Israele bombarda violentemente Gaza e l’Italia continua a comprare armi sofisticate da Tel Aviv

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Speciale per Africa ExPress
Antonio Mazzeo
11 agosto 2022

Israele bombarda per l’ennesima volta Gaza e le forze armate italiane puntano al complesso militare industriale di Tel Aviv per rifornirsi di potenti missili anti-tank.

Secondo quanto rivelato da Ares Difesa è approdata in parlamento per la sua approvazione prima della fine della legislatura, la fase 2 del programma di acquisizione dei lanciatori e dei missili Spike Long Range (a lungo raggio).

Spike LR

Previsto l’acquisto da parte dell’Esercito italiano di 124 lanciatori e 165 missili Spike LR, di 10 sistemi di simulazione indoor e 11 sistemi outdoor e delle parti di ricambio e di supporto.

I nuovi sistemi d’arma controcarro saranno prodotti dalla società israeliana Rafael Advanced Defense Systems Ltd. e serviranno ad equipaggiare una decina di reggimenti di fanteria.

Lo Spike LR è la versione portatile a lungo raggio dell’omonimo sistema missilistico con un raggio d’azione di 4.000 metri ed è impiegato per “neutralizzare” i veicoli corazzati, compresi i moderni carri da combattimento.

“Gli Spike consentono l’ingaggio di mezzi dotati di corazzature reattive, ovvero di sistemi attivi antimissile ma sono impiegabili in tutto lo spettro delle operazioni militari, in qualunque condizione metereologica, nonché in ambiente contaminato NBC (nucleare, batteriologico e chimico) o in presenza di disturbi elettromagnetici”, spiegano i manager dell’azienda israeliana.

Come riferito dallo Stato maggiore dell’esercito, il programma di acquisizione “è volto a realizzare la sostituzione dei vetusti sistemi controcarro Milan e Tow, fornendo così alle unità di fanteria e cavalleria di mantenere la capacità controcarri a media e lunga gittata”.

L’avvio della fase 2, oggetto di approvazione parlamentare, è previsto entro la fine del 2023 e la durata complessiva del programma è di sei anni. E’ stata stimata una spesa complessiva di 143 milioni di euro, con una tranche di 51 milioni già finanziata mentre per il restante valore previsionale di 92 milioni si provvederà con i futuri bilanci.

Secondo Ares Difesa non è da escludersi il coinvolgimento di realtà industriali italiane nell’assemblaggio degli Spike, “localizzate principalmente nelle regioni Emilia Romagna, Lazio, Toscana e Liguria”.

La prima fase di acquisizione del sistema missilistico made in Israele era stata approvata nel 2019. Complessivamente per l’intero programma è prevista la spesa di 426 milioni di euro.

Lo schema di decreto ministeriale di approvazione dei nuovi missili controcarro (con relativo munizionamento e supporti addestrativi e logistici) presentato dal governo l’8 ottobre 2019 (premier Giuseppe Conte di M5S, ministro della difesa Lorenzo Guerini, Pd) fornisce una descrizione delle caratteristiche tecniche e operative del sistema di guerra. “Con la generica espressione Spike si identifica un insieme di missili anticarro leggeri di quarta generazione, prodotti dalla Rafael, industria israeliana che sviluppa sistemi d’arma e tecnologia militare”, scrive l’esecutivo. “Nello specifico il programma in esame è volto ad equipaggiare ulteriori 9 reggimenti di fanteria che si aggiungono ai 7 (sui 24 previsti) già equipaggiati con 96 sistemi controcarro di terza generazione frutto di precedenti acquisizioni”.

“In via generale, si segnala che a seconda della gittata, le armi controcarro vengono impiegate da unità specializzate sia nella lotta contro i carri da battaglia, sia come mezzo di autodifesa di tutte le unità combattenti”, prosegue lo schema di decreto ministeriale. Venivano richiesti in tutto 126 lanciatori e 800 missili Spike Long Range, più il supporto logistico integrato per un periodo massimo di dieci anni. “Con riferimento ai profili addestrativi, dovranno essere acquisiti 14 simulatori, sia di tipo indoor per le operazioni di lancio e per la verifica costante delle attività, sia di tipo outdoor per l’espletamento dell’attività didattica in ambienti operativi”. Previsti anche corsi formativi per il personale dell’esercito da parte dei tecnici dell’azienda produttrice.

“Per quanto riguarda i requisiti tecnici, il sistema è costituito essenzialmente da un missile del peso di 13,3 kg, una camera termica, un’unità di comando e un supporto tipo tripode”, spiega lo Stato maggiore della difesa. “Il sistema d’arma in esame si caratterizza per la sua versatilità potendo impiegare con lo stesso lanciatore diverse tipologie di missili (medium range e long range) e di lanci. Esso consente, inoltre, la distruzione di bersagli compresi i moderni carri da combattimento, inclusi quelli protetti da corazzature reattive e da sistemi antimissile da ultima generazione”.

