Belgio, Turchia e Giappone).
Al via 89 corridori, (6 per squadra, 5 per l’equipe nipponica) lunedì 23 gennaio dal nord del Paese, Bitam, con arrivo, domenica 29 gennaio, nello spettacolare circuito della capitale Libreville, davanti al Senato, nel Boulevard Trionfale, proprio dove era il traguardo della prima edizione del 2006.
Le partenze e lo svolgimento sono sempre accompagnate da una partecipazione popolare quasi commovente. “Sono veramente felice dell’entusiasmo intorno a questa nuova edizione. Tutti aspettavano questo momento, sia la popolazione sia i ciclisti professionisti, sia chi si è impegnato nell’organizzazione”, ha commentato Benjamin Burlot, direttore de La Tropicale.
E questo nonostante la parte del…leone (quasi come ogni anno) l’abbiano fatta gli atleti francesi, già dominatori di 10 delle precedenti edizioni: la prima, la seconda e la terza tappa sono state loro appannaggio.
Solo alla quarta frazione, la più lunga (190 km), è spuntato l’algerino, Azzeline Lagabe, che a 36 anni e dopo 8 partecipazioni è riuscito finalmente a sfrecciare per primo.
Primo successo in carriera anche (alla quinta tappa) per lo spagnolo Miguel Fernandez Ruiz, 25 anni, e (alla sesta) per l’estone Karl Patrick Lauk, 26, e al danese Alexander Salby, 24, nella giornata finale.
Tre prime volte consecutive per tre giovani speranze europee. Ai corridori gabonesi è rimasta la magra soddisfazione di un’altra prima: dal 2006 un locale è salito sul podio al termine della sesta frazione, Glenn Morvan Moulengui, 27 anni, premiato per la combattività. E Glenn, il corridore più in vista del Gabon, è veramente pugnace.
Nel 2017 venne sospeso a vita con 5 compagni della nazionale ciclistica, dal Ministero dello Sport, per essersi rifiutato di prendere parte proprio a questa manifestazione: protestava contro la scarsità di risorse messe a disposizione della squadra e contro il mancato pagamento dei loro bonus. La squalifica però poi è stata ridotta e quinsi ha potuto prendere parte alla Tropicale rinata quest’anno e tanto amata anche dal presidente attuale, Ali Bongo Ondimba, 63 anni, degno figlio del padre-padrone Omar.
La classifica generale, e quindi la vittoria finale, però è andata al francese Geoffrey Soupe, 34 anni, primo alla prima tappa e – coincidenza – già 11 anni, all’esordio della sua carriera, fa aveva alzato le braccia al traguardo nella tappa disputatasi nella medesima provincia, Woleu-Ntem, alla frontiera del Camerun e della Guinea Equatoriale.
Insomma, la Francia regna sul Gabon, sulle strade, in bici: 11 successi in 16 edizioni. Macron, atteso a marzo a Libreville, deve accontentarsi considerato che altri Paesi francofoni (Burkina Faso, Mali..) sembrano non gradire più la presenza (armata) transalpina…
Costantino Muscau
muskost@gmail.co
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