Costantino Muscau
Ottobre 2022
Guinea fuori gioco. Cartellino rosso al colonnello Mamady Doumbouya, giunto al potere in Guinea Conakry con un colpo di Stato il 5 settembre dell’anno scorso. Il suo Paese non potrà organizzare la Coppa calcistica d’Africa delle Nazioni (CAN) nel 2025, perché le infrastrutture non sono pronte.
Lo ha annunciato, pochi giorni fa, proprio nella capitale Conakry, il presidente della Confederazione Africana di Calcio (CAF), Patrice Tihopane Motsepe, 60 anni, miliardario sudafricano e padrone della squadra Sundowns Mamelodi di Pretoria.
Immediatamente, l’Algeria ha avanzato alla Caf la sua candidatura per accogliere la prestigiosa competizione continentale, che ha ospitato una sola volta nel 1990. Ma non è l’unica nazione interessata a subentrare alla Guinea: Marocco, Sud Africa, Nigeria e Senegal sono pronte a rivolgersi alla Caf con lo stesso obiettivo. “Tutti possono concorrere in modo paritario – ha messo le mani avanti Motsepe – non ci saranno preferenze né favoritismi”.
La Caf è la principale organizzazione sportiva del continente nero e la decisione – presa ben 8 anni fa – di privare la Guinea dell’ambita manifestazione ha avuto l’effetto di una bomba nel mondo sportivo e non solo.
Il colonnello Mamady Doumbuya, 42 anni, ex legionario francese, aveva espresso la sua ferma intenzione di organizzare il torneo. Per lui doveva rappresentare la consacrazione della rinascita di un Paese giovane e in profonda trasformazione. “Era una sfida enorme – ha fatto notare Le Monde – per una nazione tra le più povere del pianeta, purtroppo privo di infrastrutture per questo genere di competizione, sia che si tratti di impianti sportivi sia di mezzi di trasporto”.
D’altra parte, Patrice Motsepe è stato chiaro: “Sono dispiaciuto di questa decisione. Ho voluto esaminare la situazione con i miei occhi e ho visitato il Paese per rispetto della popolazione e delle istituzioni. Intendevo capire se ci fossero margini per garantire l’impegno che il governo aveva preso al momento della partecipazione al bando per l’assegnazione della competizione. Purtroppo, questo impegno non è realizzabile. Tuttavia, ho consigliato alla Guinea di concorrere all’organizzazione dei Campionati d’Africa delle Nazioni (CHAN)”.
Per non confonderci in questo… balletto calcistico Chan-Can, precisiamo: la CHAN si svolge ogni due anni in alternanza alla CAN ed è aperta solo ai calciatori che giocano in squadre del loro Paese; quindi, è negata a tutti coloro che militano in Europa, o in altri continenti. Il torneo avrà luogo in Algeria dal 13 gennaio al 4 febbraio 2023 e vi prenderanno parte 18 nazionali.
L’assegnazione della Coppa d’Africa (CAN) del 2025 ha avuto un percorso tormentato. Nel 2014 la Caf l’aveva attribuita al Camerun per il 2029, alla Costa d’Avorio per il 2021 e alla Guinea per il 2023. Però, però…è cominciata una girandola da far venire il mal di testa: il Camerun si è ritirato (salvo ritornare in campo nel 2021) e gli è subentrato l’Egitto; l’edizione del 2023 (giugno-luglio) è stata data alla Costa d’Avorio e la Guinea rinviata al 2025. Questi spostamenti erano legati al cambiamento del format, da 16 a 24 squadre.
Il Camerun però dichiarò di non essere in grado di organizzare per tempo quanto necessario a ospitare 24 squadre e da lì è cominciato il rimescolamento. Fino all’altro giorno, quando il magnate sudafricano delle miniere, e presidente della Caf, Motsepe, ha annunciato la ferale notizia per la Guinea: no campionato.
A dire il vero, a Conakry era stata offerta la possibilità di fare un joint venture con il Senegal. Ma – ha scritto l’altro giorno Le Point – il ministro degli Sport Lansana Bea Diallo, 51 anni, ex campione di pugilato in Belgio, era stato categorico: “Per noi era una priorità nazionale organizzare la Coppa d’Africa nel 2025 e questa priorità tale resta, non nel 2026 o nel 2027”.
Invece è arrivata la doccia fredda: allo stato attuale, la Repubblica presidenziale sotto la giunta militare, che ha promesso sviluppo e lotta alla corruzione, non è attrezzata di strutture e infrastrutture. E la 35esima edizione si farà da un’altra parte. Dove, per ora, non si sa.
La Guinea Conakry, tra profonda crisi economica e incertezza politica, ha altro a cui pensare. E il calcio, proprio in questo momento, evoca brutti ricordi. Si è appena aperto un processo epocale all’ex presidente Moussa Dadis Camara, 58 anni, e ad altri 10 imputati.
Sono stati incriminati per l’uccisione di 157 persone e lo stupro di oltre 100 donne (da parte delle forze di sicurezza) nel 2009 dopo una protesta di massa. Nello stadio di Conakry.
Costantino Muscau
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