Africa ExPress
31 dicembre 2022
Un fine dell’anno amaro per i 46 militari ivoriani arrestati in Mali lo scorso luglio con l’accusa di essere mercenari, sono stati condannati ieri a 20 anni di galera e a una multa di oltre 3.000 ero ciascuno. E’ andata ancora peggio alle tre donne soldato, rilasciate a settembre, grazie alla mediazione del Togo. A loro è stata inflitta la pena di morte in contumacia, ognuna di loro dovrà inoltre versare una somma di 15.000 euro.
I 49 soldati ivoriani sono stati fermati all’aeroporto di Bamako con la grave accusa di essere mercenari, mentre la Costa d’Avorio ha sempre sostenuto che i suoi militari erano presenti nello scalo perché impegnati nell’ambito delle operazioni di supporto logistico della missione ONU in Mali, MINUSMA, in base a un accordo siglato nel 2019.
La sentenza è stata pubblicata ieri sera, come ha fatto sapere Serge Daniel, giornalista ben informato sulle questioni in Sahel, firmata dal procuratore generale Ladji Sara, che ha motivato così la decisione della Corte: colpevoli di attentato e complotto contro il governo, minaccia alla sicurezza esterna dello Stato, possesso, porto e trasporto di armi e munizioni da guerra, allo scopo di turbare l’ordine pubblico con intimidazione o terrore”.
Alle tre donne soldato, liberate appunto a metà settembre e riportate in Costa d’Avorio, è stata inflitta la pena di morte con le stesse motivazioni attribuite ai loro colleghi, che si trovano ancora in carcere in Mali.
All’inizio di dicembre, i leader della CEDEAO (Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale), riuniti in un vertice a Abuja (Nigeria), avevano chiesto il rilascio dei soldati ivoriani entro il 1° gennaio 2023, pena ulteriori sanzioni al Mali.
Mentre il 22 dicembre, una delegazione ufficiale ivoriana si è recata in Mali con il mediatore, ministro degli Esteri togolese, Robert Dussey, per trovare una soluzione riguardante la liberazione dei militari. L’incontro si è concluso con la firma di un memorandum e il ministro della Difesa ivoriano, Téné Birahima Ouattara, ha sottolineato che la questione è “in via di risoluzione”.
Il mediatore togolese ha svolto un ruolo importante nelle trattative, ma anche una recente missiva, inviata dal presidente ivoriano, Alassane Ouattara, a Assimi Goïta, capo della giunta militare di transizione del Mali, ha contribuito ad allentare la tensione tra i due governi.
Certo, il verdetto pronunciato ieri dal tribunale di Bamako è pesante, tuttavia, secondo gli osservatori, non contraddice l’accordo firmato il 22 dicembre tra i due governi, poiché esiste ancora la possibilità della grazia presidenziale. Si attende ora il discorso di Goïta, in occasione dei suoi auguri di fine anno alla nazione.
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