Speciale per Africa ExPress
Cornelia Toelgyes
13 gennaio 2022
Appena atterrati all’aeroporto di Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana, due ex ufficiali francesi sono stati fermati dalla polizia aeroportuale e della frontiera, che hanno ritirato i loro passaporti e computer, nonché i loro identificativo di MINUSCA (Missione di pace dell’ONU nel Paese).
Subito dopo i due ex ufficiali sono stati dato in pasto alla stampa controllata dal governo. Secondo alcuni giornali locali, i due sarebbero militari francesi, che, senza alcun visto, avrebbero tentato di entrare nel Paese per destabilizzare la Repubblica Centrafricana.
I due veterani dell’esercito di Parigi con in tasca un contratto a tempo determinato con Nazioni Unite come consulenti internazionali, hanno iniziato il loro lavoro già sei mesi fa. L’impiego con l’ONU dovrebbe terminare il 31 dicembre 2023.
I collaboratori del Palazzo di Vetro sono stati inviati in Centrafrica con regolare visto che scade il 31 marzo, e il loro compito consiste nella fornitura di equipaggiamento e la partecipare all’addestramento delle truppe di Paesi francofoni di MINUSCA.
Un déjà vu in Mali, dove 49 soldati ivoriani, classificati come mercenari, sono stati arrestati a Bamako nel luglio 2022. Le 3 donne soldato sono state rilasciate a settembre, ma condannate in contumacia alla fine di dicembre alla pena di morte. Durante la stessa udienza anche ai militari maschi sono state inflitte pene pesanti (20 anni di galera), rilasciati poi il 7 gennaio scorso, dopo aver ottenuto la grazia presidenziale. Tutti i 49 militari ivoriani sono stati chiamati dalla missione di Pace in Mali (MINUSMA).
Secondo una fonte del governo di Bangui, il fermo dei due francesi sarebbe dovuto a incomprensioni tra MINUSCA e i servizi amministrativi centrafricani competenti. “Saranno presto rilasciati, ora la polizia ha ottenuto tutte le precisazioni”, ha poi aggiunto il funzionario.
Intanto si continua a combattere nella travagliata ex colonia francese. Proprio ieri ci sono stati nuovi violenti scontri a Abba, nel nord-ovest, a un centinaio di chilometri dalla capitale, tra i militari centrafricani (FACA) e i ribelli di CPC (Coalition des patriotes pour le changement.
Dalle 5 del mattino è scoppiato il panico tra la popolazione, che si è svegliata da tuoni di artiglieria pesante e raffiche di colpi di fucili. I militari governativi sono in postazione attorno il perimetro della città per proteggere gli abitanti, ma i ribelli, secondo un testimone oculare, si troverebbero ancora nelle vicinanze.
Finora non sono intervenuti i mercenari del gruppo russo Wagner, molto vicino al Cremlino. I soldati di ventura sarebbero postati a soli 35 chilometri da Abba.
Certo, dopo i violenti fatti che si sono verificati lunedì scorso tra i militari di FACA, i mercenari ci penseranno due volte prima di intervenire a Abba. I soldati governativi e i loro partner russi si sarebbero scontrati violentemente a Digui, che dista 45 chilometri da Bambari, nel centro-sud del Paese.
Secondo Corbeau News Centrafrique, quotidiano ben informato sulle questioni centrafricane, gli uomini di Wagner avrebbero preso provvedimenti nei confronti di un militare di FACA. E come ciò non bastasse, un gruppo di mercenari avrebbe poi anche malmenato il poveraccio.
Il militare centrafricano, dopo essere stato assalito, avrebbe puntato la sua arma contro due contractor, uccidendoli sul colpo. Ovviamente la reazione è stata immediata, sia da una parte che dall’altra. In pochi minuti sono stramazzati a terra, morti, 4 soldati e 3 mercenari. Le salme, si trovano ora nella camera mortuaria dell’ospedale di Bambari.
E’ davvero difficile combattere accanto gli uomini di Evgenij Viktorovič Prigožin, fondatore di Wagner. Persino molti “russi neri” sembra abbiano disertato e lasciato i ranghi dei mercenari russi.
E, come riporta CNC, ex miliziani di ex-Balaka e ex ribelli dell’Unità per la pace nella Repubblica Centrafricana (UPC) sono stati reclutati da Wagner per dare la caccia ai ribelli di CPC, gruppo armato che ancora imperversa nelle province di Ouaka e Haute-Kotto (nella parte cento-orientale).
Ma i russi neri, chiamati così dalle popolazioni perché crudeli quanto i mercenari bianchi nei confronti degli abitanti, dallo scorso novembre stanno abbandonando in massa l’organizzazione russa.
Come se ciò non bastasse, si vocifera da più fonti, che parecchi ex ribelli centrafricani stessero addirittura combattendo in Ucraina a fianco dei mercenari. Pare però che molti di loro, una volta giunti sul terreno di battaglia, sarebbero stati abbandonati a sé stessi e/o dati per dispersi. Altri, invece, sarebbero stati uccisi durante i combattimenti.
La Deutsche Welle sostiene in un articolo di pochi giorni fa che nella Repubblica Centrafricana, queste informazioni circolino già da tempo, citando Gervais Lokasso della società civile di Bangui. “Ci sono, ad esempio, soldati che sono stati mandati all’estero e le loro mogli, rimaste senza notizie, sono scese in strada per scoprire dove fossero finiti i loro mariti, ma le donne non hanno avuto risposte”.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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