Africa ExPress
8 dicembre 2022
La peggiore siccità degli ultimi quarant’anni, causata dai cambiamenti climatici, ha colpito almeno 4 dei 50 milioni di abitanti nel solo Kenya e sta decimando anche la fauna selvatica, elefanti, leoni, zebre, giraffe, bufali, gnu e tante altre specie, nei parchi nazionali del Paese.
Nel parco Amboseli, nel sud del Kenya, al confine con la Tanzania, la terra secca, inaridita, scricchiola sotto i piedi. Non c’è un filo d’erba, le foglie degli alberi sono ingiallite, ovunque carcasse di animali.
I ranger del Kenya Wildlife Service (KWS) del parco nazionale Amboseli, che occupa una superficie di oltre 39 mila ettari, sono disperati. L’ultima pioggia abbondante è caduta nel dicembre 2021.
Uno dei ranger ha raccontato di essere stato chiamato da un pastore nomade, che ha trovato un pachiderma già sventrato da rapaci e altri predatori. Un animale di solo 7 anni, quando l’aspettativa di vita degli elefanti è di circa 60. “Con un’ascia ho poi rimosso le zanne dell’elefante per evitare che vengano recuperate dai bracconieri. Nelle ultime settimane è un lavoro che dobbiamo compiere quasi quotidianamente”, ha precisato l’impiegato del KWS.
Già all’inizio di novembre il ministro del Turismo di Nairobi ha dichiarato che tra febbraio e ottobre 2022 sono morti oltre 200 elefanti.
Il Kenya è tra le più importanti mete turistiche del continente, soprattutto grazie alla sua fauna selvatica. E, secondo quanto dichiarato dal ministro del Turismo, Peninah Malonza, quattro stagioni consecutive di scarse piogge, hanno creato una situazione disperata in molte contee. “La siccità ha causato una significativa mortalità della fauna selvatica, soprattutto tra le specie erbivore a causa dell’esaurimento delle risorse alimentari e della scarsità d’acqua”.
Il ministro ha specificato che sono ben 14 le specie particolarmente colpite; da febbraio a ottobre sono morti a causa della siccità 205 elefanti, 381 zebre, 512 gnu, 12 giraffe.
All’Amboseli, uno dei due parchi emblematici del Paese insieme al Masai Mara, i pozzi si stanno prosciugando e i pascoli stanno diventando polvere. “Qualche tempo fa ho visto un elefante allo stremo delle sue forze, gli ho dato da bere ma era già troppo tardi. Poco dopo si è accasciato a terra, morto”, ha dichiarato un pastore masai della zona.
“Prima di questa catastrofe incontravo mandrie di elefanti ovunque nel parco – ha specificato il masai – ma ora i pozzi d’acqua si stanno prosciugando e i pascoli si sono trasformati in enormi estensioni di polvere”.
“In un’area remota del parco ho trovato corpi in decomposizione, soprattutto zebre, bufali e antilopi, ricoperti di sciami di mosche. La pozza d’acqua più vicina è a circa 30 chilometri di distanza, troppo lontana per loro”, ha aggiunto.
Per limitare la moria degli animali selvatici, all’ Amboseli i ranger portano fieno ogni due giorni. Nel Parco Nazionale dello Tsavo Est, a circa 140 chilometri a nord, il KWS ha perforato pozzi per portare l’acqua in superficie e permettere agli animali di abbeverarsi.
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