12 dicembre 2022
Domenica mattina la polizia dello Zambia ha scoperto 27 cadaveri di migranti morti di fame e stenti, nei pressi di Ngwerere, una zona rurale a nord della capitale Lusaka. Una sola persona tra il gruppo è stata trovata ancora in vita, agonizzante. L’unico superstite della strage è stato trasportato immediatamente all’ospedale della capitale.
Si presume che i migranti, tutti uomini di un’età compresa tra i 20 e 38 anni, presumibilmente etiopi, siano stati abbandonati dal trafficante al quale si erano affidati per raggiungere il Sudafrica. Non si muore solo in mare, cercando di raggiungere l’Europa, ora le vittime stanno aumentando anche sulla terra ferma, in Paesi dove in passato raramente sono stati registrati fatti del genere.
Quanto è accaduto in Zambia ieri, è la fotocopia di quanto è successo poco più di un mese fa in Malawi, altro Paese di transito verso il Sudafrica, che funge da calamita per le persone più povere del resto del continente. Allora sono stati trovati 25 corpi, in avanzato stato di decomposizione, di presunti migranti etiopici.
Secondo quanto riportato dal portavoce della polizia zambiana, Danny Mwale, i corpi dei migranti sono stati scoperti da alcuni residenti dell’area, che hanno allertato immediatamente le forze dell’ordine. “Le salme sono state trasferite nell’obitorio della capitale per determinare l’esatta causa del loro decesso”, ha specificato Mwale.
Lo Zambia è una via di transito verso il Sudafrica. E’ utilizzata per lo più da persone in fuga dall’Africa orientale. Tentano così di raggiungere la più florida economia del continente, con la speranza di trovare un lavoro, pace e sicurezza.
La maggior parte della migrazione africana avviene nel continente stesso. Infatti sono oltre 21 milioni (dato certamente sottostimato) le persone ospitate in uno stato africano diverso dal loro. Nigeria, Sudafrica ed Egitto sono le mete principali. Il Sud Sudan sembra essere il Paese di origine del maggior numero di rifugiati in Africa.
Eppure in Sudafrica la situazione economica non è florida come un tempo. A causa del covid, che ha costretto il Paese a lunghi lock-down, e dell’attuale crisi globale, il tasso di disoccupazione è sempre in crescita e alla fine di agosto ha raggiunto il 33,9 per cento. Inoltre il sentimento xenofobo dei sudafricani continua a espandersi, alimentato dall’alto tasso di disoccupazione.
Africa ExPress
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