AFRICA

ESCLUSIVA/Video shock in Mozambico: militari SADC bruciano corpi dei nemici uccisi

Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
12 gennaio 2023

Mozambico, Cabo Delgado al confine con la Tanzania, militari in piedi attorno a un fuoco acceso. Si vede un letto, delle sedie, altre suppellettili che bruciano. L’occhio cade immediatamente su un corpo con pantaloni mimetici nel mucchio di rifiuti che bruciano.

Un soldato, il mitra appoggiato alla sua sinistra, con lo smartphone inizia a filmare entrando e uscendo dall’inquadratura. Sulla manica sinistra del militare si vede per un momento la bandiera sudafricana, quanto basta a identificarne la nazionalità.

Mentre un altro soldato filma, alla sua sinistra si vedono due militari che gettano un altro corpo con mutande e maglietta sul mucchio di rifiuti. Un altro versa sul corpo liquido (infiammabile?) da una bottiglia di plastica. Sul fuoco vengono gettate pentole e altri oggetti. Un video di venti secondi terribili diventati virali nel web e definito “spregevole” dai funzionari della Difesa sudafricana.

Il video arrivato alla redazione di Africa ExPress

Il fatto sembra essere avvenuto il 29 novembre 2022 nei pressi del villaggio di Nkonga, nel distretto di Nangade. Qui le truppe della Missione militare SADC in Mozambico (SAMIM) e l’esercito Ruandese aiutano l’esercito mozambicano (FADM) contro i jihadisti di Ahlu Sunnah Wa-Jamaah (ASWJ), oggi IS-Mozambico.

Non si conosce la nazionalità degli altri soldati che potrebbero appartenere ad altri Paesi della SADC. Non si sa nemmeno se i corpi bruciati sono dei jihadisti o di civili. Intanto SAMIM e ministero della Difesa sudafricano hanno aperto un’inchiesta. Intende richiamare in Sudafrica i responsabili e giudicarli per quanto successo.

Crimine di guerra

Il “maltrattamento di cadaveri” è una grave violazione della legge sui conflitti armati e potrebbe costituire un crimine di guerra. Lo ha affermato Darren Olivier, direttore dell’African Defence Review, al giornale sudafricano Daily Maverick. È scritto nel Law of Armed Conflict Manual del 1996 e il Revised Civic Education Manual del 2004 del Sudafrica.

C’è poi l’articolo 4, quinto paragrafo, della Convenzione di Ginevra del 1929. Stabilisce che i belligeranti devono assicurare che “i morti siano onorevolmente sepolti”.

Mozambico, cadaveri bruciati da militari SADC

“Bruciare i corpi soluzione più semplice”

I militari sudafricani si difendono dicendo che dopo le azioni di guerra ci sono altri militari SADC che si occupano di “ripulire”. David Peddle, ufficiale in pensione dell’Esercito sudafricano ha dichiarato a DefenceWeb che il rogo dei corpi è stato organizzato con il consenso delle Forze armate mozambicane.

E va oltre le convenzioni internazionali: “Data la totale mancanza di strutture di sepoltura, bruciare i corpi era il modo più semplice. Sia per contenere sia l’odore che il potenziale virale in un clima con temperature che superano i 35°C. Il video non prova in alcun modo che i soldati del SANDF presenti abbiano fatto qualcosa di illegale”.

Il video fa il gioco dei jihadisti

Ma la questione più grave è che il video verrà utilizzato da ISIS. Secondo Piers Pigou dell’International Crisis Group, escluse le questioni morali il video fa il gioco di ISIS-Mozambico. Potrebbe fornire grande visibilità alla guerriglia jihadista a Cabo Delgado e potrebbe causare rappresaglie.

4.500 morti a causa del terrorismo jihadista

Truppe ruandesi e militari SADC (16 Paesi) sono presenti in Mozambico dal giugno 2021 con circa 5.000 soldati. Duemilacinquecento sono del Ruanda e il resto fanno parte della missione SAMIM della quale la maggioranza sono sudafricani.

I jihadisti di IS-Mozambico che terrorizzano il nord del Mozambico dal 2017 ad oggi hanno causato la morte di 4,540 morti di cui 1.995 civili e circa un milione di sfollati.

Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com

Twitter:
@sand_pin
© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

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Sandro Pintus

Giornalista dal 1979, ha iniziato l'attività con Paese Sera. Negli anni '80/'90 in Africa Australe con base in Mozambico e in seguito in Australia e in missioni in Medio Oriente e Balcani. Ha lavorato per varie ong, collaborato con La Repubblica, La Nazione, L'Universo, L'Unione Sarda e altre testate, agenzie e vari uffici stampa. Ha collaborato anche con UNHCR, FAO, WFP e OMS-Hedip.

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