Cornelia I. Toelgyes
3 ottobre 2022
Questa mattina, dopo una riunione organizzata dall’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS), sezione Africa, il delegato per il ministero della Sanità ugandese, Henry Kyobe Bosa, ha fatto sapere che i casi di ebola del ceppo Sudan sono ancora in crescita. I casi confermati sono saliti a 131, i morti registrati dall’inizio dell’epidemia, scoppiata a settembre, sono 48.
“Stiamo adottando tutte le misure dettate dal protocollo per evitare l’espandersi del virus, come il monitoraggio dei contatti, la comunicazione del rischio e trattamenti e sepolture appropriate per controllare l’epidemia. Per ora nessuno può prevedere quando l’epidemia terminerà”, ha precisato l’alto funzionario del ministero della Salute.
Il 16 ottobre scorso le autorità di Kampala hanno disposto un lockdown di 3 settimane nei distretti di Mubende e Kassanda, aree maggiormente colpite dalla grave patologia, anche se in un primo momento il presidente, Yoweri Museveni, era contrario a applicare tale misura.
Bar, nightclub, luoghi di culto, mercati, spazi di intrattenimento sono stati chiusi. Sono state imposte anche restrizioni alla circolazione in entrata e in uscita dalle due zone.
Museveni con il suo solito tono autoritario si è rivolto alla nazione via TV il 16 ottobre: “Se vi trovate nei distretti di Mubende e Kassanda, rimanete lì per 21 giorni. Camion da carico potranno entrare e uscire dalle due aree, ma tutti gli altri trasporti restano sospesi. Si tratta di misure temporanee per controllare la diffusione dell’ebola. Dobbiamo tutti cooperare con le autorità per porre fine a questa epidemia nel più breve tempo possibile”.
Il ministro della Sanità dell’Uganda, Margaret Muhanga, ha annunciato proprio mercoledì scorso che comincerà la sperimentazione di tre vaccini (Oxford, prodotto nel Regno Unito, mentre altri due da Sabin e Merck negli Stati Uniti), sviluppati per combattere l’ebola Sudan.
Il ministro ha spiegato: “Inizialmente prevediamo di vaccinare i contatti di 150 casi confermati (3000). La preparazione è stata completata e stimiamo di poter iniziare la sperimentazione tra due settimane”.
La signora Muhanga ha poi aggiunto: “Il vaccino è necessario perché non esiste una terapia per questo ceppo del virus”.
I piani per testare vaccini e trattamenti sembrano essere simili alle strategie utilizzate contro l’ebola Zaire in Africa occidentale e nella Repubblica Democratica del Congo (RDC).
I virus ebola fanno parte della famiglia dei Filoviridae e del genere Ebolavirus, del quale esistono 5 ceppi: Bundibugyo ebolavirus, Reston ebolavirus, Sudan ebolavirus, Tai Forrest ebolavirus (che sostituisce il nome precedente Costa d’Avorio) e Zaire ebolavirus.
L’OMS ha spiegato che sono stati individuati sette precedenti focolai del ceppo Ebola Sudan, quattro in Uganda e tre in Sudan. In Uganda l’ultimo focolaio di Ebola Sudan risale al 2012, mentre quello di Ebola Zaire al 2019.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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Altro giro altra corsa pandemia di ebola tra poco come predetto da me due anni fa da un reverse speech di Gates