Il proibizionismo salva la morale ma fa un’altra vittima: muore in Marocco ragazzina per aborto clandestino

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Africa ExPress
15 settembre 2022

Una ragazzina di 14 anni è morta all’inizio di questa settimana in seguito a un aborto clandestino, nel villaggio di Boumia, nella provincia di Midelt nel sud-est del Marocco. La notizia è stata riportata ieri dai media nazionali e ha subito suscitato grande indignazione in tutto il Regno.

Manifestazioni in Marocco per la liberalizzazione dell’aborto

A tutt’oggi l’interruzione volontaria di gravidanza è vietata in Marocco, a meno che la vita della donna non sia in grave pericolo. Nonostante vari  tentativi di cambiare la legge, l’aborto rimane punibile da sei mesi a due anni di carcere per la donna, mentre per chi lo esegue sono previsti da uno a cinque anni.

Una coalizione di associazioni femministe marocchine, Printemps de la dignité, è andate su tutte le furie quando ha saputo che l’aborto è stato eseguito a domicilio, in casa di un giovane, che sfruttava sessualmente la ragazzina.

In seguito alla tragedia, la polizia ha arrestato la madre della vittima, un’infermiera e il proprietario della casa dove è avvenuto l’aborto illegale, ha fatto sapere mercoledì l’emittente 2M sul suo sito web. Un altro sospettato è stato poi arrestato con l’accusa di assistenza durante l’aborto. Intanto proseguono le indagini degli inquirenti.

Per interruzione di gravidanza clandestina, nel 2019 è stata arrestata una giornalista, poi condannata a un anno di galera, il dottore che ha eseguito l’aborto, a due anni, e per altri due è stato interdetto all’esercizio della professione medica.

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Sollevazione in Marocco a favore della giornalista in carcere accusata di aborto

 

 

 

 

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