In Mali si sta consumando la peggiore epidemia di colera degli ultimi anni, i morti hanno già superato quota mille, mentre i contagi, secondo il ministro della Sanità del Malawi, Khumbize Chiponda, sarebbero oltre 30.600.
E l’Organizzazione della Sanità (OMS) ha precisato che l’attuale infezione ha superato persino quella del 2001-2002; allora morirono 968 persone.
Il ministro della Sanità del Paese, Khumbize Chiponda, ha chiesto alla popolazione di prestare la massima attenzione nel maneggiare le salme delle vittime di colera prima dei funerali. Le persone morte a causa dell’epidemia, vengono quasi sempre lavate dai membri della famiglia che poi preparano banchetti funebri.” Ed è così che nascono sempre nuovo focolai”, ha aggiunto la Chiponda.
La maggior parte dei decessi si è verificata nelle due città principali, a Lilongwe, la capitale, e a Blantyre, dove i bambini sono tornati in classe solo recentemente. Le scuole hanno ritardato il rientro proprio per cercare di contenere la diffusione dell’epidemia.
La campagna di immunizzazione è stata intensificata lo scorso novembre, grazie all’invio da parte dell’ONU di quasi 3 milioni di dosi di vaccino orale. Malgrado ciò, i casi sono in costante crescita e le scorte ricevute alla fine dello scorso anno sono ormai esaurite, dunque è impossibile procedere con la prevenzione.
Il portavoce del ministero della Sanità, Adrian Chikumbe, ha spiegato che è molto difficile ottenere nuovi vaccini contro il colera, visto che in tutto il mondo viene prodotto da una sola ditta che lo distribuisce ovunque quando occorre e c’è richiesta.
Il colera è un’infezione diarroica acuta, causata dal batterio vibrio cholerae. La sua trasmissione avviene per contatto orale, diretto o indiretto, con feci o alimenti contaminati e nei casi più gravi può portare a pericolosi fenomeni di disidratazione.
La malattia colpisce ogni anno tra 1,3 e 4 milioni di persone in tutto il mondo, causando fino a 143.000 morti.
George Jobe, direttore dell’organizzazione no-profit Malawi Health Equity Network, ha spiegato all’AFP che gran parte della popolazione non crede che ci sia un epidemia di colera, inoltre, alcune religioni non permettono ai loro membri affetti dal virus di recarsi in ospedale.
Lo scorso settembre l’OMS ha lanciato l’allarme circa una preoccupante impennata di focolai di colera a livello globale, dovuta ai cambiamenti climatici, ai quali si aggiungono altri fattori scatenanti come povertà e conflitti.
Secondo l’OMS, tra il 2017 e il 2021 casi di colera sono stati rilevati in meno di 20 Paesi, mentre nel 2022 sono stati osservati focolai in ben 26.
Il Malawi è il Paese più densamente popolato di quell’area geografica. Conta quindici milioni di abitanti e oltre il settanta percento vive nelle zone rurali. Ex-colonia britannica, ha ottenuto la piena indipendenza nel 1964, ma resta uno dei Paesi più poveri dell’Africa. Oltre la metà della sua popolazione vive con meno di 1,25 dollari al giorno. L’aspettativa di vita è tra le più basse del pianeta: quarantanove anni per gli uomini, cinquantuno per le donne e la principale causa di morte è l’infezione da HIV/AIDS.
Le ricchezze del Paese sono in mano a un’élite ristretta e la corruzione della classe politica è proverbiale. Il presidente Lazarus Chakwera, eletto dalle fila dell’opposizione, cerca di combattere con ogni mezzo disonestà e immoralità della classe politica.
Solo l’11 per cento della popolazione del Paese è collegata a una linea di corrente elettrica, tra questi la popolazione rurale rappresenta il 4 per cento e in molti luoghi con il calar del sole cessano tutte le attività.
Africa ExPress
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La gente muore di colera perché non ha acqua pulita e non ha fognature.
Se pensate che la soluzione sia un vaccino siete messi molto molto male.
Peggio di quanto potete immaginare.
I vaccini servono a fermare la pandemia nella situazione di emergenza.