Costantino Muscau
Nairobi, 17 gennaio 2023
Il trucco c’è e si vede. Sempre di più. Assieme all’atletica, anche il calcio in Kenya rivela vistose chiazze di inquinamento.
Se il mondo dei celebrati runners appare bacato dal doping, quello del pallone sembra infestato da un fenomeno che anche l’Italia ha avuto modo di ben conoscere: quello delle scommesse clandestine e delle partite truccate.
Nel 2020 la Federazione calcistica kenyana (FKF) sospese 4 giocatori e 5 arbitri perché coinvolti in una associazione a delinquere internazionale dedita a manipolare i risultati.
Quello che è successo la settimana scorsa, però, è stato uno choc molto forte per il pianeta calcio del Kenya, che se anche non brilla sul piano internazionale, suscita però l’entusiasmo delirante delle folle, come si è visto durante gli ultimi Mondiali del Qatar.
Il calcio, infatti, è lo sport più seguito e praticato nel Paese. Per farsene un’idea basta farsi un giro, la domenica pomeriggio, nei dintorni di Nairobi e sulle creste che si affacciano alla spettacolare Rift Valley.
In ogni spiazzo, decine e decine di giovani, anche scalzi, si sfidano a inseguire un pallone.
Eppure, nonostante la pratica diffusa e il tifo per il calcio internazionale,
In questo fallimento, che i tifosi non meritano, un ruolo lo giocano sicuramente i numerosi scandali che hanno scosso la Federcalcio locale. Che ora usa il pugno di ferro.
La Federazione, infatti, al termine di indagini segrete e d’accordo con la FIFA (l’organizzazione calcistica mondiale), qualche giorno fa ha sospeso, precauzionalmente e provvisoriamente, 13 giocatori e 2 allenatori.
Ben 6 dei 15 “squalificati” (sia pure pro tempore) appartengono a una stessa stessa squadra, la “Zoo Fc”, di Kericho, (importante città nella Rift Valley). Secondo l’elenco ufficiale pubblicato sul sito della KFK, si tratta di Lucas Hamidu Kwizera, 28 anni, difensore; Johnstone Ligare, 42 anni; Daniel Kiptoo, 34 anni; Geoffrey Gichana, 42, e Brian Lumumba e Vincent Misikhu, (entrambi portieri di 27 anni).
La “Zoo Football club” sembra il ricettacolo della vergogna: nel maggio 2020 era stata retrocessa dalla Premier league (corrispondente alla nostra Serie A) e spedita in una serie inferiore. L’accusa: manipolazione delle partite. Sarà una coincidenza, ma molti altri atleti sospesi sono passati da Kericho, sede anche di un’altra compagine, il “Rovers FC”, dove gioca il trentacinquenne Dominic Ouma Okoth, a sua volta messo in castigo.
Alla squadra “Silibwet Leon’s FC”, (dell’omonima cittadina a circa 220 km a ovest di Nairobi, non distante da Kericho) appartengono altri penalizzati: Sammy Sindani Sabiri, 32 anni, difensore, William Odunga, 38 anni, pure lui difensore, e Stanislaus Akiya Munyasa.
Solo tre, della “lista infame”, come l’ha chiamata un sito sportivo, sono gli atleti che militano nella massima categoria. Uno è Isaac Kipyegon, 34 anni, difensore, capitano del Tusker Football club, società di Nairobi campionessa in carica e prima in classifica.
L’altro, fra coloro che sono sospesi e che non potrà giocare fino a nuovo ordine, è un suo carissimo amico e un tempo compagno di squadra al Tusker: il centrocampista Mike Madoya, 33 anni, ora ingaggiato dal “Nairobi City Stars”.
Il terzo è Dennis Monda, 29 anni, del Vhiga United, squadra di Kakamega, centro urbano del Kenya settentrionale a 30 km a nord dell’ Equatore.
Gli allenatori finiti nella rete (un quotidiano locale ha parlato di racket) sono due: Du Monde Selena Mangili, già nazionale congolese, ex attaccante dello “Shabana (di Kisii, città sud occidentale del Kenya), ora capo tecnico del “Kericho Rovers”.
L’altro è Willis Ochieng Oganyo, 41 anni, ex portiere, ora allenatore dello Zetech University (un ateneo privato a circa 20 km dalla capitale). Quando era fra i pali e giocava in Finlandia, fu accusato di essersi venduto due partite per 50 mila euro.
“La sospensione dei 15 è stata presa – ha dichiarato Barry Otieno, segretario generale della FKF – per garantire l’integrità del campionato e delle Lega e in linea con la politica di tolleranza zero della Federazione nei confronti del fenomeno dilagante delle partite truccate”.
Ha proseguito Otieno: “Abbiamo diffidato tutti i tesserati della Federazione dall’avere ogni tipo di contatto sportivo con i 15 sospesi per la durata dell indagine”. Insomma, linea dura.
Non si sa quanto efficace e credibile, se solo si pensa che la dirigenza della Federazione a metà novembre 2021 era stata sconvolta da un’inchiesta per malversazione.
Lo stesso Otieno era finito in gattabuia per una notte. E non è un caso che il provvedimento sia stato preso nel momento in cui a Nairobi è giunta una delegazione della Fifa e della Caf (la confederazione africana di calcio) per valutare la possibilità di riammettere la nazionale alle qualificazioni della Coppa d’Africa. Il grande Paese africano, infatti, era stato escluso per 9 mesi dalle competizioni internazionali a causa di una serie di irregolarità.
Costantino Muscau
muskost@gmal.com
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