Cornelia I. Toelgyes
14 gennaio 2023
Pochi sanno che in Benin la religione di Stato è il vodoo e il 10 gennaio, da ben 30 anni, è festa pubblica nella ex colonia francese per celebrare le religioni endogene, cioè autoctone. Il vodoo è praticato dal 12 per cento della popolazione del Paese, che conta 13 milioni di abitanti.
Il festival attira sempre più persone di origini africane, arrivano dagli Stati Uniti, dal Brasile e dai Caraibi. I discendenti degli schiavi vogliono scoprire la religione e la terra dei loro antenati. I turisti religiosi dichiarano con orgoglio di essere originari del Benin e più precisamente di Ouidah, uno dei porti degli schiavi tra il XVII e il XIX secolo. Un milione di uomini, donne e bambini sono partiti da queste spiagge.
Martedì scorso si sono riunite oltre mille persone nella piccola città di Ouidah, sulla costa atlantica. E’ la città storica dei Pédah (popolazione indigena), ma anche degli ultimi discendenti degli schiavi che sono tornati più di due secoli fa dopo essere stati liberati. Sono riconoscibili dai loro cognomi, in quanto portano ancora i nomi dei padroni che i loro antenati sono stati costretti a servire nelle varie piantagioni di zucchero e cotone sull’altra sponda dell’Atlantico.
Le autorità vogliono anche sfruttare le profonde radici spirituali e le spettacolari usanze per attirare più turisti. Durante tutto l’anno, la città, culla del voodoo, è calma e si respira un’aria di serenità. Ma a capodanno, e soprattutto con l’avvicinarsi del 10 gennaio, si trasforma e si anima.
Durante la giornata della festa nazionale vodoo del Benin, i seguaci, indossando gli abiti da guardiani della notte, volteggiano in costumi, deliziando fedeli e turisti. Decine di persone vestite di bianco si affacciano poi sull’oceano a Ouidah per rendere omaggio a Mami Wata, una dea del mare.
“Vengono sempre più numerosi perché il vodoo non è più considerato una stregoneria,”, ha chiarito il leader spirituale vodoo, Daagbo Hounon Houna II, adornato con perline colorate e un cappello a cilindro.
Daagbo Hounon Houna II è il capo supremo e sovrano pontefice del culto. Nel suo palazzo, quartier generale mondiale del vodoo, chiamato “Houxwe”, non si contano più gli affreschi, le statuette, le rappresentazioni e i vari dipinti a gloria delle divinità di questo rito.
Il sovrano è felice di accogliere tante persone, “perchè sono proprio i fratelli della diaspora che contribuiscono alla realizzazione di questa celebrazione attraverso i loro diversi contributi”, ha specificato il capo supremo.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
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