Costantino Muscau
2 ottobre 2022
Nel centro di Londra si vince, nel cuore del Kenya si festeggia.
Da Buckingham Palace al villaggio Kabongwa corrono circa 10 mila chilometri. Ieri, domenica 2 ottobre, Amos Kipruto, 30 anni compiuti il 16 settembre, poco prima delle 13 italiane, davanti al palazzo reale per eccellenza, ha tagliato il traguardo più importante della sua carriera di maratoneta.
Ha accorciato le distanze con 42,195 chilometri. In contemporanea nel paesello natio, Kabongwa, contea di Nandi, nella Rift Valley, è esplosa la festa. Canti, balli, esultanza collettiva intorno a Jennifer, moglie di Amos, ai due gemelli, alla mamma, come ben si può vedere su YouTube nel servizio dedicatogli dalla NTV Kenya.
Eh, sì che il Kenya è abituato a vincere le maratone in tutto il mondo e a Londra in particolare: Kipruto è stato il 10° kenyano a dominare, in 2:04:39, la 42° edizione della gara inglese. “Se la merita questa vittoria al debutto nella capitale britannica– aveva detto alla vigilia il suo allenatore, Claudio Berardelli, 42 anni, trapiantato dal lago d’Iseo a Eldoret nel 2004 – Era giunto secondo a Berlino nel 2018, secondo a Tokyo il 6 marzo scorso, medaglia di bronzo ai Mondiali di Doha nel 2019. È maturo per questo exploit”. E così è stato.
Per Amos Choge-Kipruto, soprannominato Bwanadwa (signore delle medicine, pare voglia dire) è stato il primo successo nella Abbot World Marathon Major, il campionato mondiale dei runners, che comprende le maratone di Tokyo, Boston, Berlino, Chicago (domenica prossima) e New York (il 6 novembre).
Una vittoria prestigiosa, perché tra le più affollate (50 mila, 37 mila arrivati) e più ricche della stagione: gli ha fruttato 60 mila euro, il che non guasta. Trentamila euro, invece, li ha intascati il secondo classificato, l’etiope Leul Gebresilase, 30 anni, in 2:05:12. Terzo il belga di origine somala, Bashir Abdi, 33 anni, (25 mila euro) e quarto di nuovo un etiope, Kinde Atanaw, 29. Insomma: una classifica tutta “nera”.
Ancor di più in campo femminile, dove però, l’ordine d’arrivo è invertito: prima un’etiope Yalemzerf Yehualaw Densa, seconda una kenyana, Joyciline Jepkosgei. Fra le donne, la competizione è stata ricca di sorprese.
Yalemzerf ad appena 23 anni è la più giovane atleta a conquistare Londra alla sua seconda maratona (aveva esordito in aprile ad Amburgo), ha superato la Jepkosgei, vincitrice nel 2012 e ha segnato un tempo eccellente, l‘ottavo di sempre: 2h17’26”, a soli 3 secondi dal primato personale.
Ed era pure finita per terra al rifornimento. Ma – come si dice la classe non è acqua: si ripresa e ha dominato. Non è un caso che sia anche primatista mondiale dei 10 km su strada. Il fatto che continua a stupire è l’onda nera che la segue: ala sue spalle, infatti, sono arrivate altre 5 atlete africane: la Jepkosgei, un’altra etiope, Alemu Megertu, 25 anni, altre due di Nairobi, Judith Jeptum Korir, 26, e Joan Chelimo Melly, 31, (ma dal 2021 anche romena) con al sesto posto un’ altra connazionale Ashete Bekere, 34.
L’appuntamento ora è per domenica 9 ottobre, a Chicago, maratona numero 44, uno dei percorsi tra i più facili e più veloci. Qui sono stati infranti ben 4 record del mondo. Ricordate chi vinse nel 2021? Seifu Tura fra gli uomini, etiope. Ruth Chepngetich, fra le donne, kenyana. Ma guarda un po’…
Costantino Muscau
muskost@gmail.com
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