Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
18 novembre 2022
Un soldato nigeriano ha sparato e ferito il co-pilota di un elicottero del Servizio Umanitario delle Nazioni Unite (UNHAS) e ha poi ucciso un operatore umanitario e un commilitone nella base militare a Damboa nel nord-est della Nigeria.
L’esercito nigeriano ha confermato il tragico fatto sul suo account Twitter ieri sera.
Il copilota ferito è in missione presso UNHAS nel nord-est del Paese, dove l’esercito nigeriano sta combattendo una dura battaglia contro i terroristi di Boko Haram e ISWAP (acronimo per Provincia dell’Africa occidentale dello Stato islamico ndr).
Un portavoce dell’esercito nigeriano ha fatto sapere che un soldato, del quale non sono state rese note le generalità, ha aperto il fuoco e ferito il copilota dell’elicottero, poi ha ucciso un operatore umanitario e un militare della base. “Le truppe a terra hanno immediatamente neutralizzato l’assassino”, mentre il copilota è stato trasferito all’ospedale. Le sue condizioni sono stabili. Non è chiara la causa dell’attacco, le indagini sono in corso”, ha aggiunto il portavoce.
Secondo quanto riporta HumAngle, un sito nigeriano ben informato, un testimone oculare avrebbe riferito che prima di aprire il fuoco, il soldato avrebbe insultato il personale dell’elicottero e gli operatori umanitari. Poi, mentre gli impiegati delle organizzazioni umanitarie stavano scappando, uno di loro (non si conosce la sua nazionalità, ma lavorava per la ONG Médecins du Monde), è caduto ed è stato colpito più volte dalle pallottole. Un soldato che ha cercato di prestare soccorso, è stato ucciso anche lui.
Matthias Schmale, coordinatore umanitario per la Nigeria, ha presentato le condoglianze alla famiglia dell’operatore ucciso, mentre UNHAS, che utilizza gli eliporti delle basi militari per il trasporto di personale e aiuti umanitari, ha cancellato tutti voli verso il nord-est della Nigeria fino a nuovo avviso.
La sparatoria di giovedì ha messo nuovamente in stato di allerta la comunità diplomatica e quella degli aiuti umanitari. Già il mese scorso Stati Uniti, Australia, Canada, Gran Bretagna hanno lanciato un allarme di possibili attentati, in particolare nella capitale Abuja. Washington ha dato allora l’ordine alle famiglie dei dipendenti dell’ambasciata di lasciare il Paese.
Forse questo spiega perché i militari si sono affrettati a dichiarare che la sparatoria a Damboa è stata opera di un “personaggio errante”, cioè di qualcuno sfuggito ai controlli, che stato subito neutralizzato. Sta di fatto che l’incidente di ieri ha aumentato la sensazione di insicurezza presente in Nigeria, in vista delle prossime elezioni presidenziali e legislative, che si terranno a febbraio 2023.
E’ inoltre in forte aumento la povertà nel Paese. Proprio ieri il governo nigeriano ha fatto sapere che 6 nigeriani su 10, ossia 133 milioni di persone, vivono in gravi ristrettezze.
L’Ufficio nazionale di statistica (NBS) ha elaborato le cifre, esaminando la cosiddetta povertà multidimensionale, in cui si considera la quantità di denaro di cui si dispone insieme all’accesso all’istruzione e alle infrastrutture di base. È la prima volta che un’istituzione governativa nigeriana utilizza questo metodo per rilevare i livelli di povertà.
La NBS ha dichiarato che tra i problemi principali vi sono la mancanza di accesso alla sanità e all’istruzione nonché di energia pulita per cucinare.
La Nigeria è il Paese più popoloso del continente, con i suoi oltre 216 milioni di abitanti. Secondo le proiezioni rilasciate dal Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione, UNFPA, i nigeriani potrebbero raggiungere i 400 milioni nel 2050.
Cornelia I. Toelgyes
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