Sandro Pintus
22 ottobre 2022
La battaglia diplomatica e giudiziaria tra Madagascar e Sudafrica per l’oro continua dallo scorso mese di aprile. E ora si inasprisce. Il governo malgascio ha prorogato a tempo indeterminato il divieto ai voli sudafricani. La motivazione? Pretoria non vuole restituire i 73.5 kg in lingotti d’oro di contrabbando sequestrati 22 mesi fa.
La conferma della pesante decisione è di Sisa Ngombane, ambasciatore sudafricano ad Antananarivo, al quotidiano sudafricano Daily Maverick, il 15 ottobre. La decisione del governo malgascio deriva dal fatto che il caso giudiziario non mostra segni di conclusione.
Eppure, lo scorso 5 luglio, dopo un incontro tra il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa e l’ambasciatore malgascio in Sudafrica, sembrava che i voli potessero riprendere. Invece è arrivata la conferma dell’interruzione a tempo indeterminato.
I fatti risalgono al 31 dicembre 2020 al terminal privato Fireblade Aviation accanto l’aeroporto internazionale OR Tambo di Johannesburg. Vengono arrestati tre uomini con 73,5 kg in lingotti (valore 4,2 milioni di dollari Usa) e 20.000 dollari in contanti. Erano diretti a Dubai e l’aeroporto di Johannesburg era un transito.
Il governo del Madagascar fino ad ora ha inutilmente chiesto l’estradizione dei tre uomini e la restituzione dell’oro. Antananarivo sostiene che sia stato rubato e appartenga di diritto al governo. Stranamente si è mossa anche la Parpia Gold and Jewels Trading LLC, azienda di Dubai che vende oro, ma senza successo.
Intanto, durante i 22 mesi passati, il tribunale di Pretoria non ha voluto sentire storie. Afferma che il contrabbando è avvenuto in territorio sudafricano: “I tre hanno commesso un reato in Sudafrica. La legge deve fare il suo corso”.
In tutta questa vicenda, Airlink, unica compagnia aerea sudafricana che collega Johannesburg al Madagascar sta in mezzo ai contendenti. E ci sta rimettendo di tasca sua. La compagnia aerea ha anche presentato un reclamo alle autorità sudafricane dell’aviazione civile per il divieto. Finora non ha ricevuto nessuna risposta. Airlink ha sottolineato che non ha nulla a che fare con il contrabbando d’oro. Afferma di essere una vittima del tutto innocente di una disputa tra Pretoria e Antananarivo.
Rodger Foster, amministratore delegato di Airlink, ha dichiarato che gli agenti della compagnia aerea in Madagascar hanno chiesto informazioni alle autorità dell’aviazione civile malgascia. È stato loro risposto che il divieto sarebbe rimasto in vigore fino alla restituzione dell’oro e dei corrieri che lo avevano portato in Sudafrica.
Ma quanto vale il turismo sudafricano per Antananarivo? “Non arriva al cinque per cento delle presenze – risponde Giorgio Maggioni, responsabile di My Madagascar, azienda turistica italiana presente nell’isola da due decenni -. Poco rispetto al 42 per cento di italiani che da soli fanno quasi la metà del totale. È un turismo nuovo e in crescita. Fino ad aprile scorso aveva voli diretti sulla capitale e su Nosy Be ed era in programma anche un volo nel sud della grande isola”.
Ma allora perché il presidente malgascio Andry Rajoelina dovrebbe rinunciare a un turismo crescente? Fonti di Africa ExPress ci informano che il capo dello Stato stia già raccogliendo fondi per le elezioni che si terranno il prossimo anno.
Analisti politici credono invece che i 73 kg d’oro che hanno fatto arrabbiare il presidente siano il suo tesoretto al quale non intende rinunciare. Una fonte di denaro che potrebbe essere utile per l’appuntamento elettorale del 2023. Scadenza che, dopo il colpo di stato del 2009 e l’elezione del 2018, lo potrebbe mantenere nella poltrona più alta.
Sandro Pintus
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