Sandro Pintus
8 novembre 2022
Non si sa ancora quanto potrà durare il conflitto contro i jihadisti di Al Sunnah wa-Jammà (ASWJ) a Cabo Delgado. L’intervento dei militari del Ruanda e dei soldati della Comunità di sviluppo dell’Africa Australe (SADC) non basta per fermare il terrorismo islamista nell’ex colonia portoghese.
“L’estensione della missione SAMIM ha lo scopo di assicurare il completo sgombero delle aree occupate dai terroristi oggi liberate e di stabilire la sicurezza. Alcuni territori di Cabo Delgado erano occupati da oltre un anno. Dobbiamo consolidare la ricostruzione delle infrastrutture distrutte per un ritorno sicuro degli sfollati”. Sono le parole del presidente mozambicano, Filipe Nyusi, a inizio ottobre in occasione della decisione SADC di prorogare di tre mesi la missione anti-jihadista.
La Missione dei Paesi dell’Africa australe in Mozambico (SAMIM) è operativa da oltre 15 mesi ma c’è chi si chiede se e quanto sia efficace. Questo nonostante i miglioramenti e la messa in sicurezza di alcune aree.
Il seminario “Esaminare l’efficacia di una nuova generazione di operazioni di pace africane”, tenuto all’Università di Stellembosch, in Sudafrica, ha trattato l’argomento. Con alcune sorprese poco gradevoli ma non tutte inaspettate.
L’incontro era ospitato dal Security Institute for Governance and Leadership in Africa (SIGLA), Effectiveness of Peace Operations Network (EPON) e Training for Peace Programme (TfP)
Secondo il sito Defence Web, un accademico ha detto che non ci sono sufficienti militari per coprire aree di intervento dei jihadisti. Non esiste neanche una chiara strategia di uscita per le truppe utilizzate.
Per i Paesi che inviano militari “diventa poco attraente l’invio di ulteriori soldati: non sanno per quanto tempo le loro forze dovranno essere schierate”. Ricordiamo che il maggior numero di operativi della missione SAMIM sul campo – 1.500 su 3.000 – sono sudafricani. A questi si aggiungono un migliaio di militari ruandesi presenti grazie a un accordo bilaterale Mozambico-Ruanda con la mediazione francese di Emmanuel Macron.
Nonostante la missione SAMIM gli attacchi jihadisti si sono diffusi, la violenza è aumentata in modo esponenziale dal 2017 ad oggi. ASWJ continua a resistere in alcune aree di Cabo Delgado, ha attaccato ad ovest la provincia del Niassa e a sud quella di Nampula.
Un altro relatore ha confermato che per essere efficaci contro i terroristi è necessario migliorare la condivisione delle informazioni e la logistica. Inoltre, per combattere la recrudescenza della violenza i militari devono muoversi più velocemente.
Problemi, questi, universalmente conosciuti ma non facili da risolvere, soprattutto nelle Forze armate mozambicane (FADM) impreparate a combattere contro il terrorismo islamista.
Dall’anno scorso i Berretti verdi USA e l’Unione Europea stanno investendo nella formazione dei militari mozambicani, ma occorre tempo. E la guerra continua e fa aumentare il numero dei morti e degli sfollati.
Dati dell’ong Cabo Ligado aggiornati al 30 ottobre confermano 4.363 decessi di cui 1,930 civili. Secondo l’Alto commissario Onu per i rifugiati (UNHCR) ci sono quasi un milione di sfollati.
Il SIGLA è un istituto di ricerca dell’Università di Stellenbosch presso la Facoltà di Scienze militari, a Saldanha, Sudafrica. EPON e TfP sono due istituzioni norvegesi. La prima mira a migliorare l’efficacia delle operazioni di pace internazionali consentendo e sostenendo la ricerca collaborativa. La seconda è il programma di sostegno alle capacità della Commissione dell’Unione Africana (AUC) del Ministero degli Affari Esteri norvegese.
Sandro Pintus
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