Giorgio Vizioli
Milano, 20 dicembre 2022
Quattro unità mobili di intervento a Tripoli e a Sabha per fornire accoglienza protetta, sostegno psicosociale, servizi educativi formali e integrativi. L’Otto per Mille Valdese e Metodista sostiene il progetto InterSos per garantire protezione e istruzione ai bambini in Libia.
Raggiungere i minori vulnerabili in aree di difficile accesso e forte carenza di servizi, garantendo ai bambini protezione e possibilità d’istruzione e tutelandone l’integrità fisica e psicologica.
È questo l’obiettivo delle quattro unità mobili messe in campo dall’organizzazione umanitaria italiana InterSos in Libia, nell’ambito di un progetto supportato anche dai finanziamenti dell’Otto per Mille delle Chiese Valdesi e Metodiste.
Il progetto prevede l’organizzazione di squadre mobili di intervento, che lavorano in sinergia con le attività dei centri “Baity” (in arabo: “casa mia”) di Tripoli e Sabha (nella parte centro-meridionale del Paese): spazi sicuri che garantiscono ai minori accoglienza protetta, sostegno psicosociale, servizi educativi formali e educazione non formale e integrativa.
“A undici anni dall’inizio del conflitto – spiega Salvo Maraventano, vicedirettore regionale – la Libia è ancora in una situazione di instabilità e di pesante crisi umanitaria. In questo contesto, l’accesso all’istruzione è un problema grave: basti pensare che, fino alla metà del 2021, la chiusura delle scuole ha interessato 1,3 milioni di bambini. Nel 2021, sono stati 160 mila i minori e 5.600 gli insegnanti che hanno avuto necessità di assistenza educativa. A soffrire maggiormente sono le famiglie dei migranti e dei rifugiati, quasi la metà delle quali, tra quelle con figli in età scolare, non possono mandare i ragazzi a scuola per ragioni economiche, barriere linguistiche, mancanza di documenti”.
“Abbiamo voluto dare il nostro supporto a questo progetto – spiega Manuela Vinay, responsabile Ufficio Otto per Mille Valdese – perché rientra pienamente nei criteri in base ai quali valutiamo le iniziative da sostenere: in un approccio integrato, infatti, il progetto mette al centro le persone bisognose di sostegno, ossia i ragazzi tra i sei e i 18 anni, facendosi carico dei percorsi individuali e sensibilizzandoli sui temi della violenza di genere e della salute riproduttiva rivolte a donne e ragazze adolescenti”.
“Tra i nostri valori – conclude Manuela Vinay- l’istruzione e la cultura occupano da sempre un posto fondamentale, sia simbolico sia dal punto di vista effettivo, perché le consideriamo strumenti essenziali per una vita spirituale piena. È quindi con grande entusiasmo che abbiamo accolto la possibilità di sostenere un progetto finalizzato a favorire la scolarizzazione di tanti bambini e ragazzi costretti a vivere in condizioni così problematiche”.
Giorgio Vizioli
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