Il sistema Spike sarebbe in grado di dirigersi autonomamente, dopo il lancio, verso il bersaglio (fire and forget), mentre i militari lanciatori possono controllare e aggiornare la mira sul bersaglio successivamente al lancio e di cambiare perfino il bersaglio in prossimità dell’impatto (fire and observe and update). “Rispetto ai suoi concorrenti, lo Spike è dotato di un collegamento a fibre ottiche fra la postazione di lancio e il missile, per una modalità di guida addizionale di tipo spara e osserva/aggiorna”, aggiunge la Difesa. “Questa capacità consente di lanciare il missile contro bersagli osservati che non possono essere agganciati dalla postazione di tiro, per la presenza di colline, a causa della posizione defilata, per la presenza di cortine fumogene, ecc.”.

Nello schema di decreto per l’acquisizione dei missili controcarro, il governo spiega senza giri di parole come la commessa sia funzionale al rafforzamento dei legami militari Italia-Israele anche in vista di nuove forniture di armi a Tel Aviv da parte della holding Leonardo SpA.

“Per quanto riguarda gli aspetti di cooperazione internazionale del programma, si fa presente che nel 2016 il Ministero della difesa italiano ed il Ministero della difesa israeliano hanno confermato l’intenzione dei due Paesi di voler continuare la cooperazione in ambito militare, sia a livello governativo che industriale ed hanno concordato un ulteriore e potenziale pacchetto di programmi”, si riporta in nota. “Si tratta, nel dettaglio, dell’acquisizione, da parte di Israele di un lntegrated System for Helicopter Pilot Training, basato sull’elicottero Leonardo AW119Kx “Koala” (con Leonardo supportata per la logistica dall’israeliana Elbit); dell’acquisizione da parte italiana di missili Spike Long Range della ditta Rafael, per esigenze dell’Esercito, e di un simulatore per un Rotary Wing Mission Training Center multipiattaforma, da realizzare in Italia da parte di Leonardo e Elbit per supportare le esigenze delle forze armate”.

Rafael Advanced Defense Systems Ltd. ha già prodotto sei differenti versioni del missile Spike: SR (Short Range); MR (Medium Range); LR (Long Range); ER (Extended Range); NLOS (Non Line Of Sight) e PBF (Penetration Blast and Fragmentation). Le versioni sono caratterizzate da differenti piattaforme di lancio, sistemi di guida, dimensioni e raggi d’azione.

L’esercito italiano impiega i missili Spike dal 2009, quando furono acquistati 53 sistemi di lancio (21 veicolari per i blindati e 32 da fanteria) e 165 missili MR a medio raggio, con una spesa di 53,6 milioni di euro. Nel 2014 furono consegnati ai reparti di terra pure 20 lanciatori e 870 missili Spike LR, mentre nel 2017 altri due lanciatori MR/LR. Successivamente anche la Marina Militare ha acquistato missili controcarro a lungo raggio Spike LR per armare il Gruppo Operativo Incursori e le nuove unità navali polifunzionali ad altissima velocità.

Lo Stato maggiore dell’esercito sarebbe intenzionato ad acquisire anche il missile aria-superficie controcarro Spike in configurazione II LR di “quinta generazione” per armare il futuro elicottero d’attacco AH-249 commissionato a Leonardo SpA (la consegna di 45 esemplari è fissata entro il 2035). Da poco sperimentato, lo Spike II LR avrebbe una gittata fino a 16.000 metri e una capacità di perforazione maggiore del 30% rispetto alle versioni precedenti del missile.

Antonio Mazzeo
amazzeo61@gmail.com

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3 COMMENTS

  1. Io sono assolutamente del parere di accusare Israele del crimine di genocidio nei confronti del Popolo Palestinese, e quindi di stigmatizzare chiunque faccia affari con lo Stato sionista (peggio ancora perché affari militari).
    Ma questa testata non si occupa d’Africa? Israele, Gaza e Cisgiordania per quanto ne sappia io stanno in Asia. Noi che intrallazziamo con Israele siamo in Europa. L’Africa che c’entra?
    (Un po’ come quando si consente alle rappresentative israeliane di partecipare ai Campionati Europei di varie discipline sportive) mi chiedo: la geografia è un’opinione?

    • Purtroppo ci siamo resi cono che le entità geografiche di Africa e Asia vicina sono profondamente interconnesse. Per cui da un paio d’anni ci occupavano anche di Medio Oriente.
      Per altro la dizione Medio Oriente è politica e comprende anche Paesi Africani, fino al Marocco e Mauritania.
      Forse hai ragione dovremmo metterlo anche nella testata.

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