Cornelia I. Toelgyes
2 settembre 2022
Gli effetti dei cambiamenti climatici colpiscono anche gli animali e in questi giorni è iniziato il più grande spostamento di animali selvatici nello Zimbabwe degli ultimi anni. Ben 2.500 capi saranno trasferiti dal sud al nord del Paese.
Circa 400 elefanti, 2.000 impala, 70 giraffe, 50 bufali, 50 gnu, 50 zebre, 50 antilopi eland, 10 leoni e un branco di 10 cani selvatici sono tra gli animali che saranno trasferiti dalla Save Valley Conservancy dello Zimbabwe a tre riserve situate nella parte settentrionale del Paese.
L’operazione “Progetto Rewild Zambezi”, il nome dell’iniziativa, sta trasferendo parte degli animali nel Matusadona National Park, situato sulla sponda meridionale del lago Kariba; altri saranno ospitati nel Parco nazionale di Chizarira, il terzo per grandezza nello Zimbabwe, ma il meno conosciuto per la sua posizione isolata sulla scarpata dello Zambesi. I restanti andranno nella riserva privata Sapi, che si affaccia sulle rive dello Zambesi.
Un’impresa non da poco, che impegna un gran numero di uomini e mezzi. Mentre un elicottero cerca di radunare centinaia e centinaia di impala in una gigantesca recinzione, una gru carica un elefante sedato su un camion. Con l’aiuto dei ranger, molti altri animali vengono rinchiusi in gabbie metalliche. E il primo convoglio di camion è pronto a affrontare il lungo viaggio di oltre 700 chilometri per offrire un futuro migliore a migliaia di capi.
Si tratta del più grande spostamento di animali selvatici degli ultimi 60 anni, per salvarli da una grave siccità. Se prima il pericolo numero uno della fauna selvatica era costituita dal bracconaggio, ora la sua esistenza è minacciata dalle devastanti conseguenze dei cambiamenti climatici.
Tra il 1958 e il 1964, quando il Paese era ancora chiamato Rhodesia, governata dalla minoranza bianca, oltre 5.000 animali furono spostati grazie all’ Operazione Noè. Allora l’iniziativa salvò la fauna selvatica dall’innalzamento delle acque causato dalla costruzione di un’importante diga idroelettrica sul fiume Zambesi che creò uno dei più grandi laghi artificiali del mondo, il lago Kariba.
“Ma oggi, nel 2022, il trasferimento si è reso necessario per la mancanza di acqua, in quanto il loro habitat è minacciato da una prolungata siccità”, ha spiegato Tinashe Farawo, portavoce di Zimbabwe National Parks and Wildlife Management Authority. E ha aggiunto che l’agenzia dei parchi ha rilasciato le necessarie autorizzazioni per evitare che gli animali morissero.
Infine Farawo ha precisato: “Molti dei nostri parchi stanno diventando sovrappopolati, mettendo così in pericolo le vite della fauna selvatica a causa di penuria di cibo e acqua. C’è il grave rischio che gli animali potrebbero distruggere il proprio habitat e, non solo, molti, per procurarsi il cibo, stanno invadendo gli insediamenti umani vicini ai parchi, dando luogo a conflitti incessanti con le comunità”.
Gli effetti del cambiamento climatico sulla fauna selvatica non sono isolati allo Zimbabwe. In tutta l’Africa, i parchi nazionali che ospitano un gran numero di specie selvatiche, come leoni, elefanti e bufali sono sempre più minacciati dalla scarsità di precipitazioni e da nuovi progetti infrastrutturali.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Viedeo Courtesy: Project Rewild Zambezi
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