Sandro Pintus
Firenze, 7 settembre 2022
“Verso le 21 della notte scorsa (6 settembre, ndr) la nostra missione di Chipene è stata attaccata dai terroristi. Hanno dato fuoco alla scuola e all’ospedale le auto e le moto poi i terroristi sono entrati nella casa delle suore e sparando dalle finestre hanno ucciso suor Maria De Coppi. Le altre suore dopo gli spari sono scappate nella foresta con le bambine e le ragazzine”. Sono le parole di un prete comboniano in Mozambico. È un file audio mandato ad Africa ExPress sul feroce attacco jihadista che ha ucciso suor Maria”.
“I terroristi poi sono entrati nella casa dei preti e hanno bruciato tutto – continua l’audio -. I preti sono riusciti a far scappare tutti i ragazzi del loro internato. Io e don Fabio stiamo andando verso Chipene per recuperare i preti e le suore”.
Suor Maria, comboniana, 84 anni è deceduta colpita alla testa da quel proiettile. Era arrivata nel 1963 in Mozambico da Santa Lucia di Piave, in provincia di Treviso. Cinquantanove anni nell’ex colonia portoghese dove aveva preso anche la cittadinanza.
Le altre religiose salve sono suor Eleonora Reboldi e suor Angeles Lopez Hernandez mentre suor Laura Malnati, fortunatamente, non era nella missione. Erano comunque in allarme per gli attacchi jihadisti dei giorni precedenti.
Si sono salvati anche don Lorenzo Barro e don Loris Vignandel che dopo aver messo in sicurezza i ragazzi si erano nascosto in una delle stanze. Sono stati trovati dai militari mozambicani e quelli della Missione SADC in Mozambico (SAMIM) arrivati con gli elicotteri dopo l’attacco.
“Non siamo sicuri che siano terroristi islamici – ha affermato, l’arcivescovo di Nampula, Inacio Saure, all’Agenzia Fides -. Anche se è molto probabile che siano stati loro ad assalire la missione”.
Di sicuro lo schema degli attacchi è lo stesso utilizzato dai jihadisti dal 2017 ad oggi nei villaggi indifesi. Come è sicuro che dallo scorso giugno abbiano iniziato ad attaccare e i villaggi della provincia di Nampula al confine con Cabo Delgado.
Il 17 giugno il primo assalto a un villaggio incendiato e l’uccisione di un uomo decapitato. Si tratta di Al Sunnah wa-Jammà – chiamati dalla popolazione Al-Shebab. Dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti sono chiamati ISIS-Mozambico e insieme a ISIS-Congo sono inseriti nella lista nera dei terroristi globali. Secondo il Dipartimento Usa giuramento di fedeltà allo Stato islamico risalirebbe all’aprile 2018 mentre l’affiliazione è dell’agosto 2019.
Un gruppo composto da una ventina di terroristi, la notte del 3 settembre ha assaltato il villaggio di Lurio, nel distretto di Erati. Qui hanno attaccato i residenti e bruciato le case. È probabile che sia lo stesso gruppo di jihadisti.
L’assalto di Chipene è però il primo ad una missione cattolica. Come se i gruppi jihadisti che seminano terrore nel nord del Mozambico volessero alzare il livello dello scontro.
I mille militari ruandesi e la Missione militare SADC in Mozambico con duemila soldati hanno arginato le violenze jihadiste a Cabo Delgado. Dopo oltre un anno si sono attenuati ma sono sconfinati a ovest, in Niassa, e a sud a Nampula. Secondo l’analista britannico Joseph Hanlon continuano ad essere a rischio otto distretti.
A luglio e agosto scorsi ci sono stati attacchi jihadisti a Palma e Mocimboa da Praia distretti del gas (GNL) dove operano Total ed ENI. Colpiti anche i distretti di Meluco, Ancuabe, Macomia, Muidumbe, Montepuez e Nangade.
Secondo il quotidiano online Zitamar e MediaFax, numero di attacchi a giugno scorso è stato il più alto degli ultimi due anni.
Il primo assalto jihadista a Cabo Delgato è del 5 ottobre 2017. Secondo Cabo Ligado, ong che monitora il conflitto, fino ad oggi si contano quasi 4.200 morti dei quali oltre 1.800 erano civili.
Gli sfollati a causa della guerra sono oltre 800 mila e a questi si aggiungono quelli della provincia di Nampula e del Niassa.
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