Costantino Muscau
25 settembre 2022
“Che cosa mai combinerà quest’anno a Berlino l’uomo più veloce vivente sulla lunga distanza?”
Questo si domandava, tra il serio e il faceto, sabato 24 settembre il sito NN Running Team, l’associazione più forte di campioni mai vista al mondo, capeggiata da Eliud Kipchoge.
La risposta perentoria è arrivata il giorno dopo, domenica mattina 25 settembre: Eliud Kipchoge, 37 anni, keniano, che da piccolo si faceva mandare dalla mamma a vendere il latte a Kapsabet, ha battuto se stesso. Ha scritto un altro capitolo della sua incredibile carriera.
Alla sua quinta BMW Berlin Marathon, già vinta tre volte, Eliud ha demolito il record mondiale ottenuto sempre qui nella capitale tedesca, nel 2018: al termine dei 42, 195 km ha fermato i cronometri su 2h 01’09”. Quattro anni fa, il 16 settembre, (qui ne abbiamo parlato diffusamente) aveva segnato 2:01:39, ben 30” in più.
Inutile ribadirlo: il filosofo, o il maestro, come lo chiamano, è il più grande maratoneta della storia. Ha conquistato due olimpiadi (Rio, 2016, e Tokyo, 2020), ha dominato 15 delle 17 maratone corse, è l’unico ad essere sceso a 1h59’40”, a Vienna, nel 2019, anche se la gara non venne riconosciuta e il tempo non venne omologato, perché si trattava di una manifestazione non ufficiale ed era stato aiutato da 41 “lepri”.
E pensare che nella seconda parte della competizione berlinese, condotta a ritmi velocissimi, aveva cominciato a rallentare. Al quinto chilometro erano rimasti in tre al comando : Kipchoge, il campione uscente Guye Adola, 31 anni,ed il 23enne Andamlak Belihu insieme alle 3 “lepri”.
Poco dopo si è staccato Adola e per Eliud è cominciata una gara contro il cronometro. A un certo punto si è pensato perfino che avrebbe potuto diventare il primo sulla terra a toccare ufficialmente il tempo monstre sotto le 2 ore.
Così non è stato – ma ha commentato Eliud dopo aver varcato la Porta di Brandeburgo, gioioso e battendosi le mani – – “ci penserò più avanti. Per ora mi accontento di questo primato. Al 38° km mi ero reso conto che avrei battuto il record. Le circostanze e l’organizzazione lo consentivano. Va bene così…”
Al secondo posto un altro kenyano trentasettenne, Mark Korir, giunto ben 4 minuti e 49” dopo e poi gli etiopi Deme Tadu, 25 anni, Abate e Belihu.
Se Eliud è stato strepitoso, non è possibile passare sotto silenzio quanto è avvenuto in campo femminile.
La 28enne etiope Tigist Assefa si impone a sorpresa con un tempo memorabile 2h15’37“, vale a dire il terzo della storia e terza donna di sempre a correre sotto le 2h16′. E pensare che prima aveva un personale 2h34′ 01”. Era semisconosciuta, una Carneade, come si dice. Nella sua carriera, una sola maratona, a Ryad, in marzo, quando si classificò al 7° posto. A Berlino aveva corso e vinto un’altra volta, nel 2014, ma negli 800 metri piani!. Nel 2018 si è buttata sulla..strada, ovvero nella gara più dura e massacrante, cominciando con la semi maratona.
Questa volta ha stupito tutti, anche perché l’attenzione generale era rivolta alla sfida maschile. Eppure Tigist è riuscita a segnare una serie di 3’10” al kilometro portandosi a meno di 10″ dal primato del mondo di Paula Radcliffe.
La favoritissima americana Keira D’Amato, titolare del primato USA, si è classificata sesta, dopo Rosemary Wanjiru, 27 anni, kenyana di Mombasa, e le tre etiopi Tigist Abayechew, 28, Workenesh Edesa, 30, Meseret Sisay Gola, 24. Curiosità: per la prima volta alla 48a maratona di Berlino, una delle più prestigiose (e la più veloce, 10 record del mondo dal 1977) tra i runner nessun italiano era presente, né maschio né femmina! Alcune centinaia, invece, tra gli oltre 40 mila amatori di 150 Paesi.
Costantino Muscau
muskost@gmail.com
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