Sandro Pintus
17 gennaio 2023
Un video postato da un giornalista zimbabwiano su twitter mostra persone anziane insultate prese a calci e fustigate per aver partecipato a una manifestazione politica. Il raduno era organizzato dalla Coalizione dei Cittadini per il Cambiamento (CCC) a Martondera, 75 km a sud-ovest di Harare.
Le immagini, circolate la settimana scorsa, mostrano i volti spaventati degli anziani circondati da presunti supporter Zanu-PF, il partito al potere. Uno degli vecchi, visibilmente cieco a un occhio, viene obbligato a sdraiarsi e fustigato da quattro persone e uno di loro gli ruba il telefono. Un fatto umiliante, soprattutto per l’età delle vittime, che vengono mortificate per aver espresso il dissenso contro il governo.
“Cos’è successo alla società per cui i giovani in Zimbabwe possono aggredire un anziano e rubargli il telefono perché sostiene un partito di opposizione? Chi sponsorizza questa violenza pre-elettorale?” Si legge nel tweet di Peter Ndoro, giornalista televisivo che lo ha fatto girare sui social.
Immediata presa di posizione di Amnesty International attraverso Flavia Mwangovya, vicedirettrice dell’ong per l’Africa orientale e australe. “Questo attacco insensibile e politicamente motivato contro persone anziane che avevano semplicemente partecipato a un raduno di un partito politico di opposizione è scandaloso. Tali crudeli atti di violenza in passato hanno ripetutamente segnato il panorama politico dello Zimbabwe. Minacciano gravemente i diritti alla libertà di espressione, di associazione e di riunione pacifica”.
L’ong per i diritti umani ha chiesto al presidente Emmerson Mnangagwa di indagare sul brutale attacco e che i responsabili devono essere consegnati alla giustizia. “Le autorità dello Zimbabwe devono rispettare e proteggere pienamente i diritti alla libertà di espressione, di associazione e di riunione pacifica. Sia nel periodo che precede, durante e in quello successivo alle prossime elezioni”, ha dichiarato Mwangovya.
Lo Zanu-PF, partito al potere in Zimbabwe dal 1980 senza soluzione di continuità, ha preso le distanze dal grave fatto. Accusa invece l’opposizione di inscenare violenze politiche prima delle elezioni.
Mentre la polizia sta indagando sul caso l’opposizione afferma che il video sembra essere stato girato da uno degli assalitori. Mostra infatti un gruppo di apparenti sostenitori del partito Zanu PF. Sono le persone che prendono a calci e bastonate gli anziani del villaggio di Bhunu, distretto rurale di Marondera East.
Le violenze contro il partito di Nelson Chamisa continuano anche ad Harare. Nella capitale, lo scorso 14 gennaio, la polizia dopo aver sparato gas lacrimogeni contro un raduno del partito di opposizione, ha picchiato i manifestanti e arrestato 25 suoi membri, tra questi anche un deputato del CCC.
Il partito lo annuncia con un tweet: “La polizia ha arrestato il nostro “campione del cambiamento”, on. Amos Chibaya e altri ‘campioni’ che stavano partecipando a una riunione interna ad Harare questa mattina. Attualmente sono detenuti presso la stazione di polizia di Budiriro. Le accuse non sono chiare. Chiediamo il loro rilascio immediato”.
La polizia, nonostante fosse un incontro in una residenza privata, sostiene che era una manifestazione non autorizzata. Nel momento in cui scriviamo, sempre via social la difesa dei 25 arrestati ha confermato che un 17enne è stato rilasciato e posto sotto la sorveglianza del tutore. Nei prossimi giorni il tribunale deciderà se rilasciare gli arrestati su cauzione.
Tra luglio e agosto di quest’anno sono previste le elezioni che porteranno 270 membri nell’Assemblea Nazionale ed eleggeranno il presidente della Repubblica. Purtroppo lo Zimbabwe ha una lunga tradizione di violenze in periodo pre-elettorale ed elettorale.
I partiti dell’opposizione, dal 1980 ad oggi, hanno sempre accusato di brogli lo Zanu-PF. E il partito al comando, da 43 anni, ha sempre vinto le elezioni. Viene il dubbio che ci sia qualcosa di poco trasparente e le violenze di gennaio 2023 fanno presagire quelle del prossimo luglio.
Sandro Pintus
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