Il dittatore del Camerun Paul Biya, festeggia nel sangue i suoi “primi” 40 anni al potere

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Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
14 novembre 2022

Diverse migliaia di sostenitori del presidente camerunese Paul Biya hanno festeggiato domenica 6 novembre a Yaounde, la capitale del Camerun, i suoi quarant’anni alla guida del Paese.

Sulla facciata del municipio della capitale è stato appeso un enorme fotografia di Biya con lo slogan “Un presidente eccezionale”, in francese e in inglese, le due lingue ufficiali del Paese.

Il presidente del Camerun, Paul Biya, al potere da 40 anni

Con i suoi quasi 90 anni, Biya è il secondo capo di Stato più longevo al potere, dopo il suo vicino Teodoro Obiang Nguema Mbasogo, presidente della Guinea Equatoriale da oltre 43 anni.

Alle celebrazioni in onore del capo di Stato a Yaoundé hanno partecipato diversi politici di primo piano, come il primo ministro Joseph Dion Ngute e il presidente del Senato, Marcel Niat Njifenji e altri ancora. Ma nemmeno ora, dopo 40 anni al potere, nessuno osa parlare di un possibile successore. E’ un tabù nel Paese, anche per le persone più vicine a Biya.

Vista l’età, il presidente è fisicamente indebolito, negli ultimi anni Biya si fa vedere raramente in pubblico, non ha nemmeno presenziato ai festeggiamenti in suo onore.

Malgrado i suoi acciacchi, governa il Paese ancora con pugno di ferro. E, dopo le contestatissime elezioni per il settimo mandato del 2018, il regime di Biya ha messo a tacere l’opposizione.

Ha fatto arrestare e condannare pesantemente centinaia di manifestanti pacifici, tra loro anche Maurice Kamto, leader del Movimento per la rinascita del Camerun (MRC). Kamto è stato liberato dopo 9 mesi di galera, senza processo, liberato solo grazie alle pressioni internazionali, in particolare della Francia.

I sostenitori festeggiano i 40 anni al potere di Paul Biya, presidente del Camerun

E Kamto, durante i giorni dei festeggiamenti in onore del presidente si è espresso su Facebook in questi termini: “Sono stati calpestati i diritti fondamentali dei cittadini e i diritti civili. E’ un Paese dove prevale una corruzione sistematica e diffusa”.

Anche la diaspora all’estero ha manifestato contro il regime di Biya. Forse la reazione più violenta nei confronti dei sostenitori del presidente è avvenuta in Francia, ad Athis-Mons, città nel dipartimento dell’Essonne nella regione dell’Île-de-France.

Come siede nel video, gli attivisti hanno fatto irruzione nella sala di Espace Michelet, noleggiata per l’occasione da militanti del Raggruppamento Democratico del Popolo Camerunese (RDPC), il partito al potere in Camerun, per celebrare i 40 anni al potere del capo di Stato.

E mentre erano in corso celebrazioni e festeggiamenti in onore  di Biya, sono stati rapiti 9 operatori sanitari nell’ospedale di Batibo, che dista a poco più di 40 chilometri da Bamenda, capoluogo delle provincia anglofona del Nord-Ovest.

Un portavoce del Consiglio di Governo dell’Ambazonia, il principale gruppo separatista armato che opera nella zona, ha respinto qualsiasi responsabilità.

Il conflitto nelle due zone anglofone del Camerun è iniziato alla fine del 2016, dopo la decisione del presidente-dittatore Paul Biya di voler spostare gli insegnanti francofoni nelle scuole anglofone.

Da allora gli sconti sono stati continui: da un lato i ribelli indipendentisti, dall’altra l’esercito regolare. I separatisti, che vorrebbero trasformare le due regioni in uno Stato autonomo chiamato “Ambazonia”, denunciano da anni la loro marginalizzazione da parte del governo centrale e della maggioranza francofona.

Dal 2016 ad oggi, secondo International Crisi Group (ICG) sono morte oltre 6.000 persone, e un milione e più hanno dovuto lasciare le proprie case.

L’esercito e la polizia sono accusati gravi di crimini nelle due province anglofone, ma anche i ribelli sono parte in causa delle atrocità commesse nelle stesse zone.

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
©RIPRODUZIONE RISERVATA


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