Cornelia I. Toelgyes
29 agosto 2022
L’ondata di xenofobia contro i migranti provenienti da altri Paesi del continente continua senza sosta in Sudafrica. Molti immigrati senza regolare permesso di soggiorno sono accusati di “rubare” i lavori poco qualificati ai sudafricani e di essere responsabili di attività criminali.
Ora anche Phophi Ramathuba, assessore della provincia sudafricana di Limpopo, si è scagliata contro una paziente dello Zimbabwe, ricoverata nell’ospedale di Bela-Bela, in attesa di un intervento chirurgico.
La paziente è stata vittima di un grave incidente nello Zimbabwe, Paese confinante con la provincia di Limpopo. Ora la donna, considerata una persona presente illegalmente sul territorio sudafricano, è stata aggredita verbalmente dalla Ramathuba, assessore provinciale della Sanità, per aver osato di recarsi all’ospedale Bela-Bela per le cure necessarie.
In un video postato sulla pagina Facebook della Sanità della provincia, si vede la Ramathuba inchinarsi sul letto della sfortunata paziente, mentre esclama a gran voce che Emmerson Mnangagwa, presidente dello Zimbabwe, non contribuisce in alcun modo al finanziamento del sistema sanitario del Sudafrica. Infine ha precisato che il dicastero di Pretoria non è un’istituzione caritatevole.
“Devi stare da Mnangagwa, lui non mi dà i soldi per curarvi e il mio budget è già limitato”. Commenti davvero poco appropriati, visto che nel Paese la tensione nei confronti degli stranieri africani è già alle stelle.
Le esternazioni della Ramathuba, un medico ora in politica, hanno scatenato una valanga di polemiche. Mentre alcuni si sono schierati dalla sua parte, altri hanno etichettato la Ramathuba come xenofoba, immorale e insensibile.
Secondo Angelique Coetzee dell’Organizzazione Solidarity Doctors Network, la paziente in questione è stata, suo malgrado, una vittima delle tensioni politiche tra Zimbabwe e Sudafrica e ha aggiunto: “La responsabile dell’assessorato della Sanità della provincia avrebbe dovuto rivolgersi direttamente alle autorità di Harare invece di umiliare pubblicamente la paziente”.
Ora due partiti sudafricani all’opposizione, Democratic Alliance e Economic Freedom Fighters, hanno chiesto le immediate dimissioni della Ramathuba. La Costituzione del Sudafrica stabilisce che tutti hanno il diritto di accedere ai servizi sanitari.
Anche i cittadini stranieri possono ricevere gratuitamente l’assistenza sanitaria di base negli ospedali pubblici, devono pagare solo in caso necessitino di cure specifiche non coperte totalmente dal sistema sanitario.
Anzi, accordi della Comunità per lo Sviluppo dell’Africa Meridionale prevedono che anche i cittadini stranieri degli Stati membri possono ricevere le stesse cure dei sudafricani. In parole povere, pagheranno un ticket in base alle loro entrate.
Intanto Nick Mangwana, un portavoce del governo di Harare, non ha volto commentare le esternazione della responsabile della sanità della provincia di Limpopo, ha invece garantito l’assistenza necessaria alla paziente in questione.
Il governo di Pretoria sta cercando di ridurre la presenza di stranieri nel Paese, e, una serie di permessi di soggiorno non saranno rinnovati, compresi quelli a cittadini dello Zimbabwe.
Molti angolani hanno già dovuto lasciare lo Stato dell’Africa meridionale, in quanto i loro documenti, scaduti nel 2021, non sono stati rinnovati. Stessa sorte toccherà nel 2023 ai migranti del regno del Lesotho, una enclave completamente circondata dal Sudafrica.
Intanto in molte zone del Paese continua la caccia allo straniero, presente sul territorio in modo “illegale”, senza permesso di soggiorno. Specialmente ora, dopo gli stupri e le violenze subite da 8 donne a Krugersdorp, a ovest di Johannesburg.
Il fatto ha suscitato sgomento in tutto il Paese e ha riacceso l’ondata di xenofobia, in quanto i presunti responsabili sarebbero immigrati non in regola, per lo più provenienti dal vicino Lesotho.
A Krugersdorp, la folla indemoniata ha bruciato le baracche che ospitavano persone provenienti da altre parti dell’Africa, alcuni migranti sono stati aggrediti violentemente e fatti sfilare per le strade senza vestiti, mentre venivano picchiati con bastoni. La polizia ha infine fermato 22 uomini, vittime del pestaggio, forse anche per evitare che venissero linciati.
In seguito agli stupri sono state arrestate 130 persone, molti tra questi non perché coinvolte direttamente, ma per il loro status di immigrati o perché in possesso di armi da fuoco ed esplosivi.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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