A sinistra, rappresentante del governo etiopico, a destra
Cornelia I. Toelgyes
2 novembre 2022
Dopo estenuanti trattative a Pretoria, capitale del Sudafrica, i rappresentanti del governo etiopico e dei combattenti del Tigray hanno siglato oggi un accordo di pace per la cessazione delle ostilità.
Durante una conferenza stampa finale, l’alto rappresentante dell’Unione Africana per il Corno d’Africa, l’ex presidente nigeriano, Olesegun Obasanjo, ha annunciato che le parti hanno concordato un “disarmo ordinato, regolare e coordinato” , nonché il “ripristino della legge e dell’ordine”, ” la riattivazione dei servizi” e “libero accesso degli aiuti umanitari”.
Redwan Hussein, rappresentante del governo di Addis Abeba ai colloqui di pace di Pretoria, ha sottolineato: “Ora spetta a noi a onorare questo accordo”. Mentre Getachew Reda, capo della delegazione del Tigray, ha aggiunto: “Per alleviare le sofferenze del nostro popolo, abbiamo fatto delle concessioni. Dobbiamo imparare a fidarci gli uni degli altri e noi siamo pronti a mettere in atto i punti del trattato di pace che abbiamo sottoscritto”.
In conclusione del suo intervento, Reda ha precisato: “Il fatto stesso che abbiamo firmato un accordo, significa che da entrambe le parti c’è la ferma volontà di volerci lasciare alle spalle il passato e di voler intraprendere un nuovo percorso di pace”.
I negoziati tra il governo etiopico e i rappresentanti della regione del Tigray, nel nord dell’Etiopia, hanno preso il via il 25 ottobre scorso sotto l’egida dell’Unione Africana.
Oltre alle parti in causa, ai colloqui hanno partecipato Obasanjo, in qualità di mediatore, coadiuvato in questo delicato compito dall’ex capo di Stato del Kenya, Uhuru Kenyatta, e dall’ex vicepresidente sudafricano Phumzile Mlambo-Ngcuka.
In qualità di osservatori, erano presenti anche delegati dell’IGAD (Autorità intergovernativa per lo sviluppo, un’organizzazione internazionale politico-commerciale formata dai Paesi del Corno d’Africa), delle Nazioni Unite e degli Stati Uniti.
Il conflitto, scoppiato il 3 novembre 2020, in alcuni periodi si è esteso dal Tigray alle regioni confinanti Amhara e Afar. In questi due anni sono morte migliaia di persone, gli sfollati sono oltre 2,5 milioni, centinaia di migliaia sono sull’orlo della carestia.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), quasi il 90 per cento dei tigrini necessita di aiuti alimentari e quasi un terzo dei bambini sotto i cinque anni è affetto da malnutrizione.
La firma odierna rappresenta il primo passo verso un nuovo inizio.Fioccano già scommesse sulla tenuta della pace: giorni, settimane, mesi o (speriamo) anni?
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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Malgrado lo scetticismo di molti,questa notizia della tregua fra le parti in conflitto mi riempie di gioia.
C’è bisogno di pace e sviluppo in tutto il paese che spero di poter rivisitare presto in pace e in buona armonia anche con i confinanti.