Luciano Bertozzi
Gennaio 2023
La Glencore è stata al centro di tanti scandali e affari misteriosi, ma anche il suo fondatore Marc Rich (nato Marcell David Reich da una famiglia ebrea ad Anversa il 18 dicembre 1934 e morto a Lucerna il 26 giugno 2013) lo è stato.
Commerciante internazionale di materie prime, finanziere, uomo d’affari è stato incriminato negli Stati Uniti con l’accusa federale di evasione fiscale, frode telematica, racket, accordi petroliferi con l’Iran, durante la crisi degli ostaggi. Per sfuggire alle accuse è scappato in Svizzera. Il l’ex presidente degli Sati Uniti, Bill Clinton, lo ha graziato l’ultimo giorno del suo mandato.
All’inizio della sua carriera, quand ancora lavorava alla società di brokeraggio Philipp Brothers, allora la più grande società che commerciava metalli, ha avuto l’opportunità di sviluppare relazioni con alcuni regimi dittatoriali e Paesi sottoposti ad embargo.
Rich avrebbe detto al biografo, Daniel Ammann, di aver concluso i suoi affari “più importanti e più redditizi” con il regime razzista del Sud Africa. Ma anche altri dittatori erano fra i suoi clienti: ad esempio Gheddafi, Ceausescu e Pinochet.
Lavorò anche con Fidel Castro e con il governo dell’Angola. Del resto non ha avuto rimpianti per il suo operato, poichè diceva: “Fornisco un servizio. La gente vuole vendermi petrolio e altre persone vogliono comprare petrolio da me. Io sono un uomo d’affari, non un politico.”
Dopo la caduta dello scià di Persia, Rich ha utilizzato il rapporto speciale che aveva con l’Ayatollah Khomeini, per acquistare petrolio dall’Iran nonostante l’embargo. Non solo, grazie alle protezioni e agli appoggi di cui godeva ha potuto aggirare per molti anni le sanzioni USA.
L’Iran sarebbe diventato, infatti, il suo più importante fornitore di greggio per più di 15 anni. Inoltre ha venduto il petrolio di Teheran ad Israele attraverso un oleodotto segreto. Utilizzando i rapporti privilegiati con le massime autorità persiane, Rich ha aiutato il lavoro del Mossad, offrendogli contatti preziosi.
Rich con un socio ha anche acquistato la 20th Century Fox nel 1981. L’affare, tuttavia, fu congelato, a causa dell’accusa di aver violato le sanzioni. Tale società è stata poi venduta a Murdoch per 232 milioni di dollari nel marzo 1984.
Per dare un’idea del capitale a disposizione e, quindi, del ruolo significativo nell’economia globale, Business Insider ha raccontato che il patrimonio netto di Rich era stimato in 2,5 miliardi di dollari.
Nel 1983, Rich e il partner Pincus Green furono incriminati per evasione fiscale, frode telematica, racket e commercio con l’Iran durante l’embargo petrolifero (mentre i rivoluzionari iraniani tenevano in ostaggio cittadini americani). La pena prevista per tutti i suddetti capi di accusa era di 300 anni di carcere, ad ogni modo questo fu il più importante caso di evasione fiscale nella storia degli Stati Uniti.
Rich scappò in Svizzera e si dichiarò non colpevole, nonostante il pagamento di una maxi multa di 90 milioni di dollari. La Svizzera, malgrado le forti pressioni diplomatiche, rifiutò di estradarlo, come richiesto dagli USA, in quanto nella Confederazione Elvetica non sussisteva un embargo con l’Iran.
Washington comunque, mise una taglia di cinquecentomila dollari sulla sua testa e l’uomo di affari è rimasto per molti anni nella lista dei dieci fuggitivi più ricercati dall’ FBI. Sfuggì alla cattura per un pelo, in diversi Paesi: Finlandia, Germania, Gran Bretagna e Giamaica.
Il 20 gennaio 2001, l’ultimo giorno da presidente, Bill Clinton gli ha concesso una controversa grazia, di cui lo stesso Clinton in seguito si pentì.
Alcuni affermarono che il perdono presidenziale era stato comprato, poiché l’ex moglie di Rich, Denise aveva donato più di un milione di dollari al Partito Democratico, inclusi oltre 100.000 dollari alla campagna del Senato della moglie del Presidente, Hillary, e 450.000 dollari alla fondazione Clinton Library.
Per dare un’idea degli appoggi politici di cui godeva, è sufficiente dire che anche l’allora primo ministro israeliano, Barak, si è speso per il perdono presidenziale. Secondo alcune fonti, pressioni furono esercitate anche dal Mossad per il ruolo svolto nel rifornire di petrolio Tel Aviv. Il risultato fu che il presidente non fu in grado di opporsi concedendo la grazia, che il New York Times così definì: “Uno scioccante abuso del potere presidenziale”
L’inchiesta dell’ FBI sulla grazia si concluse nel 2005 con un nulla di fatto.
Nel 2000, il suo nome è stato menzionato nello scandalo del petrolio in cambio di cibo, secondo il rapporto scritto da Paul Volcker (Volcker Report), per aver pagato tangenti a Saddam Hussein
Luciano Bertozzi
luciano.bertozzi@tiscali.it
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