Costantino Muscau
17 ottobre 2022
Amebiasi, giardia, parassitosi intestinale, tifo, epatite A, malaria e colera… Queste pensavamo fossero le malattie endemiche e pericolose del Kenya. Questo, illusi e boccaloni, ci avevano fatto credere.
Fino a quando non è comparso il Triamcinolone Acetonide. E allora abbiamo scoperto che la vera epidemia in Nairobi e dintorni, anzi nella zona della Rift Valley, sono le riniti, dermatosi, sindromi allergiche, artrite reumatoide …Almeno fra quella parte della popolazione che sbarca il lunario, a suon di migliaia di dollari, con gambe lunghe e ben distese.
Parliamo delle atlete e atleti professionisti che corrono e dominano le gare di fondo, mezzofondo, maratone, mezze maratone.
Ad esempio….Prendiamo Diana Chemtai Kipyokei, 28 anni, vincitrice l’11 ottobre 2021 della prestigiosa maratona di Boston, edizione numero 125, con annessi 150 mila dollari. In 2h 24’45.
Al secondo posto, la veterana 41enne, coriacea Edna KIplagat, giunta con 24 secondi di ritardo. Terza, Mary Wacera Ngugi, 38 anni, celebre non solo come runner ma anche perché finita al centro delle cronache nel 2011, in seguito alla morte violenta del marito, il campione olimpico Samuele Wanjiru.
Per Diana si trattava della prima conquista di una delle sei grandi maratone mondiali e al traguardo sembrava essere sana come un pesce. Niente rinite, nessun segno di asma, di allergie. Fino a Boston aveva conquistato solo un altra maratona, quella di Istanbul, (con record personale di 2h22”) e 4 mezze maratone.
Passiamo alla connazionale Betty Wilson Lempus, 38 anni, vittoriosa lo scorso anno alla mezza maratona di Parigi in 1h05’46”.
Oppure andiamo a vedere un altro long distanze runner, Mark Kangogo , 33 anni, dominatore dell ultima Sierre-Zenal. Il primo africano a conquistare questa durissima corsa in montagna, nel Vallese, Svizzera.
Kangogo fa parte del gruppo di lavoro diretto dal coach svizzero Julien Lyon, che ieri, con una dichiarazione ufficiale sui suoi profili social, ha preso nettamente le distanze dall’atleta.
E non dimentichiamo Philemon Kacheran Lokedi, 30 anni, maratoneta non eccelso ma di valore.
Le due donne sono state sospese provvisoriamente venerdì scorso, 14 ottobre, per uso di sostanze vietate, dall’Athletics Integrity Unit (AIU), l’organismo formato dalla World Athletics per combattere il doping nello sport.
L’11 ottobre erano stati banditi per doping i due maschietti. Per Diana, per Betty e per Mark a fregarli (provvisoriamente, s’intende, ora si aspetta l’appello) è stato il Triamcinolone acetonide.
È una sostanza utile a curare riniti, allergie, dermatosi, ma assolutamente vietata agli sportivi durante le competizioni. Fa parte della lista proibita stilata dalla Wada (l’agenzia mondiale antidroga) compresa nella categoria dei Glucorticoidi: “Rafforza la competitività ed è dannosa alla salute”.
In più, entrambe sono state accusate di aver ostacolato le indagini dell’AIU fornendo false informazioni o documentazione. E manomettendo le prove. (Chi volesse trova ampia spiegazione nel sito) https://www.athleticsintegrity.org/downloads/pdfs/knowledge-centre/en/Press-Release-tampering.pdf)
Non si conoscono reazioni da parte dell’accoppiata femminile squalificata. Amaro, invece, il commento della seconda classificata a Boston nel 2021, Edna Kiplagat, che potrebbe ora diventare la campionessa di Boston 2021: “Sono stata privata del sorriso, della gioia della vittoria e della soddisfazione di avvolgermi nello striscione azzurro del traguardo”.
Quanto a Kacheran, in agosto era stato impedito di partecipare ai giochi del Commonwealth. Ora è stato bandito per tre anni dall’AIU in quanto risultato positivo a livelli eccessivi di testosterone.
Un ottobre nero per la grande Atletica del Kenya. Ma – volendo – non è finita. Prima dei campionati Mondiali di atletica in Oregon era stato fermato per doping Lawrence Cherono, 34 anni, campione della maratona di Chicago e Boston 2019.
E con lui altre tre atlete di Nairobi. Erano le maratonete Stella Barsosio, 29 anni, (prima alla maratona di Sidney nel 2019) e Purity Changwony, 32, (seconda in Toscana lo scorso anno, prima in Slovenia e Kenya) e la mezzofondista specialista dei 1.500 metri Kumari Taki, 23 anni.
Di fronte a questo sfacelo i quotidiani di Nairobi, “Standard” e “Nation” hanno parlato di vergogna e hanno ricordato che gli atleti sospesi per doping nel 2022 sono stati 23. “Houston, abbiamo un problema”, si è soliti dire ricordando una tragedia spaziale sfiorata 52 anni fa.
Lo sport del Kenya un problema ce l’ha, eccome. La luce delle stelle sta svanendo. Nel Triamcinolone Acetonide.
Costantino Muscau
muskost@gmail.com
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